Il programma per la Difesa del Movimento 5 Stelle al voto sulla piattaforma Rousseau. Cinque quesiti, alquanto generici, che non toccano questioni nodali in campo in A.D. E, nel frattempo, un post che sconfessa un articolo comparso sullo stesso sito che parlava dei privilegi dei militari…

Notiziario n. 47 dell’11 maggio 2017 –

Luca Frusone, deputato M5S e membro della Commissione Difesa della Camera

Dopo avere votato nei giorni scorsi, sulla “piattaforma Rousseau”, i programmi in materia di energia, Esteri e Lavoro, gli iscritti al Movimento 5 Stelle (M5S) hanno votato ieri il programma sulla Difesa, e la cosa deve interessarci, atteso che il M5S è attualmente al primo posto nelle intensioni di voto degli italiani (29%, mezzo punto in più del PD, nell’ultimo sondaggio di EMG per il TG di LA7 reso noto lunedì 9 u.s.), e che pertanto potrebbe, dopo il voto, andare al governo e magari esprimere pure il Ministro della Difesa.

In funzione di detto voto, sul sito di Beppe Grillo sono stati pubblicati i 5 punti programmatici,  rispetto ai quali il M5S ha aperto  la consultazione con  i propri iscritti e che riguardano i seguenti quesiti:

  • Tutela militare: bisogna equiparare i diritti dei militari a quelli degli altri  lavoratori del settore civile? (e pensare che, da noi, c’è qualcuno che vorrebbe invece “equiparare” i civili ai militari….);
  • Risorse umane: in che modo valorizzare e ottimizzare le risorse umane interne alla Difesa?;
  • Patrimonio immobiliare: si deve favorire il recupero delle strutture in via di dismissione del Ministero della Difesa a vantaggio di opere di utilità sociale o lasciare il compito di dismissione al demanio?;
  • Sistemi d’arma: in ottica revisione modello Difesa, tagliare i sistemi di armamenti prettamente offensivi, vedi F-35, destinando le risorse ad altri strumenti innovativi come la cyber security, o lasciare la programmazione come oggi pianificata?;
  • Bilancio Trasparente: scegliere gli investimenti economici sulla base di una rigida valutazione costi/benefici o mantenere lo stato attuale senza una valutazione? (quale è la mente che ha partorito questa domanda?).

Questi i 5 quesiti. Ci chiediamo: tutto qui per il programma M5S per la Difesa? Sì, tutto qui, purtroppo. Colpisce molto, e spiace dirlo, che le questioni complesse e complicate del sistema Difesa vengano semplificate in questo modo, con domandine tipo “lascia o raddoppia” mancanti di una preventiva analisi, seria e approfondita, della situazione attuale e delle alternative possibili, concrete e praticabili.

Francamente, c’è da rimanere un po’ sconcertati di fronte a tal genericità, dove, solo per fare tre esempi:

  • neanche un quesito riguarda il progetto di legge attuativo del Libro Bianco attualmente all’esame del Senato (A.S. 2728) che, se varato, stravolgerebbe l’attuale assetto del MD creando pericolosamente l’”uomo forte” (il Capo di SMD) che porrebbe problemi di ben più larga portata;
  • neanche un pensiero (e un quesito) viene dedicato al ruolo dei quasi 27.000 lavoratori civili che, se impiegati pienamente, consentirebbero la più efficace delle spending review nel M.D., restituendo in una miriade di casi il personale militare ai ruoli che gli sono propri, quelli appunto di militari, per i quali è anche giusto che percepiscano più soldi, e tanti più soldi di noi, mentre non lo è per nulla, come oggi avviene, in condizioni di pari impiego;
  • e dove, infine, non si pongono quesiti sulla attuale insostenibilità del bilancio della Difesa, dove oltre il 73% delle risorse si spende per il personale (al 90%, militare) con una conseguente e corposa riduzione delle spese di esercizio, che è fonte di enormi criticità, mentre nella media europea le spese per il personale viaggiano sul 50%.

Il problema della abnorme spesa per il personale era stato posto qualche giorno fa, proprio sul sito di Beppe Grillo, da un giornalista, Toni De Marchi de IL FATTO QUOTIDIANO, che aveva parlato dei militari come di una “delle caste più organizzate”  e di una “categoria che mantiene privilegi assurdi, che sfuggono all’opinione pubblica”. Ebbene, successivamente, è stato pubblicato sullo stesso blog un “post scriptum”,  ufficiale ma non firmato, che sconfessa pienamente il De Marchi, giudicando affermazione fuori da ogni logica che i militari siano una casta”,  e negando in toto i privilegi dei militari, che sarebbero invece  appannaggio “solo degli alti Cti” (sul nostro sito, il link con il sito del M5S con l’articolo e video di De Marchi e il post di precisazione del M5S).

Siamo un po’ delusi: da una forza che si dice nuova e ambisce al governo, ci si aspetterebbe francamente qualcosa di più.

Servirebbe una maggiore conoscenza dei problemi e un maggiore ascolto, anche per evitare questi scivolamenti da vecchia politica.

(Giancarlo Pittelli)

Il testo dell’articolo di Tony De Marchi, con video, e il post di rettifica del M5S  (clicca sopra per vedere e leggere