Risultato storico, i 21 milioni all’anno nel triennio 2018-2020, ma con destinazione alla produttività e non dunque al “fondo integrativo aggiuntivo” che doveva essere istituito in base all’accordo del 5 aprile. Ha pesato la posizione ostile della Ragioneria Generale che ha negato la bollinatura alla norma concordata con A.D. Ma la battaglia continua, e la rilanciamo come primo punto della piattaforma che presenteremo al nuovo Ministro.

Notiziario n. 36 del 9 aprile 2018 –

La sede della Ragioneria Generale dello Stato

Terza puntata dell’esame delle questioni d’interesse del personale civile anche in funzione del nostro programma RSU. Oggi parliamo dei 21 milioni per il triennio 2018-2020 arrivati con la legge di bilancio 2018.

Da tanto, troppo tempo, il Sindacato denunciava l’insostenibile situazione legata al gap tuttora esistente tra i trattamenti economici civili in essere in A.D. e quelli di altre AA.PP. In risposta a questa forte denuncia, fu istituito con il D.M. 16.06.2015 un “gruppo di lavoro”, le cui risultanze conclusive sono ben note.

Innanzitutto, venne accertato, all’interno dell’allora comparto ministeri, un significativo differenziale economico negativo sul trattamento accessorio, in particolare  nei confronti del Ministero della Salute. In secondo luogo, di fronte a queste evidenti criticità, furono prese in esame dal “gruppo di lavoro” quattro possibili soluzioni, di cui tre furono giudicate poco praticabili per diverse ragioni (sezione contrattuale ad hoc presso ARAN; incremento I.d.A.; transito nelle categorie speciali ex art. 3 D.Lgs. 165/2001), mentre la quarta (istituzione fondo integrativo aggiuntivo, sul tipo di quello del Ministero Salute, con risorse in toto o in parte del MD) fu giudicata dallo stesso gruppo di lavoro la più praticabile. E fu su questa che si concentrò nei mesi a venire l’azione di CGIL, UIL ed FLP DIFESA che avviarono, solo loro (la rivendicazione è dentro il comunicato unitario del 5.4.2017), una fase di mobilitazione e di lotta che portò poi all’accordo del 5 aprile.

Il quale accordo recava, al primo posto, l’impegno di istituire unfondo integrativo del trattamento economico del personale civile non dirigentedestinato a remunerare la sua “peculiare situazione di impiego”, che verrà inizialmente alimentato con 21 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio, e, proprio in ragione della ripetitività nel triennio, assumerà poi un connotato strutturale entrando nel bilancio statale. La dotazione iniziale del fondo, alimentato da risorse provenienti dal bilancio della Difesa e poi ripartito attraverso la contrattazione integrativa, potrà essere successivamente irrobustita attraverso quota parte dei risparmi originati da riordini, come espressamente previsto dal D. Lgs. 26.04.2016, n.91 (si veda il comunicato unitario CGIL FP – UIL PA – FLP DIFESA allegato al Notiziario n. 39 del 5.4.2017). L’accordo si è poi successivamente concretizzato nella bozza di emendamento al D.Lgs. 15.03.2010, n. 66 che ripubblichiamo in allegato su questa stessa pagina.

Alla fine, dopo mesi e mesi di attesa e di ripetute e tenaci sollecitazioni di parte sindacale sia sul fronte interno (MD) che su quello parlamentare nei confronti dei gruppi dell’allora maggioranza di governo, i 21 milioni per il triennio arrivarono, ma attraverso la legge di Bilancio 2018 e anche con una diversa connotazione,  e cioè non come fondo aggiuntivo ma come risorse destinate al FUA (art.1, comma 590, legge 27.12.2017, n. 205 che autorizza la spesa di 21 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, da destinare, attraverso la contrattazione collettiva nazionale integrativa, all’incentivazione della produttività del personale contrattualizzato appartenente alle aree funzionali del M.D.”.

Che non sono certo poca cosa, tenuto conto che la dotazione FUA 2017 è stata pari a meno di 43 mln di  €., un risultato, dunque, quello dei 21 mln, che va certamente considerato storico, atteso che le uniche due integrazioni ottenute dall’istituzione del FUA con il CCNL del 1995 sono state, la prima di 10 e la seconda di 5 mln di €, poi cancellate da Tremonti.

Non sfugge dunque a nessuno che i 21 milioni siano stati destinati alla produttività, e cioè al FUA, e che pertanto non alimentano alcun “fondo integrativo aggiuntivo” che era invece l’obiettivo dell’accordo del 5 aprile, rispetto al quale abbiamo assistito, in tutto il corso dell’iter parlamentare, ad un poderoso fuoco di sbarramento nei confronti della norma predisposta dal nostro Ufficio Legislativo, che era in linea con quanto da noi concordato. Si è particolarmente distinta, in questo,  la Ragioneria Generale, che ne ha negato la bollinatura, mettendo in serio pericolo la stessa assegnazione dei 21 mln, poi alla fine mantenuta ancorché riconnotata.

Ma la battaglia per la istituzione di un fondo integrativo aggiuntivo non la consideriamo certo chiusa e, con il nuovo Ministro, ne faremo il punto più importante di rivendicazione della nostra O.S. come nuova tappa di un percorso di progressiva crescita del salario accessorio del personale civile del Ministero della Difesa.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato: Bozza emendamento D.Lgs 66-2010 – Norma per Fondo Integrativo M.D.