IL NUOVO PIANO REGOLATORE DELLA MARINA A TARANTO

SI’ ALL’INIZIATIVA DA PARTE DELLE OO.SS., CHE PERO’ CONTESTANO LA MANCATA INFORMAZIONE.

È oramai da qualche anno che si parla di dismissioni di aree ed immobili in uso al Ministero della Difesa, che consentirebbero, se concretizzate, di centrare un duplice obiettivo, da una parte di acquisire dall’esterno risorse finanziarie e/o utility varie e, dall’altra, di arrestare il degrado di pezzi del patrimonio pubblico, in molti casi di notevole interesse storico e/o architettonico, che la Difesa non riesce più a manutenere, rendendoli così disponibili alla collettività.

Nel corso di questi ultimi anni, abbiamo avuto modo di sentire o di leggere sui giornali di piani, progetti e, in alcuni casi, anche di veri e propri accordi formalmente sottoscritti dalla A.D. e da Enti locali. Il precedente vertice politico si era molto impegnato in tal senso, in particolare il Sottosegretario Crosetto, ma con risultati pare non proprio esaltanti. D’altronde, la cosa non appare in sé né facile né agevole, come ha dimostrato il giornalista Rizzo con un articolo molto efficace pubblicato questa estate sul Corriere della Sera, raccontando di percorsi tortuosi e complessi, peraltro oggi resi ancor più difficili della grave crisi economica che il Paese vive e dello stato di grave difficoltà degli Enti locali dopo i poderosi tagli dei trasferimenti dallo Stato centrale, condizioni queste che certo non incoraggiano o non facilitano iniziative di questo tipo. Ma tant’è, di alternative non pare ce ne siano poi tante in questo momento, e le linee programmatiche annunciate dal nuovo Ministro della Difesa amm. Di Paola in Parlamento guardano con favore a questa possibilità.

Lungo questa traccia si sta comunque muovendo da tempo la Marina Militare, che proprio nei giorni scorsi ha presentato alla stampa una sorta di “piano regolatore” per Taranto (la definizione è dell’amm. Toscano, Comandante del Dipartimento dello Ionio), con il quale si mettono a disposizione aree e siti che non risultano più di interesse della Difesa. Una piccola rivoluzione, che rende disponibili alla collettività ionica (privati o Enti pubblici) pezzi di territorio che la MM aveva acquisito per scopi militari all’alba del secolo scorso, e che oggi potrebbero costituire il volano di un nuovo sviluppo. Si tratta di 500mila metri quadrati di aree urbane, relativi a spazi non più utilizzati o non strettamente necessari, per un valore stimato di circa 500 milioni di euro, attraverso le quali risorse verrà realizzato l’accorpamento delle aree funzionali.

Questo il piano illustrato dalla M.M. in conferenza stampa e così riportate dalla stampa locale: “Sono stati individuati tre grandi contenitori: Maricentro, le Scuole Cemm e la base navale Mar Grande. …Le attività formative saranno accorpate alle scuole Cemm di San Vito, che già ospita la Scuola Sottufficiali….. Maricentro diventerà un vero e proprio centro direzionale all’interno del quale saranno sistemate tutte le funzioni tecnico-amministrative e gli enti che sono sparsi sul territorio cittadino. La base navale Mar Grande diventerà il cuore logistico-operativo della Marina Militare. Al suo interno è prevista la costruzione dell’ospedale militare, dei magazzini di commissariato e dell’autoreparto. Nelle aree adiacenti la base… è stata ipotizzata la realizzazione di nuovi impianti sportivi e nella stessa zona si prevede anche la costruzione di nuovi attracchi per mezzi militari più piccoli. ..” Dovrebbe comunque restare invariata “la funzione e la presenza dell’Arsenale militare che continuerà ad essere il cuore tecnico della Marina. Il piano Brin già in fase avanzata di esecuzione consentirà, anzi, il rilancio delle attività attraverso la ristrutturazione dei bacini e la creazione di tre grandi officine polifunzionali. E’ stato previsto anche un piano energetico composto da ben 16 progetti per un importo complessivo di 500 milioni di euro. Impianti fotovoltaici saranno realizzati su tutte le coperture, ad eccezione di quelle “storiche” dell’Arsenale ed a terra in aree non utilizzabili diversamente. I vecchi impianti saranno sostituiti in favore di nuove apparecchiature di nuova generazione…”

Le OO.SS. locali hanno accolto favorevolmente l’iniziativa che potrebbe favorire un “nuovo sviluppo urbanistico ed occupazionale del territori”, ma hanno anche contestato al Dipartimento la mancata partecipazione e per questo hanno richiesto un urgente incontro (vds. comunicato che segue).

COMUNICATO STAMPA

Gli organi d’informazione locale nei giorni scorsi hanno dato grande risalto alla conferenza stampa di presentazione del piano di sviluppo infrastrutturale e razionalizzazione dei Comandi di Forza Armata, tenuta dal Comando in Capo del Dipartimento. Il progetto prevederebbe importanti dismissioni di aree in uso alla Marina Militare. Tale notizia in sé non può che essere colta favorevolmente, rispetto alle opportunità di un nuovo sviluppo urbanistico ed occupazionale del territorio.

L’iniziativa tuttavia ci lascia sconcertati poichè l’Alto Comando della Marina Militare non ha avuto la sensibilità di rendere partecipe le Organizzazioni Sindacali .

E’ appena il caso di ricordare che le la partita delle dismissioni è parte integrante della vertenza difesa , sostenuta da anni, non solo a livello territoriale, ma anche a quello nazionale, da tutte le Organizzazioni Sindacali.

Pertanto le scriventi ritengono quanto mai opportuno e indispensabile che l’Alto Comando convochi con urgenza le Organizzazioni Sindacali per renderle partecipi di questo progetto e verificare eventuali riflessi che tale iniziativa potrebbe avere nei confronti del personale civile della Difesa, che opera nelle strutture organizzative oggetto di tale riorganizzazione.

Taranto 16 dicembre 2011

CGIL FP Difesa Domenico BELLANGINO

CISL FP Difesa Massimo FERRI

UIL PA Difesa Giuseppe ANDRISANO

FLP Difesa Pasquale BALDARI

Fed. INTESA Ignazio BARBUTO

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