Dottor Renzyll e Mister Hide? Le uscite ferragostane del nostro Premier Matteo Renzi

Notiziario n. 91 del 2 settembre 2014 –

drrenzyll_2Riportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 28 del 1.09.2014,  in cui la nostra Federazione commenta alcune uscite ferragostane del nostro Presidente del Consiglio.

Il 14 agosto scorso il Presidente del consiglio Renzi ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa: “La crescita non si innesca abbassando i salari e facendo riforme che dovrebbero essere finalizzate all’abbassamento della qualità della vita dei lavoratori con la motivazione che saremmo più competitivi”.   Di fronte a dichiarazioni di questo genere ci sembra di essere davanti ad una sorta di dottor Jekyll e Mr. Hyde, un personaggio che si trasforma a seconda delle circostanze.

Si, perché mentre come premier dice cose condivisibili come quelle riportate, come datore di lavoro pubblico ha appena chiesto (e ottenuto) la fiducia del Parlamento sul modello di “non riforma” della Pubblica Amministrazione dal nome inutilmente pomposo: “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”, rifiutando ogni modifica nonostante le iniziative e le proposte che tutto il mondo sindacale (la CSE/FLP in particolare) ha avanzato alla “politica”.

Non solo, ma per quanto riguarda il disegno di legge che dovrebbe contenere “la polpa” e cioè le indicazioni operative e i provvedimenti attuativi, ancora si brancola nel buio e le cose che trapelano descrivono un quadro di leggi su leggi che dovranno essere varate per applicare la “non riforma” in un contesto nel quale non si comprende assolutamente quale sia il modello di riferimento e l’obiettivo da perseguire tanto che arrivano critiche feroci non solo dalle parti sociali, mai sentite, ma dagli stessi ambienti della maggioranza di Governo, oltre che ovviamente dall’opposizione, all’interno della quale persino un pessimo ex-Ministro della Funzione Pubblica può divertirsi a fare a pezzi i provvedimenti della sempre più imbarazzata Ministra Madia.

Come se non bastasse, pochi giorni dopo le dichiarazioni di Renzi, è trapelata da ambienti governativi la notizia di un nuovo e ulteriore blocco contrattuale per i dipendenti pubblici i quali hanno già contratti e carriere bloccati dal 2009.

È ora che il Premier capisca che non si può, con disinvoltura, dire tutto e il contrario di tutto: non è possibile dire al mattino che le condizioni dei lavoratori non devono peggiorare e il pomeriggio fare cassa con i dipendenti pubblici.

Il problema della spesa pubblica non si risolve con un altro blocco contrattuale ma mettendo mano ai reali problemi economici di questo Paese: evasione fiscale e corruzione (spesso legata alla politica). Due problemi che continuano a non essere affrontati o meglio che sono oggetto di annunci continui ai quali non seguono i fatti.

Solo con una seria lotta all’evasione fiscale si recuperano i grandi capitali che ogni anno vengono sottratti alla comunità; solo con la reale lotta alla corruzione si taglia spesa pubblica improduttiva. Ed è meglio chiarire subito che per noi anche il proliferare di società partecipate e in house – che non sono un’esclusiva dei comuni – per finanziare la politica o “sistemare” politici incapaci è una forma di corruzione!

Se invece si vogliono risolvere i problemi dei cittadini e del rapporto con l’iperburocrazia, si dicano subito quali procedure il Governo intende snellire da domani per migliorare la situazione dei cittadini strozzati dalle procedure di “caste” che cercano di perpetuare il loro potere abusando del sapere tecnico.

Stranamente, sono le stesse caste che impediscono qualunque forma di semplificazione a chiedere – dall’alto dei loro stipendi di centinaia di migliaia di euro all’anno – di ridurre i costi attraverso i blocchi contrattuali o la diminuzione dei servizi periferici ai cittadini anziché intervenendo pesantemente sulla semplificazione.

Si giudichi l’alta burocrazia per la sua capacità di semplificare e farsi carico del rapporto con i cittadini e i loro bisogni anziché varare riforme che sottomettano ancor di più l’amministrazione alla politica. Abbiamo già visto cosa combina la politica quando pretende di occuparsi di gestione. Non è certo di ministri e sottosegretari che pretendono di decidere anche chi deve gestire i bar interni degli ospedali ciò di cui hanno bisogno i cittadini!

Ed è proprio a loro che continueremo a rivolgerci visto che siamo un sindacato che ha le mani pulite e libere. Al massacro mediatico dei lavoratori pubblici e delle loro rappresentanze, con pagine e pagine di giornale riempite dal taglio dei permessi e delle prerogative sindacali siamo pronti a rispondere con la forza delle nostre proposte.

Altri sono troppo preoccupati che qualcuno tocchi CAF e Patronati per fare critiche vere e nuove ad una non riforma e devono accontentarsi di disegnare scelte di opposizione “gandhiana” (che nessuno lavoratore pubblico ha visto).

Quindi, di fatto, nessuna reazione vi è stata da parte di costoro ai provvedimenti presi dal Governo che non migliorano i servizi al cittadino, che pretendono di risolvere lo stato devastante e farraginoso della macchina informatica del pubblico impiego con l’attribuzione di un “pin”, continuano a tenere bloccati i contratti (dal 2010) e se ne fregano bellamente dei più di tremilionidipubblicidipendenti che invece sono il vero nodo e la vera scommessa su cui incentrare una seria politica di riforma della P.A, E quindi, niente carriera, niente contratti, niente formazione, ma mobilità forzata e demansionamento.

Come CSE/FLP abbiamo da subito fatto una scelta chiara che è stata quella di informare i lavoratori e di essere presenti sui luoghi di lavoro con le nostre comunicazioni e le nostre proposte; di intervenire nelle Pubbliche Amministrazioni cercando di segnalare sprechi, esternalizzazioni dei servizi, duplicazioni di attività e funzioni, società in house con organici faraonici, consulenze ancora in funzione e, ultime e non per importanza, lo scandalo delle società municipalizzate, veri centri del nuovo potere e dello scambio politico.

Una seria spending review che se veramente applicata, forse, consentirebbe di recuperare i miliardi necessari anche per rinnovare i contratti di lavoro nel pubblico impiego.

Continueremo su questa traccia e con questo impegno anche nei prossimi mesi, denunciando all’opinione pubblica e segnalando alle Amministrazioni competenti quello che non può essere cambiato se non dall’interno della P.A., utilizzando le risorse umane, il lavoro ed i saperi della stessa pubblica amministrazione sana, per una nuova e diversa politica verso i bisogni dei cittadini. Altro che mobilità coatta e demansionamento del personale, riduciamo gli sprechi e rinnoviamo i contratti!!

                                                                                                   LA SEGRETERIA GENERALE FLP