Riordino funzioni delle Province e Città metropolitane. Il nostro no ad una “riforma“ pasticciata e pericolosa.

Notiziario n. 15 del 5 febbraio 2015 –   

Le Ministre M. Madia e M.C. Lanzetta

Le Ministre M.C. Lanzetta e M. Madia

Riportiamo di seguito il Notiziario n. 1 datato 2.02.2015  della nostra Confederazione CSE che reca il comunicato stampa emesso a conclusione della  riunione del 28 u.s. presso il Ministero degli Affari regionali nella quale il Governo ha presentato alle OO.SS.  le  linee guida della bozza di circolare del Ministero della Funzione Pubblica sulle procedure di mobilità del personale a seguito della chiusura delle Province e sulle procedure di ricollocazione.

 “Nella tarda mattinata del 28 gennaio, presso la Sala Riunioni del Ministero degli Affari regionali, si è svolta una riunione tra i rappresentanti del Governo, Regioni, Province e Comuni, con le Confederazioni Sindacali maggiormente rappresentative, avente all’odg la presentazione delle La Parte Pubblica rappresentata dal Ministro agli Affari Regionali Lanzetta (anche se dimissionario) e dal Sottosegretario alla Funzione Pubblica Onorevole Rughetti, prima di discutere con le Confederazioni Sindacali, ha incontrato i responsabili dell’ANCI, dell’UPI e delle Regioni.

Gli interventi in riunione dei rappresentanti del Governo e degli Enti locali hanno fatto emergere le diverse interpretazioni e le contraddizioni sull’attuazione della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità) e della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Riordino degli Enti Territoriali).

Non vi è chiarezza, infatti, né sulle modalità di individuazione del personale in eccedenza e sui criteri di mobilità in uscita dalle Province, anche in relazione alla partecipazione prioritaria dei dipendenti delle Province al bando di mobilità volontaria adottato dal Ministero della Giustizia con provvedimento del 25 novembre 2014, per la copertura di 1.031 posti vacanti, né sui principi dell’applicazione della legge pre-Fornero in materia pensionistica, Non vi è chiarezza, infatti, né sulle modalità di individuazione del personale in eccedenza e sui criteri di mobilità in uscita dalle Province, (Enti di area vasta), attraverso una riduzione della spesa corrente di 1.000 milioni di euro per l’anno 2015, di 2.000 milioni di euro per l’anno 2016 e di 3.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017.

Nel provvedimento mancano, inoltre, effettive garanzie sulla tutela del reddito del personale in mobilità e sulla decorrenza dei termini di definizione delle deleghe regionali sulle nuove funzioni e servizi da affidare alle Province che rimangono, alle Città Metropolitane e/o ai Comuni.

Tutte le Confederazioni, seppure con sfumature e toni diversi, hanno segnalato e sottolineato le palesi contraddizioni del quadro normativo e hanno messo in risalto, tra le altre cose, l’assenza di relazioni sindacali costanti e globali in relazione a tutta la vicenda.

In modo particolare, la CSE ha stigmatizzato la carenza di confronto e ha  sostenuto la necessità impellente dell’emanazione di una circolare esplicativa che chiarisca tutti i passaggi sulle effettive relazioni sindacali che sono indispensabili per un confronto costante e a 360 gradi con le OO.SS. su una problematica difficile, seria e drammatica.

Il Segretario Generale Carlomagno ha aggiunto che la partecipazione sindacale deve essere a pieno titolo sia nell’Osservatorio Nazionale che negli Osservatori Regionali, con un coordinamento e monitoraggio continuo e trasparente sulle dinamiche gestionali di questa partita, al fine di garantire, nel modo più ampio possibile, i servizi nel contesto delle Aree Territoriali e di conseguenza le funzioni e gli organici nelle Regioni, nelle Province che rimangono e nelle Città Metropolitane.

A nostro parere vanno affrontate con cautela  iniziative che, in nome del risparmio, possono  provocare tensioni e inefficienze, soprattutto in quelle Amministrazioni dove le funzioni, i compiti e le attività sono particolari, peculiari e specifiche, come ad esempio nel Ministero della Giustizia, dove per altro il personale giudiziario (DOG) attende da circa 15 anni una “vera” riqualificazione professionale e da più di 20 anni la progressione in carriera.

Così come va assolutamente evitato il caos normativo e la contrapposizione di norme emanate in contrasto tra di loro, che, in quanto contraddittorie, rendono oltremodo difficile coniugare efficienza e razionalizzazione e portano spesso all’immobilismo se non alla scomparsa delle Amministrazioni sul territorio.

Bisogna prioritariamente investire sulla formazione concreta ed efficace del personale in mobilità, garantendo gli stipendi e i redditi, dopo aver stabilito dove può andare su base volontaria, in seguito a ricognizioni e verifiche serie e rigorose.

Bisogna tenere alto il livello di servizi erogati alla cittadinanza, recuperando risorse dal taglio dei veri sprechi, mediante la re-internalizzazione delle funzioni, l’eliminazione delle consulenze d’oro e una seria lotta, e non meramente di facciata, alla corruzione.

Occorre rinnovare e rafforzare la Pubblica Amministrazione aprendo le porte alle giovani generazioni, alle migliaia di uomini e donne che in questi anni hanno superato o sono stati dichiarati idonei ad un pubblico concorso, a quelli che per anni con contratti precari hanno garantito attività e servizi rilevanti, a tutti coloro che – ogni giorno – alle prese con contratti bloccati, carriere ferme, bersagli di offese continue, rappresentano le nostre pubbliche amministrazioni e garantiscono istruzione, sanità, giustizia, lotta all’evasione, tutela dei beni culturali e cosi via…

Abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione moderna, efficiente capace di offrire servizi a cittadini e imprese e allo stesso tempo garantire le funzioni nevralgiche dello Stato con imparzialità e trasparenza.

Intervenire in modo confuso sui livelli di governo, pensando solo a tagliare o eliminare attività e servizi pubblici, senza aver chiaro in mente quali servizi debbano essere assicurati ai cittadini e chi e come debba svolgere queste funzioni, è sbagliato e si configura come una riforma al contrario, una controriforma.

Noi operiamo e agiamo per tenere insieme il Paese, per il futuro e il bene dell’Italia.

Speriamo che la stessa cosa voglia fare il Governo.

 UFFICIO STAMPA CSE “

Allegato: Circolare F.P. n. 1-2015 – Linee guida in materia di mobilità del personale a seguito riordino delle Province e Città metropolitane