PROTOCOLLO SUL LAVORO PUBBLICO: PASSI AVANTI NELLA DIREZIONE INDICATA DALLA CSE

Notiziario FLP DIFESA n. 62 del 04.05.2012 –

Marco Carlomagno, segretario generale CSE

Riportiamo di seguito il Notiziario CSE  n. 10 di data odierna con il quale la nostra Confederazione dà conto degli sviluppi della trattativa in corso con la Funzione Pubblica.

Si è concluso nella tarda serata di ieri il confronto tra il Ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative e i rappresentanti degli enti territoriali.

Dall’incontro è scaturito un protocollo di intesa che, dopo il passaggio alla Conferenza Stato-regioni e la consultazione delle categorie interessate che alcuni sindacati (tra i quali la CSE) hanno annunciato di voler fare, dovrebbe portare ad un vero e proprio accordo che dovrebbe poi essere recepito in una legge–delega che il ministro dovrebbe presentare in tempi strettissimi.

Il protocollo di intesa sancisce il superamento definitivo dell’accordo firmato da governo e alcuni sindacati il 4 febbraio 2011, totalmente privo di contenuti se non l’avallo della pseudo-riforma Brunetta e dovrebbe riportare finalmente la contrattazione al centro di ogni cambiamento nel lavoro pubblico.

Ma andiamo con ordine: la CSE è stato l’unico sindacato a presentarsi al tavolo con una piattaforma scritta (allegata al presente notiziario) che, partendo dai dati che dimostrano chiaramente come la spesa per gli stipendi sia in Italia inferiore a quella media dei paesi europei, che il trend di crescita dei salari sia tra i più bassi in assoluto e che gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani siano la metà di quelli tedeschi e sensibilmente inferiori a quelli di quasi tutti i paesi industrializzati, Grecia e Cipro compresi, ha contestato l’approccio che vedrebbe le riduzioni di spesa passare per il licenziamento di una parte dei dipendenti pubblici.

Le nostre richieste sono così sintetizzabili:

–     ritorno alla contrattazione come strumento regolatore di salari e carriere;

–     sblocco dei contratti nazionali;

–     rimozione del blocco degli stipendi che non permette un pieno dispiegarsi della contrattazione  integrativa;

–     istituzione di una commissione congiunta sugli sprechi i cui risparmi devono, almeno in parte, andare a finanziare miglioramenti economici per il personale;

–     superamento della falsa e ideologica meritocrazia disegnata da Brunetta per sostituirla con metodi e sistemi di valutazione seri e contrattati;

–     certezza dei tempi e della qualificazione dei fondi di contrattazione integrativa;

–     sblocco delle carriere con la rimozione del divieto, introdotto da Brunetta, di concorsi interni per l’accesso all’area dei funzionari ai quali è possibile partecipare solo se in possesso di laurea;

–     accordo nazionale sulla formazione.  

A fronte delle richieste puntuali e precise della CSE, la parte pubblica – in linea con quanto sin qui partorito dal tavolo – presentava un documento privo di contenuti, che si limitava solo a disciplinare la gestione degli esuberi, dava poche speranze alle nostre istanze di cambiamento e che, quindi, rendeva poco probabile una nostra condivisione.

Nonostante però alcune confederazioni (quelle, per capirci, che hanno firmato gli accordi interconfederali del 4 febbraio 2011), nel solco della loro subalternità a qualunque governo, si fossero rese disponibili a firmare il documento presentato dalla parte pubblica, la nostra azione e le proposte migliorative presentate da noi e da altre organizzazioni sindacali hanno trovato orecchie abbastanza attente nella controparte.

Al termine di una trattativa che è andata avanti per tutta la serata, la parte pubblica ha presentato un documento completamente cambiato, riempito di contenuti e nel quale molte delle proposte presentate dalla CSE sono state accolte

Il protocollo di intesa sul quale la Funzione Pubblica ha chiesto l’assenso di massima del sindacato contiene le seguenti modifiche

–     l’inserimento, come primo punto sulle relazioni sindacali, che è la contrattazione (e non la legge) a determinare non solo l’assetto retributivo ma anche quello di valorizzazione dei lavoratori; questa affermazione, seppur di principio, mette le basi per il superamento del blocco dei salari a quelli percepiti nel 2010;

–     superamento non solo delle fasce di merito ma dell’intero sistema di valutazione concepito da Brunetta e sin qui condiviso da una parte del sindacato (CISL, UIL, Confsal e UGL in primis);

–     razionalizzazione dell’uso del lavoro flessibile e affermazione del contratto a tempo indeterminato come forma ordinaria di risposta al fabbisogno di personale; 

–     ruolo primario della contrattazione e della formazione in eventuali processi di mobilità;

–     riappropriazione del ruolo di partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti (RSU) sui luoghi di lavoro;

–     rivisitazione del numero dei comparti di contrattazione nel pubblico impiego;

–     riattribuzione di un ruolo primario alla contrattazione nazionale nelle procedure di licenziamento per motivi disciplinari.

Crediamo che bastino questi pochi punti per dimostrare come ci sia totale discontinuità tra le novità di quest’ipotesi di protocollo di intesa e gli accordi confederali stipulati dai sindacati con Brunetta nei passati tre anni e mezzo. Altro che continuità con l’accordo del 4 febbraio 2011.

Basta questo per ritenerci soddisfatti?? Certamente no!! Sappiamo che i denigratori del lavoro pubblico sono sempre dietro l’angolo e che bisognerà vigilare lungo tutto l’iter che porterà alla legge delega e poi ai decreti delegati attuativi, che dovranno essere emanati in tempi brevissimi, e dovremo tenere alta l’attenzione sulle dichiarazioni di esubero a mezzo stampa che i ministri si divertono ad annunciare tutti i giorni.

Quello che è certo però è che vi sono segnali di cambiamento e di disponibilità all’ascolto del governo.

Lo svolgimento della trattativa dimostra, inoltre, che il ruolo dei lavoratori nella vita dei propri uffici può ancora essere riconosciuto se rappresentato da quella  parte di sindacato che non si è mai mostrata subalterna ai governi ma si è fatta spazio con la forza delle proprie idee di cambiamento, alternative al liberismo selvaggio e al taglio di personale come unica soluzione ai problemi di bilancio.

LA SEGRETERIA GENERALE CSE

In allegato, la piattaforma presentata da CSE

Si prega di dare la massima diffusione tra i lavoratori al presente Notiziario.

IL COORDINAMENTO GENERALE FLP DIFESA

Allegato:  La piattaforma di CSE

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