Il Governo torna al T.F.S. e non rimborsa la trattenuta del 2,5% sottratta ai lavoratori dal 1.1.2011

Notiziario n. 144 del 29.10.2012 –

Riportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 58 del 29.10.2012 relativo al decreto legge varato venerdì scorso dal Governo con il quale intende bloccare gli effetti del pronunciamento della Corte Costituzionale n. 223/2012 sulla trattenuta del 2,5% ai fini della buonuscita.

Venerdì scorso è stato varato dal Consiglio dei Ministri un decreto legge riguardante la ormai annosa questione del prelievo illegittimo del 2,5% ai fini della buonuscita a far data dal 1° gennaio 2011.

Con questo decreto – non ancora depositato alle Camere e che quindi andrà letto con attenzione per capirne i risvolti – il Governo dà attuazione, a suo modo, alla sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012, abrogando l’articolo 12, comma 10 del Decreto Legge n. 78/2010 e facendo tornare così la buonuscita dei dipendenti pubblici al regime del TFS, più vantaggioso del calcolo del TFR introdotto nel 2010.

Facciamo però un po’ di ordine nella giungla legislativa, a beneficio di tutti i lavoratori:

* con l’accordo quadro sull’istituzione dei fondi di previdenza complementare del 29 luglio 1999, confederazioni sindacali e ARAN decidevano che i lavoratori potevano optare per la trasformazione del TFS in TFR all’atto di adesione ai fondi di previdenza complementare; dalla data dell’opzione, il contributo del 2,5% sullo stipendio non poteva più applicarsi ma veniva “fiscalizzato”, cioè la retribuzione lorda si riduceva proporzionalmente;

 * con DPCM del 20 dicembre 1999, il Governo stabiliva che per coloro che erano assunti a far data dall’entrata in vigore del DPCM stesso – cioè il 1° gennaio 2000 – e che erano automaticamente in regime di TFR, il contributo del 2,5 per cento fosse “fiscalizzato” per non creare (sic!) disparità di trattamento con coloro che, in regime di TFS, pagavano ordinariamente quella somma;

 * con il Decreto Legge 78/2010, il Governo decideva invece di estendere d’ufficio il regime del TFR, meno vantaggioso per i lavoratori rispetto a quello del TFS, ma di mantenere la trattenuta del 2,5% sugli stipendi che per i lavoratori privati era (ed è) a carico dei datori di lavoro.

Da qui la denuncia immediata della FLP con i notiziari del gennaio 2011 e le cause dei magistrati amministrativi che hanno portato alla pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo quel prelievo.

Con il Decreto Legge varato venerdì, il Governo non restituirà il prelievo del 2,5% ma ripristina quanto meno il calcolo della buonuscita più favorevole ai lavoratori rispetto a quello del TFR.

Quello che non è chiaro e che capiremo leggendo il testo del decreto legge è cosa avverrà per i lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 2001. Ha senso, infatti, mantenere a loro carico la “fiscalizzazione” dell’onere non più dovuto visto che sono già in regime di TFR?? O sarà esteso anche a loro (ne dubitiamo) il calcolo più vantaggioso della buonuscita??

 E cosa succederà per coloro che sono andati in pensione in quest’ultimo anno e mezzo, lo Stato restituirà loro il 2,5% del salario o sarà ricalcolata la buonuscita??

 Ciò che invece è certo è che il ministro Tremonti e i tecnici che elaborarono lo “scippo” del 2,5% del salario hanno fatto la fine dei bambini presi con le mani nella marmellata e ora il Governo è costretto a ripristinare di fretta e furia il calcolo precedente della buonuscita che costoro avevano tentato di cambiare per fare cassa.

Solo che i bambini presi con le mani nella marmellata vengono puniti, il ministro Tremonti invece continua a “pontificare” in televisione anziché chiedere scusa per i danni arrecati al Paese e i tecnici che hanno pensato e costruito la norma che ha “scippato” i lavoratori pubblici – ovvero i vertici del Ministero dell’Economia – sono addirittura diventati ministri del Governo Monti e uno di loro ricopre l’ambita carica di Ministro dell’Economia e continua a far danni ai lavoratori pubblici tentando blocchi delle retribuzioni e dei contratti.

Infine una considerazione: abbiamo visto giusto a non far presentare ricorsi a tutti i lavoratori, con esborso di denari, e a non aver voluto lucrare sulla loro pelle.

 Proprio il timore che ci fossero “strane” disposizioni legislative ci ha portato a pensare che fosse meglio presentare ricorsi “pilota” a nostro carico anziché chiedere soldi ai lavoratori.

 Ma ora cosa succede?? È sufficiente questo decreto per ritenerci soddisfatti?

 Come abbiamo già detto, prima lo leggeremo e analizzeremo, poi tenteremo di cambiare le parti che non dovessero piacerci, infine valuteremo il da farsi e potete scommettere sul fatto che vi terremo informati e che continueremo le nostre battaglie.

LA SEGRETERIA GENERALE FLP 

Allegato 1 : Comunicato stampa Consiglio dei Ministri n. 51 del 26.10.2012

Allegato 2: Il testo dello schema di provvedimento che gira sul web

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