Riunione a PERSOCIV sulle nuove procedure e sui criteri della mobilità interna e dei reimpieghi. Dopo 16 mesi di blocco, forse siamo in vista del secondo bando. Previsti gradi di scopertura molto bassi. Dalla negoziazione con tanto di protocollo d’intesa a solo un “confronto”, A.D. avrà mano libera. Le altre questioni in campo alla vigilia della nomina del nuovo Ministro

Notiziario n. 48 del 9 maggio 2018 –

Il D.G. di PERSOCIV ha convocato in data di oggi le OO.SS. per il “confronto” ex art. 5 del nuovo CCNL su procedure e criteri per la mobilità e i reimpieghi, su cui, prima di dar conto degli esiti, è quanto mai utile una riflessione a premessa, anche per gli aspetti paradossali che la vicenda presenta.

Come si ricorderà, in data 29.09.2015, è stato sottoscritto dalle OO.SS. nazionali e dal Sottosegretario Rossi, il “protocollo d’intesa”  su mobilità e reimpieghi,  un accordo per certi versi storico in quanto per la prima volta  i lavoratori interessati avrebbero potuto partecipare a un bando di mobilità con regole precise fissate per tutti, come avviene da sempre nelle altre AA.PP., e non sarebbero state più soggetti ai pareri discrezionali degli Organi Programmatori (OP) come era sempre avvenuto sino ad allora.

La gestione della prima nuova procedura 2016 rese però evidenti alcune criticità, in particolare quelle riferite ai “gradi di scopertura organica massima sostenibile per ciascun Ente e per singolo profilo professionale”,  in media molto bassi e in parecchi casi addirittura pari allo zero, soglie queste che hanno ridotto davvero ai minimi termini le possibilità di trasferimento. Anche per questo, dopo la pubblicazione delle graduatorie del bando di mobilita 2016, la FLP DIFESA chiese la “verifica” del protocollo ai fini di una sua revisione, richiesta poi recuperata e rilanciata all’interno dell’accordo del 5 aprile 2017 (vds. comunicato unitario CGIL FP – UIL PA – FLP DIFESA in Notiziario n.39 di pari data). Al quale accordo  ha fatto seguito l’apertura di un tavolo tecnico specifico (i contributi di CGIL-UIL-FLP sono stati inviati in data 18 luglio 2017)  che si è poi tenuto in data 20.09.2017 a SMD, seguito quattro mesi dopo dalla riunione al Gabinetto del 13.12.2017 ritenuta da tutti conclusiva (si legga il comunicato unitario allegato al Notiziario n. 128 di pari data).

Come già detto, era lecito attendersi, a seguire, la convocazione delle OO.SS. nazionali per la firma del nuovo protocollo prima dell’entrata in vigore del nuovo CCNL, per chiudere la partita e non rischiare di incorrere nelle restrizioni da esso indotte, che riconducono all’istituto del “confronto”  ex art. 5  i “criteri generali di priorità per la mobilità tra sedi di lavoro dell’Amministrazione.”.  Ma non è andata proprio così….

Infatti, il Gabinetto ha colto la palla al balzo, non ha convocato alcuna riunione per la firma del protocollo, ed ha preferito attendere la firma del CCNL per convocare una nuova riunione, che è si è tenuta in data 15 febbraio u.s. (si veda il Notiziario n. 18 di pari data), nella quale (udite, udite!) CGIL-CISL-UIL-UNSA hanno chiesto di “adottare quanto previsto dall’art. 5”  e CONFINTESA di incardinare la discussione all’interno dell’Art. 5”, dunque il famoso “confronto”, poi formalmente affidato dal  Gabinetto alla D.G.. Un confronto che, però, nella circostanza,  appare una autentica fregatura atteso che, sulla materia, in Difesa avevamo strappato una vera e propria negoziazione, come certificato dalle firme del protocollo del 29.09.2015, cui ora si darà l’addio per un “confronto” che, di fatto, significa poter sì discutere con A.D., ma con scelte finali ricondotte solo alla Amministrazione stessa, la quale, dunque, da oggi, potrà modificare procedura e criteri confrontandosi prima con le OO.SS. ma senza essere vincolata a protocolli da firmare. E, nel contempo, dopo tutto il 2017, abbiamo perso altri quattro mesi per il secondo bando di mobilità…

Fatte queste doverose premesse, veniamo ora alle risultanze della riunione odierna, che dovrebbe (il condizionale è però d’obbligo di questi tempi…) aver chiuso il confronto. I documenti pervenuti dalla D.G., che ripubblichiamo in allegato 1 e 2 su questa stessa pagina, evidenziano come la procedura (annuale) e i criteri restino quelli già convenuti nella riunione del 13.12.2017, fatto salvo l’allineamento procedurale e lessicale  alla nuova tipologia prevista  dal CCNL (“confronto”).

In ordine al grado di scopertura, gli intendimenti comunicati dall’Amministrazione sono i seguenti: per gli Enti dell’area Tecnico/amministrativa, soglia del 15% per tutti i profili; invece, per gli Enti dell’area Tecnico/Operativa compresi quelli industriali (Arsenali, Poli, etc.), soglia del 15% per i profili tecnici e del 25% per gli amministrativi. Cancellato dunque il grado di scopertura “zero”, ma le soglie appaiono ancora troppo basse, rendendo disponibili davvero pochissimi posti.

Ovviamente, atteso che il confronto di cui all’art. 5  del CCNL 2016-2018 prevede solo la redazione “di una sintesi dei lavori e delle posizioni emerse”, non ci sarà, come ha precisato la stessa Amministrazione, la sottoscrizione di alcun protocollo, a conferma del ragionamento fatto in premessa.

A seguire, ci dovrebbe essere pertanto la comunicazione a PERSOCIV delle esigenze funzionali suddivise per aree, profili professionali ed Enti/Reparti, e, dopo, la pubblicazione del secondo bando di mobilità interna volontaria, che noi auspichiamo veda la luce davvero molto rapidamente,  tenuto conto del blocco che dura da 16 mesi e che ha prodotti danni personali e familiari anche pesanti per molti lavoratori.

Chiusa la vicenda relativa alle nuove procedure e criteri per la mobilità interna e i reimpieghi, rimangono ancora in piedi questioni rilevantissime che andranno affrontate.

In primo luogo, la definizione dell’ Ipotesi di accordo per la distribuzione delle ulteriori risorse pervenute al FUA 2017 dal MEF. Trattasi di oltre 10 milioni di € (per la precisione di € 10.073.972, 19), che, nella proposta avanzata dalla dr.ssa Corrado nella riunione del 6 febbraio u.s. (si veda il Notiziario n. 14 di pari data)  ne prevedeva, come per gli anni precedenti,  la totale destinazione a livello locale e nei seguenti importi pro capite: per la performance, 42,93 €;  per il FUS, invece, 243, 27 € (tutti al netto oneri A.D.). Si fosse allora sottoscritta quell’Ipotesi di accordo, come noi chiedevamo, a quest’ora i soldi sarebbero potuti essere già in viaggio per le tasche dei lavoratori. Invece, i soliti noti (CGIL-CISL-UIL-UNSA) si resero allora assurdamemente indisponibili, e dunque oggi ci troviamo ancora al punto di partenza con l’aggravante dell’entrata in vigore del nuovo CCNL che certo qualche difficoltà in più la presenta in ordine alla distribuzione di dette risorse. Quando si dice voler complicarsi la vita….  A tal proposito, assumeremo nei prossimi giorni una iniziativa presso la D.G. e ne daremo come ai colleghi.

Per quanto riguarda invece il Fondo di produttività 2018, che ricomprende quest’anno anche i 21 milioni previsti dal comma 590 della legge di bilancio 2018 frutto dell’accordo politico del 5 aprile 2017 che oggi qualcuno, che evidentemente ha perso la memoria, ascrive all’azione di non meglio precisati “sindacati confederali”, dimenticandosi di quanto scriveva nel comunicato unitario CGIL-UIL-FLP diffuso dopo l’accordo che chiudeva una vertenza avviata da mesi SOLO dalle scriventi OO.SS.“ (la grossettatura e le lettere maiuscole sono nel testo del comunicato), se ne parlerà ovviamente a tempo debito. Al suo interno, ovviamente, dovranno essere anche definiti numeri e coperture per gli sviluppi economici 2018 (le graduatorie provvisorie della procedura 2017 vedranno la luce entro questo mese, verosimilmente nella terza decade).

A tal proposito, esprimiamo una considerazione:  al momento in cui scriviamo, sembra in via di soluzione l’attuale crisi politica e appare probabile il varo a breve di un governo politico a due teste (M5S e Lega). Ebbene, ove così fosse davvero, avremmo a breve un nuovo  Ministro della Difesa, che dovrà attribuire la delega per la contrattazione prima che si possa attivare qualunque negoziato, e in primis la stesura del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo Difesa.  A tal riguardo, abbiamo avuto occasione di leggere nei giorni scorsi la risposta di PERSOCIV a un quesito di MARINARSEN Taranto sulla contrattazione locale, al quale dedicheremo a breve uno specifico Notiziario.

In primo piano anche le progressioni tra le aree, uno dei punti fondamentali dell’accordo del 5 aprile 2017, che oggi però dovranno essere realizzate secondo il disposto dell’art. 22, comma 15, del D. Lgs. 25.05.2017 n. 75, per avviare le quali dovrà essere prima autorizzato dalla F.P. il piano triennale di fabbisogno del personale, che è preliminare anche alla definizione del nuovo piano assunzionale, su cui la D.G. sta già lavorando ancorchè in assenza delle linee guida della F.P., e successivamente al quale dovranno essere necessariamente pubblicati i bandi di mobilità esterna, come espressamente prevede la legge.

C’è poi un’altra questione che si sta trascinando da lungo tempo e sulla quale è necessario fare chiarezza, come invano chiediamo da anni. Ci riferiamo alle problematiche legate al personale ex militare transitato nei ruoli civili, su cui manca un punto di situazione (sui numeri, sui criteri di attribuzione dei profili, sulla destinazioni d’impiego, sulle diverse problematiche innescate dal cambio di status, etc. etc.), l’ultimo essendo stato fatto nel 2012 in sede di ridefinizione degli organici in attuazione del DL 95. Il tutto,  anche alla luce delle previsioni contenute nel D. Lgs. 8/2014, che come noto reca disposizioni in materia di riduzione e ricollocazione del personale militare in esubero (150.000 unità nel 2024).

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1:  Nuova procedura e criteri mobilità interna e reimpieghi

Allegato 2: Allegato: Situazione_Area_T.O.