Riordino Stabilimenti industriali dell’Esercito (Poli). L’analisi e il giudizio critico di FLP DIFESA in un documento già inviato a SME

Notiziario n. 81 del 27 luglio 2015 –

Al lavoro in uno Stabilimento Industriale della Difesa

Al lavoro in uno Stabilimento Industriale della Difesa

La c.d. “area industriale” del MD, denominazione oggi sicuramente impropria sotto l’aspetto tecnico-terminologico ma ancora alquanto efficace in quanto eredità storica di un passato tuttora vivo, e cioè quell’area che fa riferimento agli Stabilimenti industriali del M.D. (Arsenali della Marina, ex Arsenali oggi Poli Esercito, Centri tecnici¸ etc)  per molti decenni autentico vanto dell’A.D.  e luogo nobile di lavoro civile,  sta vivendo da molto tempo una stagione di grandi criticità. Criticità dovute in primis ad una ristrutturazione sbagliata,  quella di metà anni novanta voluta dall’allora Ministro Andreatta e malamente costruita dall’esperto straniero prof. Zaragoza,  ma che nel corso degli anni più recenti si è acuita per molteplici ragioni, in primo luogo per la scarsità di risorse da destinare al riefficientamento degli Stabilimenti e per l’assenza di turnover che ha fatto lievitare pericolosamente l’età media del personale e impedito la trasmissione dei saperi lavorativi.  E’ un problema che si trascina oramai da qualche anno, e che, in considerazione dell’importanza di quegli Enti,  le OO.SS. hanno sempre posto in cima ai propri pensieri.

Cosa avvenuta anche in occasione del confronto tra A.D. e OO.SS. nazionali sugli schemi dei decreti attuativi della delega per il riordino in chiave riduttiva delle F.A. (Legge 244/2012), quando il tavolo sindacale “impose” all’A.D. di affrontare in quella sede non solo gli aspetti legati al nuovo veicolo normativo (Decreti Ministeriali al posto dei vecchi Decreti Interministeriali Difesa/Economia/Funzione Pubblica) ma anche quelli riferibili ad aspetti di maggior sostanza e concretezza. Nacque attraverso quel confronto, infatti, l’art. 2259-sexies COM, che disponeva anche “l’avvio di un processo di internalizzazione di servizi e di lavori”, “piani di ricognizione dei servizi e dei lavori esternalizzati,  nonché di analisi, individuazione e classificazione di settori di spesa improduttiva” al fine evidente di determinare  quote crescenti di internalizzazioni, e prevedeva anche che i “risparmi sono destinati al sostegno delle attività produttive e all’efficientamento degli Enti”.  Se a questa previsione si aggiunge quella contenuta nell’art. 1 del D.Lgs. n. 7/2014 (“attribuzione di funzioni e compiti al personale civile, dirigente e non”)  e anche le parole della nostra Ministra in Parlamento sulla necessità della c.d “civilizzazione” e sulla strategicità di quegli Enti,  sembrava davvero che questa volta ci fossero le condizioni affinchè la riorganizzazione degli Stabilimenti industriali della Difesa potesse avere contenuti diversi e che fosse possibile aprire una stagione diversa.

Non è stato così, purtroppo.  Le cose non stanno andando così in Marina (riordino in corso degli Arsenali),  e non sono andate affatto così nel riordino, oramai definito e impacchettato, dei quattro Poli dell’Esercito. C’ è stato un lungo confronto con la F.A.,  a  livello nazionale e poi anche a livello locale, che si è di fatto chiuso con la riunione con SME-RPGF del 18 giugno 2015 (si veda il Notiziario n. 65),  atteso che  l’imprevista appendice delle riunione del 7 luglio sul PMAL di Terni,  nata da una richiesta di alcune sigle per negoziare alcune posizioni e gentilmente concessa dalla F.A. (Terni fa sempre storia a sé….),  è apparsa alla fine del tutto insignificante sul piano del riordino complessivo dei quattro Stabilimenti e di scarso rilievo anche sul piano della riorganizzazione dell’Ente,  rimasto di fatto quello che era il 18 giugno. Talmente insignificante per noi la riunione del 7 lug., che non abbiamo diffuso alcun Notiziario al riguardo.

Il nostro giudizio conclusivo sul riordino degli quattro Stabilimenti dell’Esercito è molto critico. Abbiamo certo apprezzato il coinvolgimento delle Parti Sociali che la F.A. ha voluto, a livello nazionale e poi anche a livello locale. Non abbiamo invece apprezzato per nulla le scelte finali della F.A. e gli sbocchi conclusivi del confronto, che hanno messo in un angolo e accantonato la gran parte delle richieste sindacali.

Ne diamo conto e prova attraverso il documento da noi elaborato, che pubblichiamo su questa stessa pagina in allegato 1, che riassume i termini del confronto nazionale e locale e i nostri giudizi al riguardo,  e che abbiamo inviato a SME con preghiera di allegarlo al resoconto dell’ultimo incontro.

Sempre su questa stessa pagina, pubblichiamo i nuovi organici dei quattro Poli (allegato 2) e la nuova configurazione del Comando TRAMAT (allegato 3)

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: 24 07 2015 – Documento FLP DIFESA su esiti confronti riordino POLI

Allegato 2: Organico POLMANTSUD Nola Organico POLMANTNORD Piacenza Organico POLMANTEO Roma Organico PMAL Terni

Allegato 3: La nuova configurazione del COMANDO TRAMAT