Priorità assoluta per i lavoratori pubblici: il rinnovo dei contratti di lavoro bloccati da oltre tre anni.

Notiziario n. 62 del 3 giugno 2013 –

Immagine FLPSi riporta qui di seguito il testo del Notiziario FLP n. 23 del 30 maggio u.s. recante una nota di Marco Carlomagno, Segretario generale della nostra Federazione,  che lancia un preoccupato grido di allarme sul paventato nuovo blocco dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici, annuncia le iniziative della nostra O.S. e  e invita la categoria ad una grande mobilitazione di massa per difendere il nostro diritto ad avere il rinnovo del contratto di lavoro,  sia sulla parte economica che in quella normativa.  

 ”   Il blocco dei contratti pubblici e la cancellazione dell’indennità di vacanza contrattuale sino al 2015, il tutto supportato da una pronuncia favorevole del Consiglio di Stato, hanno reso ancora più pesante la situazione dei lavoratori pubblici che assistono impotenti allo spregio dei loro diritti fondamentali il primo dei quali è, appunto, il rinnovo del contratto di lavoro.

 La nostra Federazione, riunito nella settimana scorsa il Comitato Direttivo Nazionale,  ha deciso di avviare con immediatezza una serie di forti iniziative politico sindacali allo scopo di evidenziare a tutti gli interlocutori, politici ed istituzionali, uno stato di insofferenza dei lavoratori pubblici che sta raggiungendo livelli di guardia.

L’obiettivo che ci poniamo è semplice ma difficile da raggiungere: rinnovare i contratti di lavoro per i tre milioni di pubblici dipendenti, e per fare questo riteniamo sia necessario coinvolgere non solo il Governo ed il Ministro competente, al quale abbiamo chiesto un urgente incontro, ma anche i Gruppi Parlamentari di un Parlamento rinnovato in larghissima parte che non possono non farsi carico di un problema di tale portata.

 Quali sono, a nostro avviso, le direttrici su cui muovere?  La prima, parte dalla considerazione che il rinnovo del contratto non possa non contenere, come invece qualcuno vorrebbe, una concreta proposta di carattere economico con la quale andare a potenziare l’attuale sistema retributivo e che consenta il recupero anche parziale delle quote lasciate sul campo dal blocco dei contratti; a questo deve essere aggiunta la richiesta di uno sblocco del salario accessorio e dei fondi di amministrazione anche in ragione dei risparmi di gestione legati ai precedenti processi di riorganizzazione.

 La seconda direttrice riguarda la parte giuridico-ordinamentale che, a nostro avviso, deve essere caratterizzata da una profonda rivisitazione dell’ordinamento professionale dei dipendenti pubblici, superando le attuali modalità di divisione  e traguardano realtà pubbliche e para pubbliche più evolute.

 La terza direttrice riguarda le relazioni sindacali per le quali è necessario una forte inversione di tendenza rispetto alla attuale fase: occorre riappropriarci del diritto alla contrattazione ma anche pretendere che sul fronte della informazione sindacale vengano date risposte concrete e preventive alle iniziative in atto.   Occorre dare ultrattività al precedente CCNL ed ai connessi CCNI ed occorre altresì che il nuovo Ministro della PA “batta un colpo” e che si cominci a ragionare bloccando, per intanto, le insorgenti fasi di forte, potenziale conflittualità legate ad interpretazioni unilaterali che si stanno registrando su iniziativa della Funzione Pubblica.

 Altro punto sul quale riteniamo si debba incentrare la nostra azione sindacale è quello della c.d. “spending review”, legge dello Stato fortemente voluta dal Governo Monti che ha operato nuovi tagli lineari alle Pubbliche Amministrazioni ma che non sembra, anzi, non ha portato alcun beneficio di carattere organizzativo alla macchina della P.A.  italiana.

 Ci chiediamo infatti cosa e come si è operato sul fronte del recupero delle consulenze e delle esternalizzazioni dei servizi, ci chiediamo come si possano tagliare gli organici di alcune Amministrazioni Centrali e poi consentire la permanenza di società “in house” con migliaia di dipendenti che, magari, svolgono le analoghe funzioni dei dipendenti di ruolo in una situazione di precariato costante e con costi notevolmente più alti per le Amministrazioni.                          

 Pensiamo infatti che una Pubblica Amministrazione riorganizzata, con il personale motivato, formato e meglio retribuito, come per altro avviene negli altri paesi europei, non possa che essere un forte volano anche per l’economia del Paese; servizi che funzionano, una macchina pubblica presente ed operativa sui territori, tutto questo, a nostro avviso, non può che avvenire solo ed attraverso il coinvolgimento delle parti sociali.

Chi prima ha teorizzato la soluzione per legge dei problemi della P.A. italiana, al di là della caccia alle streghe operata con il supporto dei media, si è sbagliato clamorosamente così come si è sbagliato chi cercava di imporre modelli di performance identici per amministrazioni diverse e per funzioni assolutamente atipiche.

 Occorre, a nostro avviso, avviare una nuova e forte stagione contrattuale per il Pubblico Impiego che metta al centro la questione del lavoro e dei diritti, la questione salariale e di una riforma giusta della P.A;  chiediamo al Governo ed al Parlamento di dedicare attenzione ai più di tre milioni di pubblici dipendenti, la più grande azienda del Paese.

 Occorre rinnovare i contratti del Pubblico Impiego!!

 

                                                                                           Marco Carlomagno – Segretario Generale FLP

Allegato 1 : La difesa dei salari – Locandina     (da affiggere in tutte le bacheche)

Allegato 2: La difesa dei salari – Volantino       (da diffondere tra tutti i lavoratori)

 

 

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