Dopo il blocco dei contratti, ora vorrebbero negarci anche il diritto alla salute

Notiziario n. 35 del 5 aprile 2014 –

L'ex Ministro D'Alia che ha firmato la circolare

L’ex Ministro D’Alia che ha firmato la circolare

Riportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 14 del 04.04.2014 relativo agli inaccettabili contenuti della circolare n. 2/2014 con la quale la Funzione Pubblica “chiarisce” che per visite diagnostiche e specialistiche o terapie bisognerà usare i permessi retribuiti oppure istituti ritenuti similari escludendo l’assenza per malattia.

 ” La nostra classe politica dimostra ancora una volta di disprezzare i lavoratori che assicurano ogni giorno i servizi alla collettività. Dopo il blocco dei contratti, degli stipendi e delle carriere, infatti, ora arriva anche la negazione del diritto alla salute.

Il decreto legge 101/2013, convertito nella legge 125/2013, ha introdotto disposizioni restrittive in materia di assenze per malattia dei dipendenti pubblici al fine di “contrastare il fenomeno dell’assenteismo nelle pubbliche amministrazioni”.  In particolare la legge ha modificato la normativa vigente in materia di assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici, prevedendo espressamente che, per effettuarli, non si possa più ricorrere all’assenza per malattia, nemmeno nel caso in cui siano già stati utilizzati i giorni di permesso retribuito per documentati motivi personali.

Ovviamente, non si è fatto attendere più di tanto l’intervento della Funzione Pubblica la quale con la Circolare n.2 del 17 febbraio scorso, a firma dell’ex-Ministro D’Alia, chiarisce che per visite diagnostiche e specialistiche o terapie bisogna usare i permessi retribuiti oppure istituti che la Funzione Pubblica ritiene similari ma che tali non sono e cioè permessi brevi per motivi personali o banca delle ore.

Una vera e propria aberrazione che vorrebbe cancellare diritti costituzionalmente garantiti come quello alla salute, previsto dall’articolo 32 della Costituzione, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.    Questa restrizione viene per di più imposta in una situazione generale di innalzamento progressivo dell’età media dei dipendenti pubblici conseguente anche all’impossibilità di accedere alla pensione per effetto della controriforma Fornero.

Ci chiediamo: cosa succederà se e quando il dipendente avrà terminato le ore di permesso per motivi personali e quelle di permesso breve (la cui durata giornaliera non può superare la metà dell’orario di lavoro ed è pari a 36 ore annue)? Dovrà utilizzare le giornate di ferie?

E cosa pensano i nostri governanti, che ci divertiamo a prendere giornate di malattia per poterci curare anche quando non ne abbiamo bisogno? Ricordiamo a costoro che oggi per chi si ammala c’è una decurtazione non solo del salario di produttività ma anche di parti del salario di base e che nessuno rinuncia volentieri a quote della propria retribuzione se non è necessario.

Ricordiamo invece ai lavoratori che comunque la visita specialistica, la prestazione diagnostica o la terapia possono essere concomitanti con una situazione di malattia, che in questi casi farà sempre fede il certificato di malattia del proprio medico curante e che l’attestazione dell’avvenuta visita (o terapia ecc.) servirà solo a giustificare l’assenza dal proprio domicilio in caso di visita fiscale.

Davvero non riusciamo a comprendere come chi ci governa sia arrivato a disprezzarci così tanto da non comprendere che misure come questa, lungi dal portare soldi nelle casse dello Stato, possono rivelarsi provvedimenti-boomerang non solo per l’effetto diretto ma per quello indiretto dal quale già cent’anni fa scienziati dell’organizzazione, pur di matrice conservatrice, mettevano in guardia.

Infatti, a forza di essere trattati come delinquenti abituali, i lavoratori perdono motivazione e mettono, anche non volontariamente, in atto forme di autodifesa che sono controproducenti anche per i “padroni”.

I sindacati servono a tutelare i lavoratori e ad incanalare le giuste rivendicazioni individuali in contratti e vertenze collettive che vedano i lavoratori prestare la propria opera più sereni e liberi dai bisogni e l’azienda (in questo caso lo Stato e la collettività) prosperare. Purtroppo, i governi che si sono succeduti dimostrano di non tenere in alcun conto i rappresentanti dei lavoratori (a meno che non siano disposti a scambi indicibili che pure sono avvenuti nel recente passato) ed hanno inoltre la convinzione di poter gestire un rapporto diretto con i lavoratori contraddistinto da minacce, insulti e tagli di salario.   È ora che i lavoratori facciano sentire la propria voce e che si organizzino, anche con misure di autodifesa, contro leggi o circolari che intendono tagliare anche i diritti elementari.

La FLP, sia chiaro, si opporrà con ogni mezzo a questo ennesimo attacco ai diritti (tutelati anche costituzionalmente) dei lavoratori pubblici.

Nell’incontro che la nostra confederazione avrà con il nuovo Ministro della Pubblica amministrazione, Madia, questo problema sarà certamente posto con forza. Stiamo inoltre valutando eventuali profili di illegittimità della norma in questione.

Stavolta davvero si è passata la misura e non abbiamo alcuna intenzione di stare fermi e aspettare                                                                                                  LA SEGRETERIA GENERALE FLP

Allegat0 1: 17.02.2014 – Circolare F.P. n. 2-2014 – assenze per visite, terapie, prestazioni speialistiche ed esami diagnostici

Allegato 2: Comunicato di PERSOCIV

N.B. :  A tal proposito, rendiamo noto che la questione è stata sottoposta dalla nostra Confederazione CSE direttamente alla attenzione della Ministra della FP Marianna  Madia nel corso dell’incontro avuto con la stessa proprio in data odierna a Palazzo Vidoni,  e che sarà oggetto di successivo e specifico Notiziario, al quale naturalmente rinviamo.