Nel DEF, nessun vero stanziamento per il rinnovo dei contratti, nuovi tagli al salario accessorio e ulteriore restringimento del turnover. Servito chi credeva che il Governo avrebbe cambiato passo

Notiziario n 44 del 15 aprile 2016 –

DEFSi riporta di seguito il testo del Notiziario n. 20 del 13 aprile 2016 con il quale la nostra  Federazione dà conto ai colleghi delle ulteriori brutte notizie che vengono ai lavoratori pubblici dalle previsioni del Documento Economico Finanziario (DEF) adottato dal Governo qualche giorno fa.

 “Dal testo del DEF (Documento Economico Finanziario) approvato dal Consiglio dei Ministri l’ 8 di aprile emergono ulteriori  brutte notizie per il lavoro pubblico.

Non è previsto infatti alcun ulteriore stanziamento rispetto all’elemosina dei 5 euro previsti nella Legge di stabilità per il periodo 2016/2018, ma solamente la previsione della vacanza di indennità contrattuale a partire dal 2019 e l’ipotesi di pochi spiccioli per il triennio 2019/2022 pari guarda caso proprio a 5 euro.

Alla faccia delle affermazioni che con la definizione dei nuovi comparti contrattuali il Governo avrebbe avviato il rinnovo dei contratti.

Una nuova provocazione del Governo che non solo elude la Sentenza della Corte Costituzionale, ma continua  a perseguire la politica di impoverimento dei lavoratori pubblici imponendo nuovi inaccettabili tagli al salario accessorio e l’inasprimento del turn over.

Non solo continua il blocco dei contratti, ma sono ora a rischio anche i contratti integrativi ed il salario aziendale.

Una ragione di più per dare finalmente senso e corpo ad una forte mobilitazione unitaria del lavoro pubblico che si opponga con decisione alle politiche punitive del Governo e per ricorrere tutti, con l’ importante e strategica iniziativa della  CGS, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per vederci riconosciuti gli arretrati ed il diritto ad un contratto dignitoso “.

A tal riguardo, riportiamo anche di seguito il “Comunicato n. 6”  diffuso da CGS in data 12 u.s.

 “Dopo la firma del CCNQ per la definizione dei comparti, i sindacati confederali avevano esultato “..il governo non ha più scuse per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti …”. 

Ne hanno dato notizia anche i media, precisando che restano confermate da parte del governo le somme stanziate per il rinnovo dei contratti (cinque euro) E CHE NON CI SARANNO ULTERIORI RISORSE AGGIUNTIVE.

Addirittura potete vedere che le risorse ipotizzate anche per il successivo triennio (2019-2021) sono pari sempre a 300 milioni di euro, il che significa sempre e solo cinque euro fino al 2021.

Tutti in coro, appassionatamente, GLI ALTRI SINDACATI, puntando sul rinnovo dei contratti avevano bollato come “NON S’HA DA FARE!”,  il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, promosso dalla CGS, che ora più che mai, a nostro avviso, rimane  l’unico strumento per cercare di ricevere un risarcimento per tutti i mancati rinnovi del nostro contratto dal 2010 ad oggi.

Noi ve lo proponiamo poi, chiaramente, ognuno è libero di sentire la “seduzione delle sirene” o agire per conto proprio “

In allegato, il testo della bozza del DEF 2016 entrata in Consiglio dei Ministri e due interessanti articoli, il primo su IL MESSAGGERO e  il secondo su IL FATTO QUOTIDIANO, entrambi pubblicati in data 12 aprile u.s.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA