Formazione del personale civile della Difesa, questa sconosciuta. Riduzione delle risorse, gestione separata degli Organi Programmatori al netto di un disegno generale, piani varati senza alcun confronto con il Sindacato. Occorre una rivoluzione. Proporremo al nuovo Ministro che, al pari di quanto avviene in altre AA.CC, si faccia un protocollo d’intesa/accordo che fissi regole precise in materia di formazione

Notiziario n. 37 del 10 aprile 2018 –

Quarta puntata relativa alle questioni d’interesse del personale civile anche in funzione del nostro programma RSU. Oggi parliamo di formazione o, meglio, della non formazione che si osserva in ambito M.D..

I CCNL Ministeri facevano tutti riferimento al principio della centralità della formazione come “leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale dei dipendenti e per il necessario sostegno ai processi di cambiamento”, concetti richiamati in più occasioni dalla stessa A.D.

Tuttavia, nonostante tale premessa, la formazione in ambito Difesa non è riuscita nel corso di questi anni a rispondere alle reali esigenze formative, e questo per molte ragioni tra le quali: progressiva e massiccia riduzione delle risorse disponibili, in particolare a seguito dei tagli disposti dal DL 78/2010; gestione finanziaria in capo ai diversi Organi Programmatori (OP) che operano di fatto in modo indipendente l’un l’altro; oggettiva maggior concentrazione delle attività formative nella sede romana, con effetti oggettivamente penalizzanti per il personale delle sedi periferiche; spesso, mancanza di coordinamento degli Enti di diverse area/F.A. sul livello territoriale.

La situazione è decisamente peggiorata a partire dal 2014, quando  la legge 11.08.2014, n. 114  ha disposto la soppressione di ben cinque Scuole di formazione, tra le quali purtroppo CEFODIFE,  le cui funzioni vennero trasferite alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA),  con la contestuale ulteriore  riduzione del 20% delle risorse destinate in origine alla stessa.

Un danno inizialmente temperato dall’accordo SGD-SNA del 6.08.2014, ma ben evidente soprattutto in proiezione futura, atteso che CEFODIFE gestiva formazione anche per il personale di aree diverse dalla 3^ (che come noto non rientrano nelle competenze di SNA) e formazione tecnico-specialistica per le nostre esigenze, e atteso altresì che sarebbe anche venuto meno quel ruolo che a CEFODIFE era stato assegnato in ordine all’”elevazione qualitativa delle professionalità “(art.3, comma 2, lett. a) e b)  Legge 244/2012)  e ai processi di formazione conseguenti alla riduzione delle FF.AA. di cui all’art. 12 <<2259-quater>>  del D. Lgs. n. 8/2014.

In questo quadro di situazione di particolare sofferenza e criticità, è mancato in tutti questi anni sul versante della formazione un disegno generale, da definirsi anche attraverso un confronto permanente con le OO.SS. nazionali che non c’è mai stato. Solo nel 2013, ai tempi del Vice Segretario Generale dr. Di Palma, su nostra richiesta, si tennero due successive riunioni che ebbero per oggetto i piani annuali di formazione del personale civile (si vedano i Notiziari n. 79 dell’8 luglio e n. 111 del 9 ottobre 2013), poi più nulla nel tempo.

Venendo ad oggi, temiamo che, sul fronte delle relazioni sindacali, il nuovo CCNL delle Funzioni Centrali 2016-2018, non produca significative innovazioni.

Alla formazione, comunque ancora connotata come “leva strategica”,  sono dedicati due articoli: il n. 52, che reca i principi generali e le finalità, e il n. 53 che prevede sì “piani di formazione del personale sulla base dell’analisi dei fabbisogni formativi rilevati nell’organizzazione”,  ne individua le tipologie essenziali, afferma che la formazione deve riguardare ”tutto il personale”  e indica l’obiettivo di una “formazione permanente e diffusa”. Ma lo stesso CCNL non dispone maggiori risorse (sempre l’1% del monte salari), e, soprattutto, non reca obblighi in materia di relazioni sindacali. Le OO.SS. possono solo “formulare proposte”  nell’ambito dell’Organismo paritetico ex art. 6.

A nostro avviso, sulla formazione occorre una autentica rivoluzione copernicana, tenuto conto del suo valore strategico in una Amministrazione in permanente riorganizzazione come la nostra, e della sua centralità anche ai fini delle nostre carriere. Per quanto ci riguarda, già nel 2013 avevamo presentato delle proposte all’allora Sottosegretario Pinotti, che ripubblichiamo come allegato su questa stessa pagina, e che pensiamo mantengano ancora, per buona parte, piena validità.

Le riproporremo, naturalmente attualizzandole, al nuovo Vertice politico, al quale chiederemo che i piani formativi siano oggetto di informazione e confronto con le OO.SS. e che, sulla materia, siano fissate regole precise e vincolanti attraverso uno specifico protocollo d’intesa.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato: FLP DIFESA – Proposte sulla formazione – 9 ott 2013