Firmato da Ministra e OO.SS. il “protocollo d’intesa” sulle funzioni civili. Entro tre mesi le direttive applicative di SMD e SGD. Un’opportunità che cogliamo e una sfida che raccogliamo

Notiziario n. 55 del 2 maggio 2016 –

La Ministra della Difesa, Roberta Pinotti

La Ministra della Difesa, Roberta Pinotti

Nel pomeriggio di oggi, la Ministra della Difesa R. Pinotti e le OO.SS. del personale civile hanno sottoscritto il “protocollo d’intesa sulle funzioni del personale civile”, che pubblichiamo su questa stessa pagina nel suo testo integrale e nei due allegati, con riserva di pubblicare quello con le firme delle Parti che lo hanno sottoscritto.

Come si ricorderà, l’art. 1, comma 2-bis,  del D.Lgs n. 7/2014 prevedeva l’individuazione dei “criteri”  per  l’“attribuzione di compiti e funzioni tecnico-amministrativi al personale civile di livello dirigenziale e non dirigenziale”, da recepire in apposito “Regolamento.  Era stato questo l’approdo più significativo del confronto tra A.D. e OO.SS. nazionali sugli schemi di decreti attuativi della delega (era il luglio 2013). Ebbene, nonostante le ripetute richieste e le sollecitazioni venute per quasi un anno solamente da FLP DIFESA (ne fanno fede i diversi comunicati sindacali),  solo dopo oltre 15 mesi, e precisamente in data 15.07.2015,  fu avviato il tavolo tecnico (si veda il Notiziario n. 79 di pari data),  seguito a distanza di tre mesi dalla seconda riunione  (vds. Notiziario n. 114 del 22.10.2015) e poi dalla terza (vds Notiziario n. 8 del 19.01.2016).

Nel frattempo, era avvenuto però un fatto che ha modificato profondamente lo scenario di fondo. Nell’incontro separato del 14.12.2015, la Ministra chiese e ottenne da CGIL-CISL-UIL l’abbandono della strada maestra legata al Regolamento e la sua sostituzione con un “protocollo d’intesa”,  che è uno strumento diverso e comunque meno idoneo ed esigibile. FLP DIFESA avrebbe potuto, anche in maniera strumentale, assumere posizioni aventiniane  e lasciare tutta intera sulle spalle di CGIL-CISL-UIL quella scelta al ribasso. E invece scegliemmo responsabilmente un’altra strada, quella di continuare a partecipare ai tavoli di confronto e a fornire contributi importanti, su alcuni aspetti anche decisivi come sa bene la stessa A.D., ai fini  della messa a punto finale di questo “protocollo”.  E lo abbiamo fatto avendo comunque chiari i  limiti dell’operazione che si andava a fare  (un  “protocollo”  è cosa ben diversa rispetto da un “regolamento”, non ci vuol poi molto a capirlo). E così, passo dopo passo e in pochi mesi,  si è giunti a conclusione del lavoro.

Il testo finale non presenta certo contenuti sconvolgenti e rivoluzionari, di quelli che fanno la storia. Molti colleghi penseranno magari alla “montagna che ha partorito il topolino”,  e forse rimarranno anche delusi dagli approdi conclusivi e dai suoi contenuti, che in molte parti più che segnare una novità storica, appare quasi come una fotografia dell’esistente.

FLP DIFESA è davvero ben conscia  dei limiti attuali dell’operazione, pur tuttavia  riteniamo che il “protocollo” vada colto come una “opportunità”, quanto grande si vedrà, e che vada al contempo raccolta la sfida che esso propone. La firma, politicamente pesante della Ministra che per questo abbiamo fortemente richiesto, supporta questa nostra convinzione.

Alcuni passaggi del protocollo appaiono significativamente innovativi: l’affermazione che i colleghi di 3^ area possono dirigere e coordinare unità organizzative, anche di rilevanza esterna, la cui responsabilità non è riservata ai dirigenti, oltre a poter rappresentare l’Amministrazione anche di fronte a terzi”  o il richiamo al “livello di responsabilità” anche per i lavoratori di altre aree, in primis la 2^; la previsione che le attività corrispondenti alle relative professionalità dovranno essere  previste “nella configurazione ordinativa degli Enti, anche relativamente ai livelli di responsabilità”;  l’elevazione al rango di “area” del settore industriale del MD; e altri ancora.

Questo, lo sappiamo bene, allo stato non garantisce alcunché in prospettiva. C’è, però, una sorta di “clausola sospensiva”, da noi espressamente richiesta e ottenuta: SMD e SGD predisporranno “entro tre mesi specifiche e coordinate direttive applicative”, precedute da apposite “sessioni informative con le OO.SS.” ed “entro 12 mesi” ci sarà la “verifica dell’attuazione del protocollo”. Quasi una clausola di garanzia, rispetto alla quale assumiamo l’impegno nei confronti dei colleghi che, laddove le direttive applicative non si ponessero in forte discontinuità con il passato e non offrissero garanzie e certezze, ne trarremmo subito le conseguenze e non aspetteremmo un solo istante a ritirare la nostra firma dal protocollo.

(Giancarlo Pittelli)

Pubblicazioni in data 3.05.2016: