PERSOCIV dice no alla pausa pranzo ridotta e buono pasto per i lavoratori in peculiari situazioni personali, sociali e familiari. Perchè altrove il beneficio è riconosciuto? E’ la solita storia….

Notiziario n. 36 del 29 marzo 2016 –

La dr.ssa Anita Corrado, D.G. di PERSOCIV, firmataria della risposta negativa

La dr.ssa Anita Corrado, D.G. di PERSOCIV, firmataria della risposta negativa sulla riduzione della pausa

E te pareva !!!!!!!!!!!!!!!   Come immaginavamo pur senza possedere particolari doti divinatorie ma solo sulla scorta di una consolidata esperienza al riguardo che trova sempre conferma nonostante le stagioni anche diverse,  PERSOCIV con la nota n. 16747 del 14.03.2016 (vds. allegato 1 pubblicato su questa pagina) ha detto no alla possibilità da noi segnalata con nostra nota del 3 mar. u.s. “di prevedere una ridotta pausa equivalente a 10 minuti per il personale in particolari situazioni personali, sociali e familiari in quanto non prevista dalla normativa contrattuale in materia” (vds. allegato 2 pubblicato su questa stessa pagina).  Ma ricostruiamo la vicenda,  anche per trarne utili riflessioni.

Come noto, la normativa contrattuale (art. 7 CCNL 12.01.1996) prevede che, qualora la prestazione lavorativa giornaliera ecceda le sei ore continuative,  il lavoratore abbia diritto a beneficiare di una pausa di almeno trenta minuti per recuperare le energie psicofisiche,  ma dispone al contempo che una diversa durata della pausa psicofisica possa essere stabilita per particolari situazioni di carattere personale, sociale e familiare (congedi ex L. 151/2001; titolari L. 104; tossicodipendenze;  inserimento di figli in asili nido;  figli in età scolare; impegni in attività di volontariato; etc.). Questa, in sintesi, la normativa vigente.

Ebbene, all’interno di questo preciso quadro normativo, cosa ha fatto al riguardo il Ministero dei Beni Culturali  (MiBACT)?  Ha dato attuazione alle previsione contrattuale circa la possibilità di stabilire una diversa durata della pausa psicofisica,  e la competente Direzione Generale di quel Ministero, con propria circolare n. 146 0016962 del 17 giugno 2015  (vds allegato 3 pubblicato su questa stessa pagina),  ha espresso l’opinione che “al fine di garantire la tutela delle categorie”  di che trattasi, “al personale  come sopra indicato, che ne faccia formale richiesta, possa essere concessa, in deroga alla normativa contrattuale, una pausa ridotta, con corresponsione del buono pasto, pari a 10 termine minimo indicato dall’art.8 del Decreto Legislativo 8.04.2003, n. 66 ” (che recepisce direttive europee, vds. “Quaderno FLP DIFESA n. 1/2012”).

Una iniziativa lodevolissima,  quella del MiBACT,  evidentemente mossa dall’attenzione verso problematiche sociali e familiari, e tesa a costruire condizioni di maggior favore per il personale in peculiari situazioni di necessità. Dopo esserne venuta a conoscenza, FLP DIFESA ha chiesto a PERSOCIV, sin da settembre 2015, di verificarne la praticabilità  in ambito M.D.,  ottenendone risposta solo ora, dopo 6 mesi,  e solo dopo la nota formale da noi inviata il 3 u.s.,  proprio alla vigilia dell’ 8 marzo e fidando in un positivo riscontro per quella data.  E invece è arrivato il “no” secco e senza appello, con ragionamenti tutti in punta di diritto.  Che dire?

Una domanda sorge subito spontanea: se la nostra richiesta “non può trovare accoglimento perché non prevista dalla normativa contrattuale in materia”,  perché allora nel Ministero dei Beni Culturali la cosa è invece possibile e  praticata? PERSOCIV elude completamente questo aspetto nella sua risposta, ma noi omunque cla poniamo. Possibile che i ragionamenti in punta di CCNL si facciano solo in Difesa, e che in altre AA.CC. siano alquanto disinvolti in materia? Mah, a vedere quello che succede nel MD. anche in materia di orari di lavoro, il dubbio viene tutto… E allora?

La nostra opinione al riguardo è diversa.  Noi temiamo che, nella circostanza,  la differenza tra MD e MiBACT stia non tanto sulla diversa lettura del CCNL, ma nella diversa attenzione verso certe problematiche. C’è chi a certe situazioni socialmente rilevanti si mostra più attento e procede di conseguenza, anche assumendosene in proprio le relative responsabilità, e chi invece va per un’altra strada preferendo nascondersi dietro lo scudo del supposto rispetto del CCNL, che poi magari viene disatteso su tanti altri fronti e nessuno alza il ditino.

Dispiace comunque che letture così restrittive, che penalizzano in particolare le lavoratrici della Difesa, trovino posto all’interno di un Ministero che ha al suo vertice politico una donna e che ha visto in questi mesi a PERSOCIV ben due Direttori Generali donne. Così è se vi pare!

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: 14.03.2016 – La risposta di PERSOCIV

Allegato 2: 03.03.2016- La richiesta di FLP DIFESA

Allegato 3: Circolare MiBACT-17.06.2015-pausa pranzo ridotta e buono pasto