Il testo della legge di stabilità 2016. Mance, tagli lineari, segnali positivi per gli evasori e problemi per le fasce deboli. E, in materia di P.A., niente soldi e nessun disegno strategico

Notiziario n. 1 del 4 gennaio 2016 –

Immagine legge stabilitàNella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2015 sono state pubblicate:

  • la legge 28 dicembre 2015, n. 208 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” d. “legge di stabilità 2016” (supplemento ordinario n. 70/L);
  • la legge 28 dicembre 2015, n. 209 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018” (supplemento ordinario n. 71/L);

che pubblichiamo entrambe su questa stessa pagina, rispettivamente in allegato 1 e allegato 2.

Sui contenuti generali e sulle scelte di fondo che hanno ispirato la manovra finanziaria 2016, la nostra Federazione ha diffuso il Notiziario n. 53/2015, che riportiamo di seguito in forma integrale.

” Il 22 dicembre scorso, con il voto di fiducia ottenuto al Senato, è stata approvata definitivamente la Legge di stabilità 2016, piena di mance più che una Finanziaria anni ’80, di tagli lineari e di regali agli evasori, in cui brilla per assenza qualsiasi disegno strategico.

La prima conclusione che possiamo trarre è che ha fatto bene la FLP a proporre il ricorso alla Corte Costituzionale contro il blocco dei contratti. Ricorderete, infatti, che a giugno, all’indomani della sentenza che dichiarava incostituzionale il blocco contrattuale, il Ministro Madia (e purtroppo anche molti sindacati) si affrettava a dire che era una sentenza inutile poiché il Governo aveva già deciso di rinnovare i contratti dal 2016. Ebbene, lo stanziamento di circa 200 milioni nella Legge di stabilità, ovvero meno di 5 euro di aumento dopo sei anni di blocco, è la prova che il Governo non ha mai avuto nessuna intenzione di rinnovare i contratti e, se non ci fosse stata la sentenza della Corte Costituzionale, avrebbe prorogato il blocco.

Solo grazie alla FLP si è riaperto un dibattito che però rischia, anche a causa della timidezza del fronte sindacale, di finire di nuovo dinanzi ai giudici, stavolta europei, giacché la FLP di fronte alle chiusure governative ha già deliberato di rivolgersi alla Corte Europea di Giustizia.

Come se non bastasse, altri tagli lineari si abbattono sul lavoro pubblico, a partire da un nuovo blocco del salario accessorio, che nel 2016 non potrà essere maggiore del 2015, e del turn over, ridotto pesantemente rispetto a quanto previsto nelle norme precedenti.

Ma ciò che è peggio è che manca totalmente un progetto strategico sulla pubblica amministrazione e non solo sulla valorizzazione del personale. Continua a non essere chiaro quali debbano essere i livelli di servizio ai cittadini o la presenza dello Stato sul territorio mentre la stessa Riforma della Pubblica Amministrazione resta il solito cumulo di deleghe in bianco al quale questo Governo ci ha abituati. Anche in settori strategici come la Sanità, di certo ci sono solo le rassicurazioni del Premier Renzi le quali, come vedremo, sono ampiamente smentite dai fatti.

La logica di questa legge di stabilità riguardo al lavoro e ai diritti di cittadinanza è che non ci sono più garanzie ma solo concessioni del “principe”: anche laddove gli stipendi avranno una minima crescita – ad esempio per le forze dell’ordine – non vi è il riconoscimento di un diritto al giusto salario, alla contrattazione, al ruolo di servitori dello Stato ma solo un’elargizione “ad settores” per la quale gli interessati dovrebbero essere grati e ringraziare, semmai nelle urne.

Per il resto, c’è tutto l’armamentario di mance e regali, avviati con norme precedenti e che proseguono con la Legge di stabilità: alla decontribuzione, destinata non solo a chi aumenta i posti di lavoro ma anche a chi licenzia lavoratori con diritti per assumerne altri senza diritti, si aggiungono misure direttamente o indirettamente destinate ad aumentare l’evasione fiscale o a favore di chi non ha bisogno di ulteriori sconti fiscali.

L’abrogazione dell’obbligo di pagamento degli affitti con sistemi tracciabili aumenterà sicuramente il fenomeno dei pagamenti in nero sottraendo fondi alla collettività e l’aumento delle soglie d’uso del contante da 1.000 a 3.000 euro di per sé non è detto che produca evasione diretta ma è un segnale forte dell’inversione di tendenza nella lotta ai furbi del fisco. Gli evasori votano e vanno coccolati anche a scapito della parte sana di questo Paese. Stesso discorso vale per l’abolizione delle imposte sulla prima casa, non legata al reddito o al valore dell’immobile, con la conseguenza che l’abolizione non riguarderà solo i ceti medio-bassi ma si regaleranno soldi a persone anche molto ricche mentre gli stessi miliardi di euro impegnati a tal fine si sarebbero potuti impiegare, ad esempio, per diminuire le tasse sul lavoro, aumentare le pensioni minime o gli investimenti che producono lavoro.

Di contro, si peggiorano le condizioni delle fasce deboli della popolazione: basta esaminare ciò che avviene sulla spesa sanitaria, che nelle parole di Renzi non è stata tagliata mentre invece, dai dati ufficiali, si è passati dalla spesa prevista di 113,1 miliardi ai 111 stanziati.

E badate bene, non si tratta di lottare contro gli sprechi giacché della spending review non si parla più e delle numerose denunce che la stessa FLP ha prodotto nel corso degli anni, nessuna è stata presa in seria considerazione. Parliamo invece del fatto che l’Italia continua a spendere complessivamente meno della media dei Paesi industrializzati e che lo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio nutre molti dubbi sul fatto che con la diminuzione delle risorse prevista in stabilità si riusciranno a mantenere i livelli essenziali di assistenza (LEA), se non attraverso tagli lineari le cui scelte saranno delegate alle regioni e che difficilmente lasceranno inalterate le prestazioni sanitarie, in un Paese che già oggi conta negli ospedali poco più di 3 posti letto per mille abitanti contro gli oltre 5 della media europea.

Ma di questo il Governo non si cura, tutto concentrato a dare messaggi di ottimismo, il quale sembra l’unica strategia per sostenere una crescita affidata alla congiuntura internazionale e che già mostra la propria debolezza. Lo 0,8 per cento di crescita del 2015 sbandierato dal Governo (che in realtà è lo 0,7 se lo depuriamo dai tre giorni in più lavorativi rispetto all’anno precedente), è in realtà concentrato maggiormente nei primi due trimestri rispetto agli ultimi due, segno che la ripresa rischia di essere già alle nostre spalle, anche perché ormai la produzione langue e i consumi leggermente cresciuti si stanno traducendo in un aumento delle importazioni.

In conclusione, quella approvata in questi giorni è una manovra che non investe nell’economia reale, non ha strategia di medio periodo, non rinnova i contratti pubblici, non combatte gli sprechi e l’evasione fiscale, peggiora le condizioni delle fasce deboli della popolazione. Inoltre, la situazione rischia di aggravarsi in corso d’anno attraverso una nuova stangata fiscale sotto forma di manovra correttiva, che si renderà necessaria se non verrà rispettato l’ambizioso ed immotivatamente ottimista obiettivo che fissa all’uno virgola sei per cento la crescita del PIL per il 2016.

Una Legge di stabilità che non può essere in alcun modo condivisa dalla FLP che, anzi, farà di tutto anche durante il prossimo anno affinché venga abbandonata la politica degli annunci in favore di una nuova svolta economica basata su investimenti e maggiore giustizia sociale.

                               IL DIPARTIMENTO POLITICHE ECONOMICHE E FISCALI FLP “

Avremo modo, nei prossimi giorni, di sofffermarci, attraverso specifici Notiziari, sugli aspetti di maggior importanza della manovra che ci interessano come cittadini e come dipendenti pubblici, e in particolare quelli che toccano più da vicino la Pubblica Amministrazione, il Ministero della Difesa e il suo personale civile e militare.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA

Allegato 1: Legge 28.12.15 n.209 – Legge di stabilità 2016

Allegato 2: G.U. n. 302-30.12.15-Legge 28.12.15 n.209 – Bilancio Stato 2016 e bilancio pluriennale 2016-2018