Dietro l’ipotizzato trasferimento di sede, c’è alle porte la soppressione della nostra Direzione Generale?

Notiziario n. 124 del 20 settembre 2012 –

L’attuale sede di Persociv: è prossimo l’addio?

La notizia ci è giunta  martedì pomeriggio 18 u.s., ed è stata davvero  un fulmine a ciel sereno: sarebbe   imminente il trasferimento di Persociv dalla sede attuale di viale dell’Università 4 a una nuova sede alla Cecchignola.   Come è nostro costume, abbiamo cercato di verificare la fondatezza della notizia, e il riscontro che abbiamo avuto ci porta a ritenere che la notizia non sia destituita da fondamento.

Preso atto del dato di cronaca,  ci siamo chiesti: si tratta di una semplice trasferimento di sede o c’è invece dell’altro, e di ben più preoccupante portata?  Noi pensiamo che ci potrebbe essere dell’altro,  e che questo “altro”  sia direttamente connesso e intrecciato proprio con i tagli della spending review di cui all’art. 2 Legge 14.08.2012, n. 135, di cui abbiamo ampiamente riferito nel Notiziario n. 118 dell’8 u.s.  Riflettiamoci insieme.

L’articolo in questione, al comma 1 let. a),  dispone la riduzione degli “uffici dirigenziali, di livello generale e di livello non generale e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 % di quelli esistenti” . Come già avvenuto a seguito delle tre riduzioni precedenti (Leggi 133/2008,  25/2009 e 148/2011) che hanno prodotto la soppressione di ben sei direzioni generali (Teledife; Terrarm; Navarm; Armaereo, Difesan e, da ultima, Geniodife),  questo quarto taglio degli Uffici Dirigenziali generali porterà quasi certamente alla perdita di un’altra direzione generale. Rispetto alle quattro ancora esistenti (Persociv; Persomil; Commiservizi e Previmil), tutti pensavamo toccasse a quest’ultima D.G. che si occupa dei trattamenti di quiescenza dei militari, di cause di servizio ed equo indennizzi: peraltro, era già stata in odore di soppressione a seguito L. 148,  vincendo alla fine il “ballottaggio” con Geniodife.  Ma forse non sarà così.

L’ipotizzato trasferimento di Persociv può essere il segnale di una scelta che nelle secrete stanze del nostro Ministero si starebbe operando: l’accorpamento in una unica Direzione Generale delle attuali Persociv e Persomil, naturalmente a guida di un Ufficiale Generale, e nella quale possiamo ben immaginare lo spazio che sarà riservato, in termini di gestione e di attenzione, alle questioni dei civili.

Se confermato, sarebbe davvero un bruttissimo segnale,  che peraltro farebbe  il paio con tutti i segnali che abbiamo avuto nel corso di questi ultimi mesi: molte riunioni, tante parole e impegni, ma poi la sostanza è apparsa sempre la stessa. Proviamo a fare la lista:  un disegno di legge delega di riforma che ci penalizza e che non contiene nulla di quello che avevamo chiesto;  una spending review che colpisce al cuore i lavoratori civili e militari (non però i Carabinieri, i Poliziotti, i Vigili del Fuoco, etc..: si leggano i comunicati di denuncia dei Cocer…);  decisioni dei Vertici al netto di qualsiasi informazione  alle OO.SS. come nel caso del riordino della Sanità militare (già in operativo: abbiamo letto messaggi che preannunciano la chiusura al 30 novembre p.v.  di DMML e al 7 dicembre p.v.  di Comandi di Sanità),  e chissà a cosa dovremo ancora assistere nei prossimi mesi, soprattutto se il percorso parlamentare del disegno di legge delega dovesse andare a rilento, come ora sta avvenendo.

Verificata la notizia del trasferimento di Persociv, abbiamo pensato di richiedere il solito incontro al Ministro, come abbiamo fatto subito dopo aver saputo delle disposizioni di Di Paola sul riordino della sanità, e come hanno fatto dopo di noi anche altre sigle. Siamo ancora in attesa della convocazione……

Forse, però, è bene cambiare registro. E’ arrivato il momento di interrogarci: viviamo una fase drammatica, nella quale si stanno operando scelte che come componente civile potremmo pagare amaramente in prospettiva. Dovremmo reagire, difenderci, far sentire alta la nostra voce e la nostra protesta.  Ma per far questo c’è bisogno di un Sindacato unito, compatto, che parla ad una voce e che si muove tutto insieme. Riflettiamoci tutti, i tavoli separati stanno producendo più danni della grandine!

(Giancarlo Pittelli)

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