Una nota della Federazione FLP sull’annosa vicenda legata alla trattenuta del 2,5% per i lavoratori assunti dopo l’anno 2000. La propaganda non serve, la querelle si risolverà solo in Cassazione o in Corte Costituzionale

Notiziario n 57 dell’8 giugno 2017 –

Si riporta di seguito il testo del Notiziario FLP n. 10 diffuso in data 8 giugno u.s. che reca una nota con la quale la nostra Federazione fa il punto di situazione sull’annosa questione legata alla trattenuta del 2,5% innescata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012, che l’aveva dischiarata illegittima.

” Succede ciclicamente che qualcuno vinca una causa sul 2,5 per cento che lo Stato continua a trattenere agli assunti dopo il 2000 a titolo di TFR, secondo la FLP illegittimamente. E, quando succede, subito riparte la sarabanda di inutile propaganda, come se i lavoratori avessero l’anello al naso.

Purtroppo è successo anche in questi giorni e, come al solito, tocca a noi, che abbiamo denunciato per tempo questa iniqua ritenuta attivando decine ricorsi in molti tribunali italiani, spiegare come stanno davvero le cose.

Nelle scorse settimane, un Giudice di Perugia, decidendo su una causa relativa al 2,5 per cento fatta da un lavoratore degli enti locali del Comune di Gubbio ha deciso di inviare le carte alla Corte Costituzionale, ipotizzando la violazione di due articoli della Costituzione.

Veniamo al merito della questione: è una buona notizia il fatto che ci sia un giudice che abbia deciso di inviare le carte alla Corte Costituzionale? Certamente si.

Cambia qualcosa al momento per i ricorsi che molti sindacati hanno in piedi? No, affatto.

Perché purtroppo, come abbiamo avuto più volte modo di dire, la giurisprudenza è decisamente contrastante: ci sono tantissime cause in corso, molte vinte, altrettante, se non di più, perse dai lavoratori.

Pensate soltanto che, presso lo stesso Tribunale di Perugia (ovviamente con diversi collegi giudicanti) dei lavoratori patrocinati dalla FLP hanno perso alcune cause di merito. Quindi, addirittura, non vi è giurisprudenza univoca nemmeno all’interno dello stesso Tribunale.

 Ecco il perché questa annosa querelle si risolverà solo in Corte di Cassazione, oppure con la pronuncia della Corte Costituzionale che auspichiamo fortemente possa essere positiva.

Due ultime considerazioni sono d’obbligo: la prima è che la FLP è stata, è e sarà in prima linea sulla questione perché ritiene iniquo il vero e proprio scippo di denaro ai danni dei lavoratori assunti dopo il 2000; la seconda è che qualche sindacato dovrebbe smetterla di presentarsi come soluzione quando in realtà è e resta parte del problema.

Ricordiamo, infatti, che il comma 19, articolo 26 della Legge 448 del 1998 – che autorizza il prelievo del 2,5 per cento della retribuzione in conto TFR – non nasce sotto il cavolo e non lo ha portato la cicogna ma scaturisce da un avviso comune (cioè praticamente un accordo) firmato da tutti i sindacati confederali e dalla maggioranza dei sindacati autonomi (non però dalla FLP e/o dalle confederazioni alle quali la FLP aderisce) ed è stato varato per far partire la previdenza complementare che tante prebende assicura a pochi e ben selezionati sindacalisti che siedono nei Consigli di Amministrazione e che si è rivelata un fallimento invece per i lavoratori

In merito alla vicenda legata alla trattenuta in argomento, vi ricordiamo che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale di cui abbiamo dato notizia con il Notiziario n. 135 del 12.10.2012, la nostra Federazione ha dato molto spazio alla vicenda (si vedano i Notiziari n. 123 – 144 – 145 – 153  e 162, tutti dell’anno 2012) e avviato iniziative il cui ultimo aggiornamento è dato dal Notiziario n. 101 del 23.09.2014

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA