Ancora una scelta sbagliata!

Dopo lo sfascio del Pubblico Impiego fiancheggiando il ministro Brunetta, adesso propongono lo sciopero contro la manovra. Non si possono chiedere altri soldi ai lavoratori pubblici, bisogna incalzare i politici. E se non cambiano la manovra, non vanno più votati!!!

Solitamente non commentiamo le manifestazioni e gli scioperi di altri sindacati ma stavolta non si può proprio stare zitti: siamo indignati dalla proclamazione di uno sciopero del pubblico impiego per un’intera giornata da parte di chi è ampiamente corresponsabile della situazione in cui versano i lavoratori pubblici.

CISL, UIL e Confsal hanno condiviso la triennalizzazione dei contratti, il nuovo modello contrattuale che penalizza i dipendenti pubblici, il contratto per il biennio economico 2008-2009 che già conteneva (con la Tabella della vacanza contrattuale 2010) il blocco dei contratti, il blocco dei contratti fino al 2014 e persino – con l’accordo confederale del 4 febbraio 2011 – le fasce di merito di Brunetta.

Hanno sostenuto un governo che ci ha messo in ginocchio e ora chiedono ai lavoratori pubblici, derisi, insultati e con le buste paga sempre più leggere di versare una giornata di salario per protestare contro chi ha ferito nell’orgoglio i sindacati che erano abituati a incontri segreti e ora non possono più farli.

Chiedere di rinunciare a un giorno di salario oggi è come versare su una scottatura dell’acqua bollente!!!

La FLP è fortemente critica nei confronti della manovra Monti che penalizza tutti i lavoratori dipendenti e pensionati ma sarebbe in forte imbarazzo a chiedere un giorno di sciopero alla propria gente per due motivi:

1) Siamo ben consci che la manovra è da cambiare ma è da irresponsabili togliere altri soldi ai lavoratori visto che tutti – anche le forze sindacali – hanno dichiarato che la manovra è indispensabile e quindi, se non è possibile cambiarla, bisogna votarla;

2) Siamo per l’unità sindacale ma saremmo in forte imbarazzo a marciare fianco a fianco con chi non solo è responsabile di questa situazione ma non ha fatto nemmeno un secondo di autocritica per tutte le schifezze che ha fatto passare senza fiatare sino ad ora. Inoltre, i motivi di dissenso non sono solo nel passato ma anche nel presente. Come pensare di unire le nostre forze a quanti (Bonanni e Angeletti) non perdono occasione per ribadire che tra le loro priorità vi è una norma che renda la previdenza complementare obbligatoria, con il trasporto coatto della nostra liquidazione in fondi di previdenza complementare gestiti dai sindacati a che oggi sono fortemente penalizzanti per i lavoratori che vi aderiscono.

Tra l’altro, non ci risultano da parte loro proposte per far ripartire i contratti pubblici, fermi ormai da due anni.

Se è vero che da ogni parte si rivendica l’indicizzazione (giustamente) delle pensioni fino a 2.000 euro, come non pensare che almeno l’80% dei lavoratori pubblici guadagna meno di quella cifra e da due anni ha lo stipendio bloccato?

La FLP, tramite la propria confederazione CSE, ha fatto delle proposte serie (che sono allegate al presente notiziario) che prevedono, tra le altre cose, il taglio di almeno il 50% delle spese per nuovi armamenti e finanziare con questi il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici.

Abbiamo altresì proposto di istituire una commissione congiunta governo-parti sociali che per sei mesi lavori per individuare gli sprechi della pubblica amministrazione e con il taglio conseguente finanzi una nuova riforma della stessa orientata al miglioramento dei servizi e anche alla meritocrazia ma che sia diametralmente opposta a quella finta, dei buoni e cattivi, voluta dal Ministro Brunetta.

Crediamo però che in un momento come questo, non possa essere lo sciopero lo strumento di lotta ma la rivendicazione come gruppo sociale dei dipendenti pubblici nei confronti di chi è chiamato a fare le leggi, cioè il Parlamento, che dovrà votare questa manovra.

Per questo la nostra confederazione ha inviato le sue proposte ai gruppi parlamentari invitandoli a non nascondersi dietro il governo tecnico ma a fare la propria parte di rappresentanti dei cittadini e cambiare la manovra nel senso dell’equità.

Abbiamo allo stesso tempo avvisato che inviteremo i nostri iscritti e simpatizzanti a non votare i partiti politici che voteranno la manovra senza modifiche e soprattutto, senza dare risposte ai lavoratori pubblici che hanno lo stipendio fermo da due anni.

È ora di far sentire la voce dei dipendenti pubblici, di affermarsi come gruppo non corporativo ma non per questo disposto a subire ogni vessazione.

In questi giorni organizzeremo campagne di informazione e mobilitazioni dei lavoratori pubblici ma senza chiamarli a uno sciopero troppo oneroso.

Se qualcuno vuole togliere soldi dalle tasche insieme ai sindacati che già hanno contribuito a sfilare loro soldi e diritti, si accomodi. Noi rispondiamo: No, grazie!!!

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