Da CSE, un no secco a ogni ipotesi di proroga del blocco delle retribuzioni, dei contratti e dell’indennità di vacanza contrattuale

Notiziario n. 26 del 1 marzo 2013 –

Il Ministro della F.P. Patroni Griffi con il Presidente Monti

Il Ministro Patroni Griffi con il Presidente Monti

Riportiamo di seguito il Notiziario CSE n. 2 del 1 marzo 2013 relativo alla riunione avvenuta in data di ieri tra l’Aran e le Confederazioni maggiormente rappresentative del P.I., che ha avviato il confronto tra le Parti in materia di disciplina di alcuni istituti riguardanti il contratto di lavoro a tempo determinato.

Ma la notizia del giorno, rilanciata da un articolo di Italia oggi di ieri, è l’ipotizzato decreto che il Governo si accingerebbe a varare nella prossima settimana per prorogare il blocco dei contratti e delle nostre retribuzioni, ipotesi sulla quale la CSE ha assunto una posizione di netto e radicale  dissenso.

 “Due visioni diverse e contrapposte dei compiti e degli obiettivi del confronto sul precariato nella PA sono emerse ieri con chiarezza al termine del confronto tra Aran e Confederazioni sindacali.

La proposta di parte pubblica infatti come del resto evidenziato nell’atto di indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi è per noi assolutamente insoddisfacente rispetto ai due obiettivi primari che il nostro sindacato si pone.

La CSE ritiene infatti che con l’accordo quadro da stipulare all’Aran debbano essere poste le condizioni per rendere concreta e possibile la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari all’interno delle Pubbliche amministrazioni.

Perché negli anni questi rapporti di lavoro si sono di fatto consolidati, nella stragrande maggioranza dei casi non sono temporanei ma assolutamente essenziali al funzionamento delle attività e dei servizi resi.

L’altro aspetto fondamentale per noi è quello di prevedere, all’interno della nuova regolamentazione delle modalità di utilizzo dei rapporti di lavoro temporanei, la proroga dei contratti in scadenza al 31 luglio 2013.

 Questo, infatti, era ed è uno degli obiettivi principali definiti nei mesi scorsi con il Ministro della Funzione Pubblica a seguito della stipula dell’accordo del 3 maggio 2012 sul lavoro pubblico.

La proposta di parte pubblica invece, a nostro parere, mira sostanzialmente a consacrare, mediante un accordo con il sindacato, limiti e paletti, non tanto all’utilizzo del lavoro precario, che anzi verrebbe incentivato in ossequio alla legge Fornero, quanto alla possibilità di prevedere rinnovi dei contratti e procedure di stabilizzazione dei lavoratori. E su questo ovviamente non ci stiamo !

Tra l’altro la trattativa parte già in salita in quanto l’atto di indirizzo, in applicazione di quanto previsto dalla legge Fornero ed in ossequio ai vincoli ancora vigenti del D.Lgs. 150/2009 prevede una forte limitazione all’autonomia negoziale delle parti, riservando ad atti emanati dal Ministro, “sentite le OO.SS.” gli ambiti, le modalità ed i tempi di armonizzazione della normativa in oggetto alla P.A. E questo lo si è visto sia negli spazi, molto limitati, che l’atto di indirizzo assegna alla negoziazione, sia nella decisione, tutta politica, di escludere dalla trattativa in sede Aran il personale della scuola, destinatario di norme e contratti diversi. Inoltre permane all’attualità l’ambiguità dell’efficacia dell’eventuale accordo sul personale del comparto della sanità.

Dobbiamo quindi essere tutti consapevoli delle strettoie e dei limiti di un confronto che rischia di essere tutto interno alle logiche della controparte, figlio delle politiche di questi anni di scandalosi tagli lineari, di depotenziamento della Pubblica amministrazione e dei servizi sociali, di precarizzazione dei rapporti di lavoro, di attacco al reddito ed al potere d’acquisto dei lavoratori.

Mentre infatti ci chiedono di “confrontarci” su flessibilità, precarietà, effetti della spending review e sistema “annacquato” di relazioni sindacali, dall’altra parte lavorano, come si è visto in questi giorni, per reiterare con un Decreto il blocco dei contratti, delle retribuzioni e della misera vacanza contrattuale dei dipendenti pubblici fino a dicembre 2014!!

Nel riaffermare la nostra assoluta contrarietà all’emanazione da parte di un governo ormai in carica solo per l’ordinaria amministrazione di un Decreto quale quello del blocco delle retribuzioni che ha riflessi notevoli sulle condizioni di vita di milioni di lavoratori, riteniamo come sia assolutamente evidente che bisogna invertire l’agenda delle priorità evitando che per i prossimi mesi si ripeta il balletto delle riunioni “inconcludenti”, senza che si affrontino invece, in modo concreto, le problematiche relative al rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, alla difesa del posto di lavoro, alla valorizzazione delle professionalità e dell’impegno dei lavoratori.

Pur con queste valutazioni critiche la CSE comunque non si sottrarrà al prosieguo del confronto in sede Aran ed in tale sede cercherà, con coerenza ed impegno, di lavorare per la definizione di un accordo che però risponda alle esigenze ed alle aspettative dei lavoratori e non certamente  a quelle del datore di lavoro.

La riunione è stata aggiornata al 15 marzo e per quella data l’Aran dovrebbe predisporre una prima ipotesi di lavoro “comune”.  

                                                                                                                                              LA SEGRETERIA GENERALE CSE

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