E HANNO PURE IL CORAGGIO DI DIRE CHE NON SI TRATTA DI TAGLI LINEARI !

Notiziario n. 93 del 6 luglio 2012 –

Riportiamo di seguito il Notiziario CSE  n. 16 del 6 luglio 2012 che contiene la prima valutazione della nostra Confederazioni sulle scelte operate dal Governo in materia di revisione della spesa pubblica e che saranno contenute nel secondo Decreto Legge sulla c.d. “spending review”:

Questa notte, al termine di un Consiglio dei Ministri “fiume”, il governo ha varato la manovra cosiddetta della “spending review” che entra in vigore già da oggi.

 Bisognerà leggere con molta attenzione il provvedimento prima di fornire valutazione sui singoli punti ma ascoltando questa notte la conferenza stampa di Monti e di alcuni dei suoi ministri non si può essere che preoccupati. Confermato il taglio del 20% dei dirigenti e del 10% del personale delle ex-qualifiche funzionali, già contenuto nel decreto legge 87/2012 per Presidenza del Consiglio, Ministero Economia e Finanze e Agenzie Fiscali; forte taglio ai servizi per i cittadini, sanità e giustizia in primis; forti tagli anche ai beni culturali che invece meriterebbero valorizzazioni di patrimonio e professionalità. Inutile dire che non vi sono invece tagli alle spese della politica né alle ingentissime spese militari: anzi, va avanti il progetto di tagliare sul personale civile della difesa per far spazio ai militari che saranno “dismessi” a breve. Su tutte le misure, quella più devastante è il blocco pluriennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, ormai prossimi alla fame, che ora tocca anche i dipendenti delle società pubbliche.

 Forse qualcuno in questo governo crede che i servizi – quelli alla persona in particolare – si forniscono da soli, che il sistema migliore per svolgere il lavoro della pubblica Amministrazione sia quello di affidarlo a personale malpagato, totalmente vilipeso e demotivato, che la lotta all’evasione fiscale si faccia diminuendo il numero di coloro che devono fare i controlli.  O più semplicemente, l’orizzonte breve di questo governo fa sì che ci sia disinteresse totale per i servizi ai cittadini e alle fasce più deboli della popolazione, attenzione alle banche (visto il salvataggio del Monte dei Paschi con 2 miliardi di euro pubblici) e abbandono della lotta all’evasione fiscale che evidentemente disturba in poteri forti del cui appoggio Monti è così preoccupato. Persino il taglio delle province, durante la conferenza stampa di stanotte, ha preso una piega sinistra. Un ministro si è lasciato scappare che dove non ci saranno più le province sarà anche più semplice razionalizzare (leggi tagliare) la pubblica amministrazione.

 Ora, la CSE è sempre stata favorevole, anzi ha sempre chiesto con forza l’abolizione (non la diminuzione) delle province ma per razionalizzare i costi e gli sprechi della politica non certo per desertificare interi e vasti territori in termini di servizi ai cittadini.  Certo, questo è un decreto legge e quindi deve essere convertito in legge dal Parlamento. La palla passa quindi a partiti e gruppi parlamentari, con un’avvertenza: stavolta la pazienza dei cittadini e dei lavoratori del pubblico impiego è finita!!!!  Se il governo dei professori finisce il suo mandato nella prossima primavera, i partiti devono presentarsi al giudizio dei cittadini alle prossime elezioni. Che sia chiaro quindi che la CSE si mobiliterà per modificare le misure più odiose di questo decreto legge ma allo stesso tempo indicherà a tutti i lavoratori pubblici quei partiti che voteranno in Parlamento le misure che tagliano posti di lavoro, stipendi e servizi ai cittadini.

 Se loro voteranno questo provvedimento i lavoratori pubblici non voteranno loro alle prossime elezioni!!!!

LA SEGRETERIA GENERALE CSE 

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