Audizione del Capo di SME. Per il gen. Graziano, il blocco delle retribuzioni dei militari è un “problema etico”

Notiziario n. 67 del 15 giugno 2013 –

Il Capo di SME, gen. Claudio Graziano

Il Capo di SME, gen. Claudio Graziano

Proseguono, presso le Commissioni Difesa di Camera e Senato riunite congiuntamente, le audizioni dei vertici delle Forze Armate. Dopo l’audizione del Capo di SMD, amm. Binelli Mantelli, di cui abbiamo dato conto nel precedente Notiziario n. 61 del 30 maggio u.s., è stata la volta del Capo di Stato Maggiore Esercito, gen. Claudio Graziano, che è stato audito il 5 giugno u.s.. Ne diamo conto solo ora, perché il resoconto con l’intervento del Capo di SME è stato pubblicato sul sito del Senato solo qualche giorno fa.

Il Capo di SMD ha esordito dicendo che la F.A. è alla vigilia di una profonda trasformazione, che “costituisce una vera sfida”  e “inciderà su tutti i settori, imponendo scelte dolorose, ma inevitabili”.  Detta riorganizzazione comporterà una contrazione del personale militare del 20% rispetto al modello 2001, e dunque da 112.000 a 90.000 unità, “con una riduzione del 30% dei dirigenti e del 30 % delle strutture organizzative, da conseguire entro il 2018”.   Per quanto riguarda  il personale civile, “che nell’Esercito conta attualmente circa 9.800 unità” ,  si dovrà arrivare “ad una consistenza pari a 6.800 unità a fine processo… che avverrà”, come dirà più oltre, “in modo graduale in base alle fuoruscite fisiologiche”

Dopo aver fornito alcuni numeri in merito all’impegno della F.A., “chiamata a garantire, senza soluzione di continuità, un impegno medio annuo nelle operazioni all’estero di circa 6000 uomini e donne” , il gen. Graziano è passato ad illustrare l’attuale organizzazione dell’Esercito; ha poi fornito dati molto interessanti sul bilancio finanziario della F.A. (“oggi, ben il 79% delle risorse finanziarie è dedicato al personale, il 15% all’investimento in mezzi e materiali e solo il restante 6%, in prima approssimazione, è dedicato all’Esercizio”),  che denotano squilibri ben superiori rispetto alla media finora indicate dal Vertice politico (rispettivamente: 70, 18 e 12%), segnalando che la F.A. riesce a tenere ancora sul fronte finanziario “solo grazie  alle risorse aggiuntive rese disponibili dal finanziamento delle missioni internazionali”.

Entrando successivamente nel merito del processo di riorganizzazione della F.A. in attuazione della legge delega n. 244/2012,  il Capo di SME ha confermato che “l’area territoriale e quella infrastrutturale saranno accorpate per ottenere una gestione unitaria delle infrastrutture,  riducendo i relativi organi da 20 a 7” ; per quanto attiene l’area territoriale ex LRM (leva, reclutamento e mobilitazione), il processo di riduzione sarà più corposo, essendo prevista “la chiusura di 87 Enti e unità e la riorganizzazione di 127 Enti, da completare entro il 2018”.  Si tratta di numeri che danno la misura della profondità del processo di riduzione cui andrà incontro l’Esercito nei prossimi anni,  che interroga tutti sulla possibilità della F.A., già fortemente debilitata dai tagli dell’era Berlusconi-Tremonti, di uscire bene da un processo di queste dimensioni in così pochi anni.  E’ una domanda che avevamo rivolto a Di Paola, senza ottenere alcuna risposta.

Successivamente, il Capo di SME si è soffermato sui due provvedimenti attualmente all’esame del Parlamento, il primo relativo alla c.d. “armonizzazione” delle regole per il collocamento in pensione del personale militare per adeguarlo a quelle più penalizzanti della riforma Fornero; il secondo, relativo alla proroga del blocco al 31.12.2010 del trattamento economico, che tocca anche il personale militare. In merito al primo provvedimento, dopo aver ricordato che il personale militare non dirigente ha la possibilità di lasciare il servizio a 55 anni di età atteso che con tutti gli abbuoni “vengono mediamente raggiunti i previsti contribuiti di 41 anni e 5 mesi”,  ha auspicato il mantenimento delle attuale regole, con il plauso convinto di molti parlamentari dell’attuale maggioranza.  Chissà cosa ne pensano i lavoratori esodati o le molte “vittime” della riforma Fornero,  tra le quali vanno annoverati anche i tanti lavoratori civili per i quali il pensionamento è stato rinviato di alcuni anni!   Per quanto riguarda invece la proroga del blocco dei trattamenti economici in essere al 31.12.2010,  il gen Graziano ha detto che, in qualità di Capo di SME,  sentiva “il dovere di rappresentare a quelle Commissioni l’aspettativa forte del personale  affinchè si tenga conto della specificità del comparto”, ricordando a tal riguardo “che le progressioni di carriera e le anzianità di servizio rappresentano altrettanti aspetti importanti nella struttura organizzativa e nella sua efficienza”, addirittura affermando esiste c’è “un problema etico connesso a tale situazione”. E’ di tutta evidenza che il Generale Graziano, pronunciando queste frasi che abbiamo tratto testualmente dal testo del resoconto, ha parlato verosimilmente più da militare che da Capo dell’Esercito, e diciamo questo con una certa amarezza. Ove il gen. Graziano avesse infatti parlato da Capo dell’Esercito, si sarebbe ricordato che dentro la sua Forza Armata, oltre ai colleghi militari degni di giuste attenzioni,  operano anche migliaia di lavoratori civili che hanno trattamenti economici di gran lunga inferiori a quelli dei militari con i quali debbono comunque mantenere le proprie famiglie,  non godono di benefit di alcuna natura (per esempio, pagano l’affitto per la propria abitazione o pagano un mutuo, non godendo di appartamenti di servizio)  e hanno le carriere anch’esse bloccate, atteso che neanche i passaggi di fascia (non le promozioni!) possono oggi essere corrisposti. Se allora parliamo, come ha fatto il gen. Graziano, di “problema etico”,  beh, quello che tocca i lavoratori civili in conseguenza dei blocchi intervenuti non può che essere considerato almeno altrettanto “etico”,  ma di esso il gen. Graziano non ha fatto menzione alcuna.  Proprio per questo,  questa parte dell’intervento del gen. Graziano ci è apparsa davvero una caduta di tono, che non possiamo evitare di segnalare con amarezza ai colleghi.

Troverete pubblicato, di seguito,  l’intervento integrale del gen. Graziano pronunciato nel corso dell’audizione del 5 u.s. ;  in aggiunta,  troverete pubblicato anche il testo dell’intervento del Capo del 1° Reparto di SMD, gen. Franco Marsiglia, che è stato audito,  qualche giorno dopo, in merito al Regolamento di armonizzazione pensionistica attualmente all’esame della Commissione Difesa, su cui si è anche soffermato il gen. Graziano.

 Mercoledì 20 p.v., è prevista l’audizione del Capo di SMM, amm. Giuseppe De Giorgi, su cui riferiremo in un successivo Notiziario.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: Testo intervento del Capo Stato Maggiore Esercito 05.06.13

Allegato 2: Testo intervento del Capo del 1 Reparto di SMD

Allegato 3:  video dell’audizione del Capo di Stato Maggiore Esercito

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