Il testo dello schema di decreto legislativo sulla riforma della Dirigenza pubblica adottato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri. Ovviamente, non tocca in alcun modo la Dirigenza Militare

Notiziario n. 101 del 1 settembre 2016 –

Il Premier Renzi e la Ministra Madia: soddisfatti per la riforma della Dirigenza?

Il Premier Renzi e la Ministra Madia: soddisfatti per la riforma della Dirigenza?

Pubblichiamo su questa stessa pagina come allegato, il testo dello  schema di decreto legislativo sulla riforma della Dirigenza pubblica adottato nella scorsa settimana  in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, e trasmesso alle Camere per il parere di competenza.

Come noto, il Governo è impegnato da oltre due anni in una corposa riforma della Pubblica Amministrazione, sulla quale peraltro la nostra Federazione ha già espresso un giudizio pesantemente negativo,  riforma che, secondo il collaudato modello renziano, ha viaggiato su due binari paralleli:  un primo provvedimento d’urgenza (DL 90/2014, poi convertito nella Legge 114/2014)  e una legge delega (la n.124 del 7.8.2015) che ha già prodotto alcuni Decreti Legislativi, ultimi quelli relativi al licenziamento disciplinare (D.Lgs 166/2016) e, ma ancora solo in prima lettura  in attuazione dell’articolo 11 della L.124/2015, quello inerente la c.d. riforma della Dirigenza pubblica, il cui testo appunto è appunto qui pubblicato.

Lo schema di riforma della Dirigenza ha avuto una gestazione laboriosa e travagliata, che ha costretto il Governo a ripetuti rinvii, in ultimo per le resistenze opposte in merito al futuro dei Dirigenti di 1^ fascia, di cui hanno peraltro ampiamente riferito tutti i media, che hanno di fatto costretto l’Esecutivo ad arrivare proprio al  fotofinish rispetto alla scadenza della delega (28.08.2016).

Parecchie le novità previste dallo schema di decreto: ruolo unico della dirigenza; incarichi di 4 anni rinnovabili solo una volta; concorso annuale per il conferimento degli incarichi; valutazione della performance individuale del Dirigente in ordine agli obiettivi concreti e misurabili fissati in sede di incarico, con effetti sul 30% della busta paga (40% per i Dirigenti Generali); “parcheggio” con perdita della retribuzione accessoria per i Dirigenti che non abbiano ottenuto degli incarichi, e per ogni anno di “parcheggio” taglio del 10% della retribuzione fissa, con obbligo per i dirigenti “parcheggiati” di partecipare ad un numero minimo di selezioni per nuovi incarichi; infine, ultima mediazione sugli attuali Dirigenti di 1^ fascia, in primis Direttori generali dei Ministeri, che avranno riservato il 30% dei posti a concorso.

Ovviamente, la riforma di che trattasi non tocca minimamente i Dirigenti Militari delle FF.AA. (gradi da Colonnello in su), come anche Magistrati, Avvocati/Procuratori dello Stato, Diplomatici, Prefettizi e altri, che continueranno pertanto ad operare in base alle norme vigenti. Per esempio, i Dirigenti Militari, a differenza dei Dirigenti civili, valutano la performance individuale dei lavoratori civili, oltre che quella per la carriera dei sottoposti con le stellette, ma la propria performance individuale, legata ai risultati dell’E.D.R./Ufficio in cui rivestono il ruolo di  Dirigente, non sarà in nessun modo valutata.

Dove sta la logica in tutto questo, Dio solo lo sa, e forse neanche Lui ne comprenderà appieno le ragioni.

Tra i decreti attuativi mancanti, c’è anche quello relativo al Testo Unico sul Pubblico Impiego (in acronimo TUPI), ancora in fase di studio da parte della F.P.  Sono annunciate parecchie novità, e una in particolare ci toccherà da vicino legandosi alla stretta attualità delle vicende del nostro Ministero.

Ne riparleremo con il prossimo Notiziario di lunedì 5 p.v..

  (Giancarlo Pittelli)

Allegato: Schema Decreto Legislativo di riforma della dirigenza