L’EUROPA NON CHIEDE TAGLI E LICENZIAMENTI NEL PUBBLICO IMPIEGO !

Notiziario n. 90 del 2 luglio 2012 –

Il recente vertice europeo di Bruxelles

Riportiamo di seguito il Notiziario CSE  n. 15 di data odierna con il quale la nostra Confederazione riafferma la propria forte  posizione di dissenso in merito alle voci di interventi sul pubblico impiego che dovrebbero trovare posto  nel Decreto Legge di imminente emanazione sulla spending review e preannuncia, in caso di conferma all’interno del provvedimento, la mobilitazione generale della categoria.

Da qualche anno a questa parte ormai, a ogni manovra, a ogni taglio la litania è sempre la stessa: ce lo chiede l’Europa. Così sono state mascherate le scelte assurde del governo Berlusconi, così sta facendo anche Monti.

E in nome del risanamento, “perché ce lo chiede l’Europa”, sono annunciati in questi giorni strette sui dipendenti pubblici – fino a prevederne il licenziamento e la produzione di nuovi “esodati” – e addirittura tagli ai loro stipendi.

Ma sapere cosa dicono in Europa – si scrive Europa si legge Germania – e cosa chiedono all’Italia non è poi un esercizio così difficile.

Il prossimo anno ci sono le elezioni in Germania e la Merkel teme le reazioni dell’opinione pubblica e della stampa tedesca se verrà in soccorso dei paesi come L’Italia. Se però apriamo i giornali tedeschi scopriamo che questi non ci chiedono affatto di licenziare dipendenti pubblici o di ridurre i loro stipendi (e non avrebbe senso visto che sono tra i più bassi d’Europa e giusto la metà di quelli tedeschi).

La Frankfurte Allgemeine Zeitung, uno dei giornali più autorevoli di Germania, e altri giornali tedeschi battono sempre sullo stesso tasto: non è giusto chiedere i soldi a noi e poi non far pagare le tasse. Si, questo ci chiedono: combattere l’evasione fiscale!! Non trovano giusto che un paese chieda aiuti per far quadrare i propri conti ma non faccia pagare le imposte ai propri cittadini!!

L’altra cosa che non capiscono è come si faccia a dare soldi (ci aveva già provato Tremonti) proprio a chi ha lucrato sulla crisi cioè alle banche.

 Cosa ha fatto invece il governo Monti in questi giorni?? Ha varato un decreto legge che sopprime agenzie fiscali e blocca quindi la lotta all’evasione fiscale chissà per quanto tempo, regala quasi 2 miliardi di euro al Monte dei Paschi, per ragioni che nulla hanno a che vedere con la crisi di liquidità e molto con le scelte scellerate dei vertici della banca, e annuncia tagli di dipendenti pubblici in ogni settore, persino quelli dei servizi alla persona, con ricadute pesanti sia in termini di aggravamento della recessione sia della diminuzione di servizi per le fasce più deboli.

Ma in altri paesi come la Grecia hanno tagliato i dipendenti e i loro stipendi, si obietterà. Certo, ma in Grecia il settore pubblico era in percentuale il doppio del nostro e gli stipendi del 40% più alti di quelli italiani (tanto che dopo i tagli sono ancora del 20% più alti).

In Italia abbiamo un problema di spesa pubblica ma riguarda prima di tutto gli sprechi e, per le pubbliche amministrazioni, i costi esorbitanti degli acquisti e i privilegi dei pochi a scapito dei tanti.

 Inoltre, siamo uno dei paesi a più bassa produttività del lavoro. Bene, sono mesi che chiediamo di discutere su riorganizzazione della pubblica amministrazione che ne aumentino la produttività ma nessuno sinora ci è stato a sentire o meglio, abbiamo firmato un accordo sul lavoro pubblico con il ministro della Pubblica Amministrazione che però non viene rispettato mentre il ministro – che ha perso evidentemente la battaglia contro la sua collega Fornero che ci vuole poveri e licenziati – scappa anziché incontrare i sindacati con i quali ha firmato un contratto e ha preso impegni.

A questo punto non si può certo stare con le mani in mano, pena lo starci tra poco tempo ma …. senza stipendio.

 La CSE e la propria Federazione del pubblico impiego, la FLP, hanno proclamato iniziative di mobilitazione in quei settori direttamente toccati dalla politica insensata del governo: il 3 luglio c’è una manifestazione dei lavoratori delle agenzie fiscali e del Ministero dell’Economia e delle Finanze davanti a Montecitorio; il 6 sarà la volta dei lavoratori civili della difesa,  in via XX settembre davanti al Ministero della Difesa.

 Se i tagli annunciati nel resto del pubblico impiego verranno confermati anche per gli altri settori allora sarà mobilitazione generale.

 Per rendere chiaro a tutti che le manovre di Monti non ce le chiede l’Europa ma sono precise scelte politiche di chi è convinto che lavoratori dipendenti e pensionati, oltre a pagare l’80 per cento delle imposte sul reddito, debbono anche pagarsi lo stato sociale e fare a meno del salario e dei loro diritti di cittadini mentre le banche e gli evasori fiscali continuano ad arricchirsi!!

                                                                                                                                                 LA SEGRETERIA GENERALE CSE

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