Per la FLP/CSE, serve uno sciopero generale e unitario, non la divisione del fronte sindacale

Se pensassimo di lottare solo e soltanto per diritti – pur importanti – di categoria senza connetterli a quelli generali, faremmo il gioco delle nostre controparti e alimenteremmo la guerra di tutti contro tutti. Non possiamo permetterci che il lavoro pubblico sia diviso da due, tre o anche quattro diversi scioperi.

Notiziario n. 121 del 21 novembre 2014 –

sciopero-generaleRiportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 38 di data odierna con il quale la nostra Federazione illustra le ragioni dello sciopero generale, che auspica vivamente non costituisca occasione di divisione del fronte sindacale,  che deve invece arrivare unito a questo importante appuntamento –per questo FLP sta lavorando – che deve diventare una unica e grande giornata di lotta che coinvolga tutte le OO.SS. del P.I.

“Nella giornata di ieri il Segretario Generale della nostra Confederazione CSE ha lanciato la mobilitazione che dovrà portarci allo sciopero ed ha auspicato che su questo vi sia l’unità sindacale.

La FLP, nel condividere tutte le argomentazioni del Comunicato Stampa CSE, crede che sia opportuno che tutti i lavoratori del pubblico impiego comprendano le ragioni di una scelta che ci vede, pur diversi dai sindacati storici per modalità di lotta e per piattaforme rivendicative, schierati per uno sciopero generale e unitario.

Perché uno sciopero generale

Mai come in questi mesi l’attacco al lavoro non è limitato ai dipendenti pubblici – come è spesso successo negli ultimi anni – ma ai diritti complessivi del lavoro.

È indecoroso il tentativo di contrapporre segmenti del mondo del lavoro e fomentare una guerra tra occupati, disoccupati e sottoccupati, lasciando intendere che la soluzione per gli uni si possa trovare solo a scapito di altri. Per ultima, la politica di impoverimento dei pensionati, che parte da lontano, con il corollario della negazione del diritto ad andare in pensione e di andarci con trattamenti decenti, aggrava ancora di più la situazione economica e la coesione sociale.

In un tale quadro, se pensassimo di lottare solo e soltanto per diritti – pur importanti – di categoria senza connetterli a quelli generali faremmo il gioco delle nostre controparti e alimenteremmo la guerra di tutti contro tutti.

Il Governo vorrebbe farci passare – agli occhi del Paese – per categoria privilegiata e improduttiva.  Il messaggio del Ministro Madia ai sindacati (“dobbiamo pensare a chi sta peggio”) sottintende la logica che noi, lavoratori senza contratto da quasi cinque anni e destinatari di norme inutilmente punitive tipo la mobilità coatta, siamo tra coloro che stanno bene. A questo gioco al massacro sociale noi non ci stiamo!

La nostra sfida deve essere invece quella di dimostrare che il P.I. è parte produttiva e indispensabile dell’Italia al pari di tutte le altre, che quello dei diritti non è un gioco a somma zero e che pertanto è sbagliato pensare di poterli estendere a qualcuno solo togliendoli ad altri.

I nostri nemici non sono altri lavoratori o i disoccupati, non lasceremo che mettano i padri occupati contro i figli disoccupati o precari. I nostri nemici sono i mafiosi, i corrotti, gli evasori fiscali, i riciclatori, coloro che portano i soldi all’estero, spesso racchiusi in una sola categoria che riesce a fare tutti questi reati insieme, sottrae risorse fondamentali per investimenti a tutti i cittadini e purtroppo gode ancora di un’impunità pressoché totale.

Coloro che pensano si possa tenere il pubblico impiego rinchiuso negli angusti spazi di vertenze corporative commette un grave errore strategico. Chiunque tentasse di fare da solo verrebbe travolto all’istante da una politica basata sul “divide et impera”; noi vogliamo mettere insieme padri e figli in un’unica lotta per i diritti e per il lavoro!

Perché uno sciopero unitario

È noto che siamo l’unico sindacato ad aver presentato – per tempo – le piattaforme per il rinnovo dei contratti. Ed è altrettanto noto che le nostre richieste non si limitano a richiedere l’avvio delle procedure per il rinnovo, semmai solo normativo, ma abbiamo più volte chiarito che i contratti si fanno con i soldi e che, pertanto, non intendiamo far finta che i cinque anni di blocco siano passati invano e accontentarci di pochi soldi per il futuro, senza alcun recupero di quanto ci è stato negato dal 2010 in poi.

Siamo inoltre l’unico sindacato che – anziché stare con le mani in mano o proporre iniziative senza incidenza alcuna – ha proposto un ricorso collettivo (“un euro per la giustizia”) che ha portato ad un’ordinanza del Tribunale di Roma, il quale ha rilevato la fondatezza della incostituzionalità del blocco contrattuale che la Corte Costituzionale sarà presto chiamata a giudicare.

E infine, siamo quel sindacato che non fa dell’immobilismo e della difesa degli interessi di piccole caste la propria bandiera; la FLP si è invece caratterizzata per aver proposto una riforma del lavoro pubblico che parta prima di tutto dai diritti della cittadinanza a servizi adeguati, che non calpesti i diritti dei lavoratori pubblici al salario e alla dignità lavorativa e che cancelli i privilegi delle grandi e piccole “caste”, presenti anche nel pubblico impiego e che spesso sono fortemente difese da forze sindacali anch’esse trasformatesi in casta.

Ma se questo è il quadro, è altresì vero che non possiamo permetterci che il lavoro pubblico sia diviso da due, tre o anche quattro diversi scioperi.

Noi pensiamo che la scelta di proclamare l’astensione del lavoro sia sempre da rispettare e vogliamo raccogliere la voce che viene dagli uffici e che ci chiede di non dividere le nostre forze. Abbiamo quindi il dovere di cercare il massimo di unità possibile e per questo, prima di proclamare la data dello sciopero, vogliamo percorrere fino in fondo il tentativo di unire i due scioperi già proclamati da diverse sigle sindacali in un’unica giornata di mobilitazione.

La FLP vuole andare in piazza con tutti i lavoratori, con uno sciopero che sia l’inizio di una mobilitazione permanente, che deve vedere la più grande partecipazione dei lavoratori non solo alla manifestazione di piazza ma alle piattaforme rivendicative presenti e future. Per questo non abbiamo paura del confronto e andremo allo sciopero con le altre forze sindacali ma con le nostre piattaforme, certi che saranno i lavoratori, se realmente coinvolti, a riconoscere la bontà delle nostre proposte e delle nostre rivendicazioni.”

                                                                                                                     LA SEGRETERIA GENERALE FLP “

Con riserva di ulteriori informazioni in merito alla giornata di mobilitazione e di lotta, preghiamo di dare al presente Notiziario la massima diffusione tra i colleghi e i lavoratori tutti.

 IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA