Libro Bianco, le nostre prime considerazioni. Forte marcia indietro sul lavoro civile. Ma sono tanti i dubbi e gli interrogativi.

Notiziario n. 48 dell’ 11 maggio 2015 –

La Ministra della Difesa, sen. Roberta Pinotti

La Ministra della Difesa, sen. Roberta Pinotti

Ha fatto davvero rumore, all’interno dell’A.D. e non solo, la pubblicazione sul nostro sito in data 22 aprile u.s. del testo del “Libro Bianco”, che ha avuto il merito di rendere per la prima volta note le scelte che si andavano delineando nelle segrete stanze del Ministero. Certo, era solo un’ “ipotesi di lavoro”,  come è stata connotata nella mail a noi inviata dal Gabinetto,  ma,  al di là di un utile snellimento del testo (paragrafi da 353 a 300) e della diversa forma grafica, l’impianto complessivo e le scelte sono rimaste in massima parte le stesse nel testo definitivo,  pur a fronte di qualche pur importante novità. Ci dispiace molto che l’anticipazione fatta dalla nostra O.S. abbia determinato il “grave disappunto” della nostra Ministra  (si veda il comunicato del 30 u.s., che pubblichiamo su questa pagina in allegato 1),  ma il problema non è chi ha pubblicato notizie su scelte di cui i lavoratori e le Parti sociali sono state tenute totalmente fuori,  semmai è chi quel testo lo ha fatto uscire dalle segrete stanze del M.D. Una prova di nuova governance?

Ciò premesso, e come già anticipato, proviamo a proporre ai lavoratori alcune prime considerazioni in undici punti sulla “riforma” disegnata dal “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa”, che ripubblichiamsu questa stessa pagina in allegato 6.

  1. Dopo l’illustrazione delle ragioni che ne sono alla base (capitolo 1), i due successivi capitoli sono dedicati al “quadro strategico”  e alle “politiche in materia di sicurezza e difesa”. Partendo dall’attuale diffusa instabilità internazionale, generatrice di possibili conflitti in aree geografiche vicine al nostro Paese, si teorizza, ai fini della sicurezza, la centralità della regione euro-mediterranea non disgiunta però da quella dell’area euro-atlantica, sottolineando il “ruolo internazionale” del nostro Paese. Una parte, questa, forse un po’ troppo scolastica e ridondante, che peraltro ripropone  analisi e scelte in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa  già note e consolidate.  Nulla di nuovo, insomma.
  2. Con il Libro Bianco, il Governo intende avviare una nuova profonda trasformazione della Difesa (capitolo 6). Ancora un’altra riforma, dunque.   Con quali risorse, in tempi di magra come quelli che viviamo ed ora appesantiti dalla sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale?  Il Libro Bianco non fornisce alcuna risposta a questa domanda,  atteso che le riforme a costo zero nei fatti non esistono.  Dove si prenderanno allora le risorse necessarie per avviare e portare a compimento questa nuova riforma, già definita epocale?  In tema di bilancio,  l’operazione che con il Libro Bianco si propone è il “superamento dell’attuale tripartizione delle spese” (personale/esercizio/investimenti) e la rimodulazione in tre bacini (“personale/operatività FF.AA./missioni militari”),  così il progressivo crollo  dell’esercizio che si è verificato in questi anni si noterà un po’ meno. Ma non è che le risorse si trovano con il gioco delle tre carte.  Per fare la riforma, ci vogliono soldi, tanti soldi. Da dove si prenderanno? Nel primo testo da noi pubblicato, era anche scritto “l’auspicio per un progressivo aumento di risorse per la Difesa con l’obiettivo di puntare a 2% del PIL nel medio termine” (parte finale paragrafo 39), che  nel testo definitivo è opportunamente scomparso. Averlo scritto nel primo testo,  fa comunque pensare.
  3. La riforma di cui sopra si porta dietro un nuovo riassetto delle FF.AA. (capitolo 7). L’ennesimo!!!! La legge delega n. 244/2012 e i due decreti attuativi (DD. LLgs. nn. 7 e 8/2014) hanno rivisto in chiave fortemente riduttiva l’assetto delle FF.AA. (-30% delle strutture entro il 2019; da 190.000 a 150.000 i militari e da 28.700 a 20.000 i civili nel 2024). Il Libro Bianco non chiarisce però il legame tra Legge 244 e questa nuova riforma,  semplicemente perché non ne parla proprio: in tutto il testo, si cita solo un paio di volte la Legge 244 e neanche una sola volta i due DD. LLgs. attuativi, che peraltro sono già in fase di costosa attuazione: pensiamo solo ai riordini in itinere dei Poli Esercito e Arsenali MM.  Questa “dimenticanza” appare perlomeno assai sospetta. Quante energie e quanti soldi è già costata sinora la L. 244?  Facciamo finta di avere scherzato?  La cosa appare incomprensibile anche sotto un altro punto di vista: quel  riassetto, la Ministra Pinotti ha contribuito a definirlo in veste allora di Sottosegretario, l’ha condiviso, sostenuto, e valorizzato anche negli incontri con le OO.SS.. Già invecchiato precocemente?  E se così fosse, quanti soldini è costato ai cittadini questo scherzetto?
  4. Il Libro Bianco esalta a più riprese la necessità di riforma della governance, con in primis l’annunciata implementazione delle attribuzioni del Ministro, cui verosimilmente si accompagnerà l’incremento di spesa per consulenti e collaboratori esterni.  Insomma, il Ministro vuole avere maggiori leve di comando a sua disposizione.  Il modello è quello tipicamente renziano, con il disegno dell’uomo politico solo al comando, che ora prende corpo anche nell’ A.D.  Ci si deve chiedere, però,  quale sarà il ruolo del Parlamento – espressione dei cittadini elettori – in rapporto alle scelte in materia di difesa ricondotte alla governance politica del Ministro.  E’ illuminante, ma anche preoccupante a nostro avviso, l’ultimo capitolo, paragrafo 294: il Libro Bianco costituisce “direttiva ministeriale”  a normativa vigente, dunque già operativa prima di qualsiasi confronto politico di merito con il Parlamento, chiamato a esprimersi solo su leggi nuove e non sulle scelte operate all’interno del MD in vigenza di leggi esistenti.  Sotto questo profilo,  si va molto oltre la stessa riforma Andreatta del 1997, che il Libro Bianco peraltro incensa (ma i guasti di quella riforma sono tuttora visibili ed evidenti, specie in area industriale). Perché la Ministra illustrerà il 14 maggio p.v. alle Commissioni Difesa riunite (la convocazione è pubblicata su questa pagina, allegato 5) il Libro Bianco/Direttiva solo dopo la sua pubblicazione? Non sarebbe stato utile ed  opportuno un confronto con il Parlamento prima dell’emanazione del Libro Bianco/Direttiva? Una sottovalutazione preoccupante, a noi pare, del ruolo del Parlamento, che fa il paio con il mega ruolo attribuito al Capo di SMD  che – in sintonia con la giustamente molto contestata riforma della c.d. “buona scuola” –  appare come il “Preside”  della Difesa,  con poteri enormi e a cui tutto fa capo. E’ il Capo di SMD che definirà la nuova riforma delle FF.AA., proponendo entro sei mesi un nuovo riassetto in chiave più interforze e una nuova struttura organizzativa dello strumento militare. Così messa la questione, e con un ruolo al minimo del Parlamento, la riforma della governance crea una sorta di diarchia (Ministro e Capo di SMD),  nella quale però il ruolo del Ministro appare meno forte e con meno leve rispetto a quello del Capo di SMD.  Era un po’ quello che le alte gerarchie militari volevano, o no?
  5. La crescita prepotente del ruolo e delle competenze del Capo di SMD si associa al depotenziamento del Segretario Generale. La funzione di Direttore Nazionale degli Armamenti (D.N.A.)  viene sottratta al Segretario Generale e abbinata alla funzione di “Responsabile per la logistica” (L).  Dal nuovo DNAL (Direttore Nazionale degli Armamenti e Responsabile per la Logistica),  posto alle dipendenze del Capo di SMD, dipenderanno Reparti e  GG. tecniche e anche il costituendo  Comando Logistico della Difesa,  che diventerà l’asse centrale nel supporto a tutte le FF.AA..  Rispetto all’area Operativa,  quella  Amministrativa risulta pertanto alquanto ridimensionata,  perdendo peso e consistenza: in sede di esame dei DD. LLgs. attuativi L.244,  il Parlamento si era espresso in modo diverso. Sorge allora il dubbio che il disegno portato avanti dai Vertici militari ai tempi del Ministro Mauro, e dallo stesso a suo tempo bloccato con il rinvio al Regolamento per la ripartizione delle competenze tra le due aree, potrebbe aver trovato un diverso compimento, anche perché l’idea di depotenziare PERSOMIL e PREVIMIL sembra per ora accantonata:  evidentemente, ha pagato la lotta dei lavoratori delle due DD.GG. che sono scesi in piazza per difendere il loro posto di lavoro, con la sola FLP DIFESA al loro fianco. In ogni caso occorrerà attendere la riorganizzazione ex DL 95/2012 (spending review Governo Monti) dell’area di SGD, ancora non attuata: qualche problema si porrà, tenuto conto del taglio di 24 figure dirigenziali.  Il potenziamento del ruolo del Capo di SMD,  responsabile in primis dell’impiego delle Forze funzione per il quale si avvarrà di un “Vice Cte per le operazioni” e  del “Comando Operativo di Vertice Interforze” posto al di sopra dei c.d. “comandi di componente”, segna in ogni caso una fortissima accelerazione in avanti del processo di “interforzizzazione” delle FF.AA., che perderanno così molta autonomia. Anche per questo,  si sono già registrate le prime grida di allarme come quelle di cui si è reso portavoce l’ex Capo di SMD, Amm. Binelli Mantelli, che in una intervista al IL SECOLO XIX – si legga l’allegato e pubblicato su questa stessa pagina – denuncia che la sen. Pinotti sarebbe stata “influenzata”  dal gen. Mosca Moschini,  grida all’isolamento dell’A.M.  e si mostra allarmato da scelte che privilegiano l’Esercito a discapito delle altre FF.AA.  La logistica interforze sembra andare proprio in questa direzione, e comunque oggi a capo di  SMD, SGD e COI ci sono tutti Generali provenienti dall’Esercito….  Il testo definitivo del “Libro Bianco”  reca però anche una buona novella, e cioè la  previsione di un civile nell’incarico di Segretario Generale, incarico sinora riservato rigorosamente a un militare. E si capisce anche il perché: tolta la polpa (DNA) e dunque con competenze  molto ridotte, un civile viene meglio, si sà!
  6. Particolare attenzione ed enfasi il “Libro Bianco” lo pone sul rapporto tra Difesa e industria, con la quale si creerà una “stretta collaborazione”.  E’ prevista la revisione del “modello acquisizioni”,  ma nel testo definitivo è scomparsa la previsione di “esternalizzazione di alcuni funzioni della Difesa a imprese o società private”  presente nel primo testo da noi anticipato il 22 aprile (paragrafo 328). Menomale!   Confermata invece l’idea che sarà esplorata la possibilità che l’industria possa assorbire alcune strutture tecnico-industriali della Difesa e, grazie a specifiche norme, il relativo personale”.   Mai si era adombrata così esplicitamente l’intenzione di privatizzare Poli e Arsenali o, meglio, di liquidare in futuro l’intera  aria industriale del M.D., atteso che neanche un solo rigo viene dedicato nel Libro Bianco al futuro degli Enti di Agenzia Industrie Difesa. E’ futuro della Difesa anche quella, o no?
  7. Anche come conseguenza diretta di questo nuovo e straordinario rapporto con l’industria, e allo scopo dichiarato di assicurare stabilità nel tempo agli investimenti, il Libro Bianco prevede che il Parlamento approvi una legge pluriennale sugli investimenti con copertura di almeno 6 anni. Una scelta forse suggerita dalla vicenda F-35, rispetto al quale  non sono arrivate dal Libro Bianco le risposte che qualcuno attendeva sul c.d. “lodo Scanu”  (riduzione acquisti e scelta del Parlamento ex art.4   244). Pare invece che il MD abbia recentemente confermato l’acquisto di tutti i  90 aerei per 13 mld di €!. Alla base della legge pluriennale,  che ovviamente dovrà essere votata dal Parlamento, ci saranno comunque i contenuti  della “Revisione Strategica della Difesa”, approvata entro sei mesi dal Ministro su proposta del Capo SMD, e dunque fatta in proprio in ambito Difesa, cui seguirà un nuovo ciclo di pianificazione.
  8. La nuova riforma avrà al centro il personale militare: troppo al centro, a ben vedere! Confermato il modello a 150.000 nel 2024, l’obiettivo è quello di FF.AA. più giovani e operative e di un riequilibrio nella ripartizione tra gradi e categorie. Previste nuove modalità di arruolamento (in particolare per i sottufficiali), di trattenimento in servizio, di avanzamento, di progressione di carriera, di formazione e addestramento (su base interforze), con un nuovo sistema di valutazione e misure di accompagnamento ed esodo agevolato (torna l’idea degli “scivoli d’oro”?).  I militari verranno articolati in due categorie in quota parte al 50%,  di cui la prima in servizio permanente (oggi pari all’88%)  e la seconda con contratti a tempo determinato  (oggi pari al  12%), e verrà anche creata una “riserva”, con una capacità operativa a più basso contenuto di professionalità, ma integrabile.  Prevista anche una nuova struttura del trattamento economico, più carriera e più soldi (ancora?), e pure  un’indennità di congedo.   Ci chiediamo: chi paga tutto questo?  La spesa per il personale (oggi al 73% del bilancio!) non schizzerà ancora più in alto? E ancora:  perché nulla o quasi di dice sui circa 30.000 militari che dovrebbero lasciare le FF.AA. da qui al 2024 per l’attuazione del modello a 150.000?  E “come” e in “che misura” avverranno i transiti nei ruoli civili del MD?  E’ un gran problema, ma non c’è neanche un solo accenno.  Infine, nulla o quasi sul “Servizio Civile Nazionale”, che darebbe una dimensione anche civile alla difesa.
  9. In materia di formazione, il Libro Bianco indica la strategia futura, lasciando intravvedere in un qualche modo – questa almeno è la nostra impressione – il tentativo di recupero all’interno del MD di attività formative andate con la soppressione di CEFODIFE. Non possiamo che apprezzare evidentemente, tenuto conto della strategicità della formazione e delle previsioni del D. Lgs. n.8/2014.
  10. In questo Libro Bianco, al personale civile tocca il ruolo della cenerentola, secondo un antico copione. Una mezza paginetta in un testo di oltre 60 pagine, appena 6 paragrafi sui 300 complessivi!  Per noi, solo le solite affermazioni general generiche sulla “valorizzazione” del  lavoro civile, che lasciano ovviamente  il tempo che trovano.  “Parole, parole, parole” recitava una famosa canzone di Mina. Nessun accenno all’ “attribuzione  di compiti e funzioni specifiche  al personale civile”, voluto dall’ allora Sottosegretario Pinotti  e che aveva costituito il positivo approdo del D. Lgs n. 7/2014 (art. 1, comma 2-bis, let e),  e, cosa ancor più grave, nessun indicazione operativa nel segno degli impegni programmatici solennemente assunti dalla Ministra di fronte alle Commissioni Difesa il 15.03.2014.  Sembra tutto cancellato, d’ un solo colpo.  E menomale che il Sottosegretario Rossi aveva chiesto alle OO.SS. di fornire dei contributi per la stesura del Libro Bianco,  e noi l’avevamo anche preso in parola, producendo un documento di ben 12 pagine, che ripubblichiamo ad ogni buon conto su questa pagina come allegato 3.   Non c’è assolutamente nulla di quanto da noi e da altre sigle richiesto.  C’era un punto forte nelle nostre argomentazioni,  quell’“attribuzione di compiti e funzioni al personale civile dirigente e non dirigente”  fissato dalla norma di legge sopra richiamata e poi seguito dall’impegno solenne in Parlamento della Ministra Pinotti.  La cui attuazione avrebbe innescato la “separazione di competenze” tra le due categorie,  anche con evidenti e rilevanti benefici economici e operativi per il MD atteso che, a parità di impiego, il lavoro civile costa la metà della metà di quello militare  (questa, abbiamo detto più volte, è la prima spending review  del MD, quella più semplice e a portata di mano). Niente di tutto questo, ma con una chicca conclusiva che segnaliamo all’attenzione dei colleghi. Nel  primo testo da noi pubblicato il 22 u.s., c’erano un paio di cosette interessanti, che recepivano peraltro alcune richieste contenute nel documento FLP DIFESA inviato al Sottosegretario: la prima (paragrafo 258)  prevedeva “norme per sancire una più estesa differenziazione e peculiarità del personale civile della Difesa rispetto al resto del personale della P.A.”   e la seconda (paragrafo 260) che “saranno introdotte norme per una più ampia valorizzazione stipendiale…. e saranno nel tempo superate tutte le differenziazioni di natura amministrativa con il personale militare in caso d’impieghi equivalenti”Ebbene, nel testo definitivo,  la prima frase è scomparsa del tutto e la seconda è stata così riscritta: “ove indispensabile per evidenti motivi di equità, saranno inserite previsioni per corrispondere ai civili, in caso di medesimo impiego operativo all’estero, un’indennità equivalente a quella corrisposta ai militari”.  Segnaliamo ai colleghi l’aggettivo”indispensabile”: che penna straordinaria e fantasiosa!  C’è bisogno di commenti?  Nel contributo richiesto dal Sottosegretario Rossi e  prodotto da FLP DIFESA, il riconoscimento della specificità/peculiarità del personale civile  e la riduzione della forbice tra militari e civili in situazione d’impiego equivalenti, erano due richieste centrali. Ebbene, non c’è la benchè minima traccia nel testo definitivo del Libro Bianco.   Questo, sig.ra Ministra,  è dunque il modo con il  quale  si progetta e si costruiscono i percorsi  per  “superare definitivamente quegli “steccati” che hanno circoscritto tradizionalmente i civili della Difesa a specifici compiti e funzioni, escludendoli da altre riservate di norma al personale militare”,  come Ella affermava il 15.03.2014? Delle due, l’una:  o  chi ha scritto il testo definitivo se n’è fregato bellamente degli intendimenti della nostra Ministra, fornendo così un primo straordinario esempio della nuova governance, o la stessa sen. Pinotti ha fatto marcia indietro rispetto ai suoi stessi impegni. E’ lecito chiedere qualche risposta?    In merito poi alle assunzioni  del personale civile, dopo anni di blocco del turnover  e il conseguente depauperamento degli organici e delle professionalità, l’unica cosa che viene proposta nel Libro Bianco è un incremento, in prospettiva futura, delle assunzioni a tempo determinato (precariato). Altro che un“piano straordinario di assunzioni”  per l’area industriale della Difesa!  Marcia indietro anche qua?
  11. Infine, il testo definitivo manca della prefazione di Renzi, presente invece nel testo (“ipotesi di lavoro”) da noi pubblicato il 22 aprile : trattasi di un segnale di presa di distanza?

Dunque, questo Libro Bianco avrebbe dovuto rappresentare un passaggio decisivo verso la c.d. “civilizzazione” e invece segna, a nostro avviso,  un deciso passo indietro, che rende oramai poco credibile alla categoria chi, al dunque, si è tirato indietro rispetto agli impegni assunti.  Ci si dimostri il contrario!

Si apre quindi per noi lavoratori civili uno scenario davvero preoccupante, rispetto al quale dovremo scendere in campo e difenderci. Con le OO.SS. unite e non separate, così almeno si spera: la straordinaria manifestazione dell’altro giorno dei lavoratori della scuola, qualcosa dovrebbe pur aver insegnato…. Motivare dai tavoli separati la nostra gente a scendere in piazza, appare francamente un po’ arduo: o no?

Queste le nostre prime considerazioni sul “Libro Bianco”. Nell’invitare tutti a partecipare al  sondaggio sul Libro Bianco in home page del nostro sito, attendiamo ora di sentire l’audizione della Ministra e poi decideremo il da farsi.

  (Giancarlo Pittelli)

Allegato 1:  Comunicato Ministero della Difesa del 30 04 2015

Allegato 2: L’opinione dell’ex Capo di SMD, amm. Binelli Mantelli

Allegato 3: il documento di FLP DIFESA inviato al Sottosegretario il 10.12.2014 con le proposte per il Libro Bianco

Allegato 4: 11.05.2015 – Lettera a Comm. Difesa con richiesta audizione su Libro Bianco

Allegato 5: Audizione Ministra Pinotti su Libro Bianco 14.05.2015

Allegato 6: Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa