Prosegue il confronto con modalità “bilaterale” sulle linee applicative del protocollo 2.05.2016 sulle funzioni del personale civile. Il problema rimane quello dell’impiego in area tecnico-operativa, ed è davvero un gran problema

Notiziario n. 145 del 19 dicembre 2016 –

La Ministra Pinotti e il Capo di SMD gen. Graziano

Mercoledì 14 u.s., si è tenuto a palazzo Esercito il quarto confronto tecnico in merito ai contenuti delle “specifiche e coordinate direttive applicative” che, “per le rispettive aree di pertinenza”, SMD e SGD dovrebbero emanare in attuazione al “protocollo d’intesa sulle funzioni del personale civile” firmato in data 2 maggio u.s. (Notiziario n. 55 di pari data), che ad ogni buon conto ripubblichiamo come allegato su questa stessa pagina.

Anche questo quarto incontro,  come i  tre che lo hanno preceduto (l’ultimo dei quali in data 18 ott. u.s., vds Notiziario n. 120) e analogamente a quelli che si sono tenuti presso il Gabinetto e che hanno preceduto la firma del “protocollo”,  è avvenuto con c.d. “modalità bilaterale”, nuova fattispecie creata dal Gabinetto e da allora in essere, che costituisce davvero un “unicum” nel sistema delle relazioni sindacali, ma che, nei fatti, altro non è che un modo nuovo, più coperto e originale,  di  declinare i “tavoli separati”, che sono molto amati dai soggetti proponenti (CGIL-CISL-UIL) ma apprezzati e utilizzati anche da chi li concede pro domo propria (A.D.), posto che appare evidente a tutti che a trarre giovamento da questa particolare modalità di confronto non è certamente il fronte sindacale (“divide et impera”, lo ricordiamo?).

Come si ricorderà, nell’ultimo incontro del 18 ottobre, SMD ci aveva illustrato alcuni punti  della sua seconda bozza, rivisitata anche sulla base delle osservazioni delle OO.SS. sul primo testo, bozza che abbiamo poi potuto leggere in toto. Ebbene, il giudizio conclusivo che ne avevamo tratto è che, allo stato, relativamente alle nostre richieste (la sottolineatura è d’obbligo, atteso che non ci sono note le osservazioni e proposte avanzate delle altre sigle, e dunque non sappiamo se esistano o meno punti condivisi di analisi e di proposta) non ci pareva che questa seconda bozza avesse dato risposte sui punti da noi ritenuti essenziali.

Il problema riguarda in particolare l’area tecnico-operativa (T/O), quella delle Forze Armate e che ha al suo vertice SMD, dove opera allo stato l’87% del personale civile. E’ di tutta evidenza che, anche di fronte ad approdi significativi del confronto relativo alla c.d. “area industriale” (T/I) e a quelli, tutti comunque di là da venire (SGD non ci ha ancora fatto pervenire la bozza di direttiva di propria pertinenza) che dovessero riguardare l’attuale area T/A),  che sarà molto depotenziata in base alle previsioni del Libro Bianco, sarà indiscutibilmente la direttiva destinata all’area T/O quella che peserà di più, e anche di molto, stante la densità di civili in quest’area.

A nostro giudizio, alleggerire il peso della componente civile nell’area T/O, soprattutto sul fronte della qualità del ruolo esercitato, dell’impiego concreto sul campo e degli incarichi di responsabilità assegnati, partendo dal presupposto che l’area T/O è un’area a forte (o addirittura esclusiva, magari pensa qualcuno sulla base delle previsioni del Libro Bianco) connotazione militare e operativa e come tale esclusa ab origine da qualsiasi redistribuzione di ruoli di responsabilità e di competenze tra personale militare e civile, significherebbe codificarne definitivamente una posizione secondaria, o peggio ancora subalterna, che continuerebbe ad esporre i civili alla discrezionalità del Dirigente, che si sa bene, per l’esperienza di tutti questi anni, essere quasi sempre “benevolmente” orientata verso le professionalità militari. Prova ne sia che, pure a fronte della tabella di equiparazione a suo tempo concordata con l’attuale Ministra, anche in questi anni gli SS.MM. hanno continuato ad assegnare, nelle rivisitate dotazioni organiche degli Enti, incarichi di responsabilità a personale sottufficiale, in particolare del ruolo marescialli,  pur in presenza negli stessi Enti di funzionari che, per questo motivo, sono stati destinati a ruoli di supporto e di minore responsabilità.

Su direttive applicative ispirate da questa impropria idea dell’impiego civile in area T/O e finalizzate, di fatto, a stabilizzare in essa la preminenza del personale militare in tutti (o quasi) gli ambiti lavorativi, anche in quelli di attività e settori ricondotti dal protocollo ai lavoratori civili,  noi pensiamo che tutte le OO.SS. nazionali si porranno seriamente il problema se esprimere o no una posizione di assenso, atteso che questa non appare certo la via più sicura e agevole per traguardare l’agognata e mai ottenuta “civilizzazione”

Se il “protocollo” è stato letto da alcuni come un’opportunità, attenzione ora a non metterci sopra un sigillo di segno negativo che ci porteremmo dietro per i prossimi 10 anni.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato: Protocollo d’intesa 02.05.2016 suklke funzioni civili con le firme delle Parti