Il Consiglio dei Ministri del 4 u.s. ha deliberato la cessazione dal 6 novembre dall’incarico di Capo di SMD del gen. Graziano, ma non ha anche nominato il suo successore. Dubbi sulla scelta, ma forse anche il tentativo di prendere tempo per riportare a due anni il mandato. Quanti incarichi dal Governo per i generali! E intanto altri soldi agli Ufficiali delle FF.AA. con il decreto sul compenso forfettario d’impiego, che farà crescere ulteriormente la spesa per il personale militare

Notiziario n. 110 dell’ 8 ottobre 2018 –

Il gen. Claudio Graziano, Capo di SMD, che lascerà a breve l’incarico

E’ noto a tutti (ne abbiamo accennato nel Notiziario n. 89 del 20 agosto u.s.) che l’attuale Capo di Stato Maggiore Difesa (SMD), gen. C. Graziano, già in proroga, lascerà a novembre p.v. l’incarico di Comandante delle nostre FF. AA.  e andrà a presiedere il Comitato Militare dell’Unione Europea. C’era dunque da attendersi, come sempre avvenuto, che il Governo, su proposta della Ministra, provvedesse a nominare per tempo il suo successore.

E’ accaduto invece una cosa  un po’ strana, e anche alquanto irrituale, nel Consiglio dei Ministri (C.d.M.) di giovedì 4 ottobre u.s., come si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi pubblicato su questa stessa pagina in allegato 1: il C.d.M., su proposta della Ministra Trenta,  ha sì “deliberato la cessazione, dal prossimo 6 novembre, dall’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa del generale Claudio GRAZIANO, ai fini dell’assunzione dell’incarico di Presidente del Comitato Militare dell’Unione europea”, ma non ha provveduto al contempo a nominare il suo successore,  pur a fronte del fatto che manca meno di un mese al 6 novembre.

Per quale motivo il Consiglio dei Ministri ritarda nella nomina del prossimo Comandante in capo delle nostre Forze Armate?

Due le ipotesi in campo, verosimilmente concorrenti.

La prima, è che il Governo non abbia ancora le idee chiare sul nome del successore al vertice di SMD. Dopo lo “sgarbo” subito dall’Aeronautica al momento della nomina del generale Graziano, che venne nominato al vertice di SMD la vigilia di Natale del 2014 (si veda il nostro Notiziario n. 135 del 29.12.2014) rompendo la tradizione di rotazione tra le tre Forze Armate sin ad allora seguita che avrebbe portato alla scelta dell’allora Capo di SMA gen. P. Preziosa, tutte le previsioni additavano nell’attuale Capo di SMA, gen. E. Veciarelli, il successore quasi certo del gen. Graziano. Scelta evidentemente non ancora acquisita, se non la si formalizza e se nel frattempo girano altri nomi, come quello del gen. F. Giancotti, già Capo 1° Reparto di SMA e nostra antica conoscenza.

La seconda ipotesi potrebbe essere ricondotta all’intenzione da parte del Governo, di cui si è letto in questi giorni su diversi giornali, di tornare agli incarichi biennali (con possibilità di un secondo mandato) per gli incarichi di vertice, come era sempre avvenuto fino al 2017, anno in cui gli incarichi divennero triennali e non rinnovabili/prorogabili.

Vedremo cosa succederà, può però darsi che la decisione arrivi a breve e dunque già nel prossimo Consiglio dei Ministri, e comunque, in ogni caso, dovrebbe riguardare un uomo dell’Aeronautica.

Certo è che la nuova maggioranza parlamentare e il nuovo governo giallo-verde guardano con grandissima attenzione agli Uomini delle Forze Armate per incarichi anche non strettamente militari, ed è un dato di fatto che, molto più che in passato, vengano scelti dei militari per diverse e importanti poltrone.

Dopo che al vertice del Dicastero è stata chiamata una “riservista” dell’Esercito ed esperta in geopolitica, la prof. E. Trenta, sono intervenute altre nomine di militari: il generale dei Carabinieri (ex Forestale) S. Costa è diventato Ministro dell’Ambiente del Governo Conte; al vertice dell’importantissima Agenzie delle Entrate (inclusa la “Riscossione”) è stato nominato il generale di divisione dalla Guardia di Finanza, A. Maggiore, che aveva già guidato le Fiamme gialle in Veneto; infine, il generale dell’Arma dei Carabinieri, L. Alestra,  anche se vicino al pensionamento, è stato scelto dal Ministro Di Maio alla guida dell’Ispettorato Generale del Lavoro, per dare “un importante segnale contro lavoro nero e caporalato”.  Mai come ora, poltrone di vertice nelle Amministrazioni Pubbliche sono occupate da Uomini con le stellette, che pare suscitino molto l’interesse del Governo. Bene.

Quello che va meno bene sono invece alcune operazioni portate avanti nel frattempo e che faranno lievitare ulteriormente la spesa per il personale militare, come il Decreto Interministeriale 9.08.2018  a firma dei Ministri Trenta e Tria, legato al riordino di ruoli e carriere, che attribuisce un “compenso forfetario d’impiego”  agli Ufficiali da Maggiore a Generale di tutti i gradi, che siano impegnati in attività operative/addestrative caratterizzate da impieghi prolungati e continuativi (su questa pagina, il testo del DI e un articolo apparso il 7 settembre u.s. su Money.it , rispettivamente allegati 2 e 3).  “Ed io pago…”, avrebbe detto il grande Totò…

Pubblichiamo infine,  sempre su questa stessa pagina e in allegato 4, l’articolo del 4 ottobre u.s. de IL FATTO QUOTIDIANO  sulle missioni all’estero.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: 04.10.2018 – Comunicato stampa Consiglio dei Ministri

Allegato 2:   Decreto Interministeriale  9.08.2018 – compenso forfetario d’impiego

Allegato 3: 07.09.2018 – Articolo di Money.it su compenso forfetario d’impiego

Allegato 4: 4.10.2018 – Articolo de IL FATTO QUOTIDIANO sulle missioni all’estero