Nuovi ritardi all’orizzonte per l’uscita del secondo bando di mobilità interna. Su richiesta di alcune sigle, si riapre una partita di fatto già chiusa negozialmente e la si “derubrica” a confronto. E A.D., che ha fatto trascorrere invano gli ultimi due mesi dopo aver perso l’intero 2017, parrebbe d’accordo. La mobilità interna volontaria è bloccata da 15 mesi, un danno enorme per i lavoratori

Notiziario n. 27 del 16 marzo 2018 –

Oramai, ne siamo davvero convinti, e con noi, lo sono anche la gran parte dei lavoratori interessati: c’è una manina che sposta continuamente in avanti le lancette dell’orologio, rinviando in tal modo la firma del nuovo “protocollo d’intesa” che dovrebbe fare da battistrada al varo del secondo bando di mobilità, che per questo non riesce a vedere la luce ed ha accumulato sin qui ben 15 mesi di ritardo! Alla faccia di quei lavoratori che hanno necessità di trasferimento di sede, spesso a causa di gravi motivi di ordine personale e/o familiare.

Riassunto delle puntate precedenti: come si ricorderà, in data 29.09.2015, è stato sottoscritto dalle OO.SS. nazionali e dell’allora Sottosegretario delegato on. D. Rossi, il “Protocollo d’intesa tra l’A.D. e le OO.SS. rappresentative del personale civile non dirigente”, che ripubblichiamo in allegato 1 su questa stessa pagina.   Un accordo per certi versi storico,  atteso che per la prima volta i lavoratori interessati avrebbero potuto partecipare a un bando di mobilità con regole chiare e definite per tutti come avviene da sempre nelle altre AA.PP., e non sarebbero state più soggette ai pareri discrezionali degli Organi Programmatori (OP), in alcuni casi davvero incomprensibili, come era sempre avvenuto sino ad allora

La gestione della nuova procedura, che ha visto per la prima volta la luce nel 2016, ha però evidenziato diverse criticità. Innanzitutto, erano stati fissati dagli OO.PP. “gradi di scopertura organica massima sostenibile per ciascun Ente e per singolo profilo professionale”  molto alti nella media e in parecchi casi addirittura pari allo zero, soglie queste che hanno eretto muri invalicabili rispetto alle legittime aspettative dei lavoratori. E’ un problema che abbiamo segnalato sin da subito, ottenendo però solo qualche correzione (e solo per l’area di SGD). Ma di criticità se ne sono viste anche altre, e anche per questo, dopo la pubblicazione delle graduatorie del bando di mobilita 2016,  in data 9.01.2017 (14 mesi fa!) abbiamo inviato all’on. Rossi una nota che chiedeva la “verifica circa la necessità di revisione” della procedura, che ripubblichiamo in allegato 2 su questa stessa pagina. Richiesta poi recuperata e rilanciata  all’interno dell’accordo del 5 apr. 2017 (comunicato unitario CGIL FP – UIL PA – FLP DIFESA in Notiziario n.39 di pari data), cui ha poi fatto seguito la nota unitaria delle stesse tre sigle inviata all’on. Rossi (vds. Notiziario n. 64 del 30 giugno u.s.), che chiedeva di procedere rapidamente alla verifica prevista dal protocollo.  Richiesta prontamente accolta dall’on. Rossi, che nella riunione del 5 luglio u.s. (vds Notiziario n. 66 di pari data), ha consegnato alle OO.SS. le proposte di A.D., poi seguite dai contributi/osservazioni di CGIL-UIL-FLP inviati in data 18 luglio (vds. Notiziario n. 69 di pari data). Quindi il successivo tavolo tecnico a SMD del 20.09.2017 (comunicato unitario in Notiziario n. 90 di pari data), seguito quattro mesi dopo dalla riunione al Gabinetto del 13.12.2017, ritenuta da tutti conclusiva (si legga  il comunicato unitario in Notiziario n. 128 di pari data).

Ci saremmo aspettati a breve la convocazione per la firma del nuovo protocollo per chiudere la partita prima dell’entrata in vigore del nuovo CCNL, anche per non rischiare di incorrere nelle restrizioni determinate dall’entrata in vigore del nuovo CCNL che riconduceva all’istituto del “confronto” ex art. 5, i “criteri generali di priorità per la mobilità tra sedi di lavoro dell’Amministrazione” (capirai per noi il grande vantaggio…).

Invece non è andata così. CGIL-CISL-UIL-UNSA, sul primo tavolo, hanno chiesto di “adottare quanto previsto dall’art. 5” del CCNLe CONFINTESA, sul secondo, di incardinare la discussione all’interno dell’Art. 5” del CCNL, il che appare di tutta evidenza una “diminutio” atteso che, sulla materia, nella Difesa non c’era stata informazione ma negoziazione, come peraltro certificato dalle firme del protocollo del 29.09.2015.

Da parte sua, A.D., dimentica di quanto convenuto nel tavolo conclusivo del 13.12.2017 (due mesi prima dell’entrata in vigore del CCNL… perché non si è proceduto a chiudere la partita per evitare nuovi ritardi?), parrebbe aver accolto la richiesta, e pertanto l’uscita del bando viene così ulteriormente rinviata sine die.  Quando si dice la manina…..

Dodici mesi (tutto il 2017) fatto trascorrere senza procedere alle modifiche del protocollo, e nessuno  che abbia mai spiegato il perché; quindi, il tempo trascorso invano dal 13 dicembre u.s. (due mesi!) prima della firma della pre-intesa (23.12.2017) e poi del CCNL (12.02.2018);  e ora, pare, l’accoglimento da parte del Gabinetto delle richieste di altre sigle che hanno chiesto di derubricare a “confronto” (su cosa? con o senza più protocollo? il “confronto” non lo prevede…) quanto da noi di fatto già chiuso in termini di “contrattazione”.

Il danno prodotto ai lavoratori interessati (mobilità  interna bloccata da 15 mesi!) è evidente, i nostri legali stanno studiando possibili iniziative.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: Protocollo 29.09.2015 mobilità e rempieghi con firme

Allegato 2: 09.01.2017-lettera al SSS Rossi per verifica protocollo mobilità