Governo Renzi e CGIL-CISL-UIL inventano l’A.P.E. bancaria. Un nuovo animale che succhia i soldi dai pensionandi e li porta, moltiplicati, a banche e assicurazioni.

Notiziario n. 113 del 4 ottobre 2016 –

I segr. Gen. di CGIL, CISL e UIL contenti e felici dopo l'accordo con il Governo

I Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL felici e contenti dopo l’accordo con il Governo sull’APE

Si riporta di seguito il comunicato CSE diffuso in data 3 ottobre u.s. che esprime le proprie valutazioni al riguardo dell’accordo tra Governo e CGIL-CISL-UIL (solo loro…)  sulle modifiche della legge Fornero e del varo con la prossima legge di stabilità dell’A.P.E. (Anticipo Pensionistico), presentato come “la soluzione” per dare più flessibilità in uscita. Mah!

” La Legge Fornero, che ha provocato lo slittamento della pensione per la maggior parte dei lavoratori italiani, è ormai universalmente riconosciuta come una legge iniqua, ma ha il pregio di non avere né babbo né mamma.

Benché, infatti, quasi tutti i partiti allora presenti in Parlamento l’abbiano votata, oggi non si trova più nessuno che ne rivendichi la paternità. Anzi, è usata come comodo paravento dalle forze politiche per continuare a far cassa sui lavoratori senza prendersi responsabilità, tanto la colpa è della Fornero.

Pensavamo quindi, che con il confronto sulle pensioni che si è aperto a Palazzo Chigi mesi fa, al quale “stranamente” sono stati invitati solo CGIL, CISL e UIL,  si potesse dar corso alla modifica di una norma che ha portato l’Italia ad avere il triste primato di essere uno dei Paesi industrializzati con l’età pensionabile più alta.

Invece no, perché il nostro è un Paese in cui anche quando si tratta di correggere le iniquità più palesi, il gioco dei diritti è sempre a somma zero, cioè se si fa giustizia da una parte si deve togliere qualcosa dall’altra.

Così, il 28 settembre scorso, si è giunti alla firma di un verbale d’intesa tra Governo e triplice confederale nel quale, al fianco di condivisibili obiettivi quali l’aumento delle pensioni minime, la possibilità di ricongiungimento non oneroso di periodi contributivi o la revisione del regime pensionistico per lavoratori precoci e lavori usuranti (che però devono essere tradotti ancora in provvedimenti legislativi), è spuntato uno strano animale di cui si sente molto parlare: l’APE.

Eravamo abituati a sentir parlare di api regine o api operaie. Invece ora c’è anche l’APE bancaria, che sugge soldi da coloro che vorrebbero andare in pensione per portarli moltiplicati a banche e assicurazioni.

In cosa consiste l’APE Bancaria? Semplice! Si propone di mandare in pensione lavoratori a un’età che, prima della Legge Fornero, avrebbe dato diritto alla pensione di anzianità, previa accensione di un mutuo che, formalmente, il lavoratore chiede all’INPS, ma è erogato dalle banche, con l’obbligo ulteriore di stipulare un’assicurazione per il caso di premorienza.

In sintesi, per ridarti un diritto che era già tuo, devi accendere un mutuo ventennale al tasso del 5 per cento annuo – che per inciso è talmente alto da essere attualmente fuori mercato – al quale bisogna aggiungere un altro 5 per cento della somma sotto forma di premio assicurativo.

L’esborso medio per tre anni e sette mesi di anticipo ed un assegno pensionistico poco oltre i mille euro è di oltre 60.000 euro.

La misura è ancora più fuorviante, al limite del truffaldino, se pensiamo che per i primi tre anni di pensione la decurtazione è minima, mentre dal quarto anno in poi la pensione si abbassa drasticamente fino a portare il pensionato sotto la soglia di povertà.

Il metodo usato dai sindacati per giustificare l’APE è più o meno come quello che i politici hanno usato per la Legge Fornero cioè scaricare le proprie responsabilità. Infatti, il verbale siglato con il Governo prevede due parti: la prima, quella migliore (ma non perfetta) è preceduta dalla dicitura “le parti convengono”; la seconda, quella dell’APE, invece è una dichiarazione del Governo e i sindacati, formalmente, non aderiscono e possono dire di non essere d’accordo. 

La realtà è che se un sindacato non è d’accordo con qualcosa chiede che venga tolta dall’accordo; se non lo fa sta dando il proprio assenso all’operazione. Appunto ciò che è avvenuto con il verbale del 28 settembre.

D’altronde, se è chiaro e lampante che questo Governo è amico delle banche, è altrettanto chiaro che i sindacati sono molto amici delle assicurazioni. E il nuovo insetto punge i lavoratori ma porta tanti soldi alle banche, ma anche alle società assicurative.

Alla fine, la previsione (e il rischio) è che solo i lavoratori già ricchi si avvarranno del nuovo strumento, il ché anziché diminuire le iniquità della Legge Fornero le farà aumentare, alimentando divisioni “di classe” tra chi potrà permettersi di farsi suggere soldi dall’APE Bancaria e chi no.

Con il consenso di chi dovrebbe difendere i lavoratori e invece, tra una crociera e l’altra, continua a difendere le caste.                                     LA SEGRETERIA GENERALE “

Pubblichiamo su questa stessa pagina:

  • il verbale d’intesa firmato dalla triplice confederale;
  • una scheda tecnica sull’APE elaborata dal Dipartimento Politiche previdenziali della nostra Federazione.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA

Allegato 1: 28-09-2016-averbale-d’intesa-tra-governo-e-cgil-cisl-uil

Allegato 2: scheda-tecnica-sull’ape-elaborata-dal-D.P.P.A.-della-FLP