Le riforme non si fanno per decreto e senza sentire i rappresentanti dei lavoratori

Notiziario n. 46 del 5 maggio 2014 –

Renzi e Madia illustrano le linee di  riforma P.A.

Renzi e Madia illustrano le linee di riforma

Riportiamo di seguito il Notiziario CSE n. 6 diffuso in data odierna, con il testo del comunicato stampa nel quale il Segretario Generale Marco Carlomagno sintetizza la posizione della Confederazione sulla ventilata riforma della Pubblica Amministrazione.

” Al termine del Consiglio dei Ministri del 30 aprile, il Presidente del Consiglio Renzi ha comunicato che tra un mese il Governo emanerà un decreto di riforma della Pubblica Amministrazione. Poco dopo il Governo ha reso nota una lettera con la quale il Governo “notifica” le decisioni del Governo ai dipendenti pubblici e li invita a inviare proposte ad una casella di posta elettronica.

A questo proposito è intervenuto Marco Carlomagno, Segretario Generale della Confederazione Indipendente Sindacati Europei (CSE), Confederazione maggiormente rappresentativa nel pubblico impiego, che ha dichiarato: “Sono anni che chiediamo un cambio di rotta ai vari Governi nella lotta agli sprechi, alle consulenze, alla corruzione che gonfia appalti e acquisti. Abbiamo consegnato negli ultimi giorni ad alcuni ministri dossier precisi sugli sprechi. Ora aspettiamo che qualcosa cambi per davvero. Certo è che la vera rivoluzione nella pubblica amministrazione sarebbe il ritiro della politica dalla gestione ma le prime nomine del Presidente del Consiglio proprio a Palazzo Chigi non ci pare vadano in questo senso”. Per una amministrazione pubblica davvero al servizio del cittadino – continua Carlomagno – serve la semplificazione delle procedure amministrative, farraginose in ogni campo, e la riduzione dei livelli di Governo. Oggi ogni adempimento o autorizzazione diventa una via crucis perché le procedure sono studiate per una ristretta di iniziati. Si inizi a semplificare il codice degli appalti, modificato decine di volte negli ultimi due anni”.

“Riguardo ai lavoratori – conclude il Segretario Generale della CSE – non servono altre norme che persino gli organismi internazionali, l’OCSE in primis, sconsigliano. Piuttosto che fare altre leggi se ne cancelli qualcuna, più dannosa che inutile. Siamo favorevoli a forme maggiori di accountability e di valutazione delle performance, ma non basta smettere di insultare i lavoratori per restituire loro la motivazione che Brunetta e altri hanno portato ai minimi storici. Oltre alle pacche sulle spalle chiediamo che il Governo ci convochi subito per il rinnovo dei contratti. Ciò che invece sarebbe inaccettabile è una riforma fatta per decreto e senza nessun confronto con i legittimi rappresentanti dei lavoratori. Si creerebbe solo caos e si raggiungerebbero certamente risultati inferiori a quelli che un confronto con chi conosce bene la pubblica amministrazione potrebbe portare.

                                                                                                                                            L’UFFICIO STAMPA CSE  “

Allegato: Il testo della lettera di Renzi e Madia ai dipendenti pubblici