Fuoco incrociato contro FLP DIFESA. Santa alleanza di Triplice e altre OO.SS. per contrastare le nostre posizioni sul CCNL e per escluderci dai tavoli della Difesa. Uno straordinario esempio, questo, di rispetto per il dissenso e per la democrazia. Queste improvvide iniziative non ci spostano però di un millimetro dalle nostre convinzioni, e combatteremo fino in fondo la buona battaglia. Le nostre risposte alle altre OO. SS.

Notiziario n. 22 del 28 febbraio 2018 –

La Ministra Pinotti in un incontro con le OO.SS. della Difesa

Oramai è evidente a tutti: FLP DIFESA è, in questa fase, al centro delle attenzioni e delle discussioni sindacali, e quotidianamente assistiamo ad una sorta di tiro incrociato che proviene da più parti e da diversi soggetti, e che ha come obiettivo quello di metterci in un angolo. Speranza vana, però!

Hanno iniziato per primi CGIL-CISL-UIL Difesa con la velenosa nota del  2 febbraio u.s., che ha tentato di rovesciare schizzi di livore e di fango su FLP DIFESA, colpevole solo di aver pubblicato una nota della nostra Federazione estremamente critica sui contenuti della preintesa contrattuale, nota che comunque ha visto la luce in tutte le Amministrazioni del comparto senza però generare le reazioni così nervose,  scomposte e virulente che abbiamo osservato in Difesa.

A quella nota di CGIL-CISL UIL Difesa abbiamo risposto per le rime con il Notiziario n. 15 del 12.02.2018, proponendo una lettura di quanto avvenuto (la nostra tesi: solo un pretesto, per giustificare il reimbarco della CISL), ma ponendo al contempo alcuni interrogativi rimasti ad oggi senza risposta. Mancanza di argomenti, evidentemente.

A distanza di pochi giorni dalla prima nota, i soliti noi hanno calato il carico da novanta (loro pensano): la richiesta di “tavoli separati”, che ha visto associata nella circostanza anche UNSA (sic). Questa scelta è apparsa agli occhi dei lavoratori ingiustificata e insensata, oltre che pericolosamente divisiva: non solo per il fatto in sé (i tavoli separati avvantaggiano da sempre la controparte… divide et impera  dicevano i latini… ci hanno mai riflettuto i richiedenti? ), ma anche perché vien da sbellicare dalle risate a pensare che, dopo aver messo da parte CISL e scelto e accreditato FLP DIFESA come compagno di un viaggio che qualche risultato ha portato alla categoria (che ne dite?), di colpo, con una sorta di gioco dei bussolotti, CGIL e UIL Difesa hanno messo da parte la nostra O.S. e reimbarcato CISL a suo tempo considerato la causa di tutti i mali. E senza dire una parola che sia una, per spiegare il giro di valzer.

Poi, nel mazzo, è comparsa anche CONFINTESA: il 23 dicembre non aveva firmato la preintesa del CCNL, immaginiamo per i contenuti non condivisi, ma in sede di accordo definitivo quella firma è stata apposta. Scelta legittima, sia chiaro, al pari di quella di chi non ha firmato. Ma da qui, a solo poche ore dalla firma, ergersi a paladini del nuovo CCNL e delle sue norme, e inviare una nota a tutti gli Enti della Difesa chiedendone l’immediata applicazione in ordine alla composizioni delle delegazioni trattanti, appare davvero inverosimile (ma chi ha fornito a quella O.S. gli indirizzi di posta certificata di tutti gli Enti del MD?). E’ evidente che l’incredibile iniziativa di CONFINTESA ha creato qualche problemino da noi: chiedere, come fa CONFINTESA DIFESA, di uscire dal comparto e dalla contrattazione e poi trovarsi con la propria Federazione che si fa paladina dell’applicazione del nuovo CCNL, non appare davvero molto coerente da parte di chi ha cercato di mettere a nudo le (supposte) contraddizioni altrui. Ma tant’è!

Deve essere ben chiaro, a tal proposito, che quando si chiede all’Amministrazione di buttare fuori dal tavolo una sigla, l’effetto che si produce è quello escludere dalla rappresentanza le migliaia di lavoratori che in quella sigla si riconoscono. Che lo faccia l’Amministrazione, transeat… che lo faccia una sigla sindacale, appare davvero un controsenso logico. Solo per un pugno di tessere o per qualche voto in più….

Più oltre, la compagnia di giro si è accresciuta di un nuovo soggetto: con nota del 23 u.s., la CGIL Difesa, questa volta da sola, ha chiesto alla dr.ssa Corrado (ma non dovrebbe essere quello politico il livello di riferimento?) “l’urgente convocazione di un incontro a tema riservato alle sole OO.SS. firmatarie, finalizzato ad individuare e congiuntamente definire le modalità ritenute più consone ed efficaci a dare coerente applicazione alle innovazioni contrattuali introdotte”  (traduzione: vorremmo parlare di come far fuori chi non ha firmato il CCNL, quindi FLP). Dunque, anche CGIL Difesa partecipa alla lotteria ad escludendum….. Bene, 7+.

Come FLP, riteniamo di aver ampiamente spiegato, nei nostri Notiziari e ora anche direttamente ai lavoratori attraverso le decine e decine di assemblee che stiamo facendo nelle sedi e negli Enti della Difesa (il calendario aggiornato delle iniziative è pubblicato nella home page del nostro sito, parte alta a sinistra, area “Agenda Nazionale”), le ragioni del nostro convinto dissenso e la scelta di non firmare. Ragioni diverse, riconducibili a opinioni evidentemente diverse rispetto ai firmatari su singoli punti del CCNL, ma soprattutto una: l’aver mantenuto il “ricatto” di cui all’art. 7  del CCNL “o firmi o sei fuori”, un ricatto già presente nei CC.CC.NN.LL. in quanto discendente dalla previsione dello Statuto dei lavoratori (legge 20.05.1970 n. 300, art. 19 “Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite in ogni unita’ produttiva nell’ambito…delle associazioni sindacali, che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell’unita’ produttiva”),  ma reso ora palesemente illegittimo a seguito dalla sentenza n. 231 del 23.07.2013 della Corte Costituzionale, che non è impugnabile ed è immediatamente esecutiva (gli interessati, la troveranno su questa stessa pagina in allegato 1).

La Corte Costituzionale (C.C.) , con quella sentenza in ordine ad un ricorso di FIOM CGIL che era stata estromessa dai tavoli aziendali FIAT per non aver firmato il contratto di categoria,  ha dichiarato “l’illegittimita’ costituzionale dell’articolo 19, primo comma, lettera b), della legge 20 maggio 1970, n. 300 nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale possa essere costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie dei contratti collettivi applicati nell’unita’ produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”.

In aggiunta, nel caso che ci interessa, FLP non solo ha partecipato alla trattativa, ma è stata dichiarata “maggiormente rappresentativa” dalla stessa ARAN.

E allora, come si coniugano le due cose? Si può eludere una sentenza della C.C.? Pensiamo proprio di no, anche se di furbetti del tavolino ce ne sono molti in giro, come quelli che tentano di evidenziare nostre presunte contraddizioni attraverso l’esibizione di una circolare interna FLP del 2004, peraltro esplicativa della circolare ARAN n. 4260/204 (attenzione: circolare interna, quella di FLP, non richiesta formale alle Amministrazioni!), ma in un quadro di situazione comunque profondamente diverso da quello di oggi, che è definitivamente segnato dalla sopra richiamata sentenza della C.C.  Non ci vorrebbe poi molto a capirlo.

Noi comunque respingeremo tutti gli attacchi e porteremo di fronte al Giudice i Dirigenti (che rispondono dei loro atti anche patrimonialmente) che dovessero accettare i diktat dei “furbetti del tavolino”, e lo faremo perché convinti che la battaglia in cui siamo impegnati è, in primis,  una battaglia di democrazia e di civiltà prima ancora che sindacale: riguarda la libertà di non dover dire sempre “ “, e di poter anche dire “no”.

Sul piano del merito in ordine ai diversi punti del CCNL, la discussione è invece legittima, e noi non ci estraniamo certamente dal confronto e dal dibattito rispetto alle diverse posizioni in campo, come quello relativo ai permessi ex art. 35 del CCNL sulle 18 ore annue per visite specialistiche/diagnostica. Su questa questione, si sprecano comunicati e dichiarazioni rassicuranti delle Federazioni firmatarie, segno che il problema è molto avvertito dai lavoratori, e dunque FLP ha fatto proprio bene a porre il problema.

Al riguardo, abbiamo letto la nota del 20 u.s. di UIL Difesa, che parla di art. 35 e di incrementi netti.

In merito all’art. 35, la nota UIL rammenta quanto previsto dal nuovo contratto sulle 18 ore, ma non tocca minimamente il problema da noi posto, che è il seguente: cosa succede dopo aver esaurito le 18 ore ex art. 35 e pure le 18 ore ex art. 32? Rimane tutto come prima del CCNL, o si deve ricorrere alle ferie?

Il dubbio ci sovviene anche rileggendo l’atto di indirizzo a firma Madia della FP all’ARAN del 6.7.2017, che ripubblichiamo su questa stessa pagina in allegato 2. Si legga, a pg. 12, il contenuto della let. a),  e si vedrà che, sul punto, il contenuto dell’atto di indirizzo è quello poi scritto nell’art. 35 del CCNL. La ratio di quella indicazione all’ARAN  era di ridurre la possibilità di utilizzo dell’istituto della “malattia” per quella fattispecie di assenze.  Dunque l’art. 35 non è una conquista del Sindacato, ma è quello che la Funzione Pubblica voleva fosse scritto sul CCNL…. O no?

In merito agli incrementi netti, noi pensiamo che questa precisazione da parte UIL sia arrivata per correggere quanto da noi asserito nel Notiziario n. 19 del 19 u.s. e dalla domanda posta alla base del sondaggio pubblicato sul nostro sito (a proposito, al momento in cui scriviamo, oltre l’80% dei partecipanti giudica “decisamente inadeguati”  gli incrementi retributivi e il 7% li giudica “comunque insufficienti”!).

Non vogliamo entrare in polemica con UIL, anche se le tabelle da noi pubblicate nella News del 2 febbraio u.s. e che ripubblichiamo su questa pagina in allegato 3, dicono però cose diverse, ma, anche volendo dare credito agli incrementi mensili netti indicati dalla UIL (per l’area 2^, da 60 a 70 €; noi avevamo parlato di circa 50 € per la posizione A2/F4), chiediamo alla UIL Difesa: fa poi così tanta differenza, a fronte di un blocco dei contratti di oltre 9 anni, avere in busta paga un incremento di 60 € al posto di 50?

A noi non pare proprio…

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: Corte Costituzionale  sentenza 231-2013 a seguito ricorso FIOM CGIL

Allegato 2: Atto di indirizzo della Funzione Pubblica all’ ARAN del 6.7.2017

Allegato 3: Tabelle FLP DIFESA  – CCNL 2016-2018, ARRETRATI ED INCREMENTI STIPENDIALI