Le novità annunciate in materia previdenziale per l’anno 2019. Pensione di vecchiaia a 67 anni, mentre per le pensioni anticipate rimarrebbe confermato, per gli statali, lo scatto di 5 mesi (42 anni e tre mesi per le donne; 43 anni e 3 mesi per gli uomini). Verrebbero confermate APE social e opzione donna. “Quota 100” anche per gli statali, ma uscite non prima di luglio e blocco dell’erogazione del TFS sino a 67 anni

Notiziario Flp Difesa n. 2 dell’8 gennaio 2019 –

Si riporta di seguito il testo del Notiziario FLP n. 1 in data di ieri 7 gennaio che delinea le novità che sembrano profilarsi per il corrente anno 2019  in materia previdenziale.

” Con il varo della Legge di Bilancio (L. 30.12.2018, n. 145), pubblicata nel SO n. 62/L della GU n. 302 del 31 u.s., è stato previsto dal Governo un accantonamento per l’applicazione della c.d. “quota 100”.

In attesa del decreto che ne spiegherà le modalità operative, corre l’obbligo di dare le prime notizie in materia pensionistica in essere al 1.01.2019, per dare informazioni ai ns. iscritti/simpatizzanti.

Intanto, in adempimento della legge Fornero, dal 1.1.2019 si va in pensione di vecchiaia a 67 anni (sono stati aggiunti 5 mesi per l’aumento della speranza di vita), limite che vale per uomini e donne.

Mentre, per la pensione anticipata relativa all’anzianità di servizio, la nuova normativa dovrebbe prevedere che l’incremento del requisito contributivo venga stoppato, anzi cristallizzato, per lavoratori autonomi e privati e si possa continuare ad andare in pensione con 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni per i precoci.  Ciò non sarebbe invece previsto per i lavoratori del pubblico impiego che invece per andare in pensione di anzianità di servizio dal 1.1.2019 dovranno maturare i 42 anni e 3 mesi per le donne e 43 anni e 3 mesi per gli uomini.

Ci dovrebbe essere un unico provvedimento che inserirà, tra l’altro:

  • in misura strutturale l’Opzione Donna che prevede il pensionamento in presenza di almeno 35 anni di contributi e almeno 57 anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi se autonome). La condizione però è quella di un calcolo solo contributivo di tutta la pensione, e quindi con notevole riduzione della pensione stessa;
  • l’APE Social ha chiuso l’efficacia al 31.12.2018, ma sarà prorogata per un altro anno alle condizioni previste dalla vecchia normativa dell’APE Social, e per i lavoratori che sono nelle condizioni di poterne godere, sarà consentito un anticipo pensionistico a 63 anni e 5 mesi, a patto che nei successivi 3 anni e 7 mesi venga maturato il diritto a pensione.

Per quanto concerne la “quota 100”, saremo più precisi dopo l’emanazione del decreto. Possiamo intanto dire che la misura dovrebbe avere durata sperimentale per un triennio e potrà consentire la pensione anticipata con la maturazione della “quota 100” sommando età e contributi, a partire dai 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Le prime uscite per i lavoratori privati sono previste da aprile 2019, mentre per i lavoratori pubblici lo scivolo inizierà da luglio 2019.

Noi riteniamo che le speranze degli statali che vorranno adottare questa misura, saranno “raffreddate” dal fatto che il TFS, cioè la buonuscita, dovrebbe essere pagato soltanto quando matureranno i requisiti previsti dalla legge Fornero, cioè solo dopo i 67 anni, con le modalità in vigore per somme oltre i 50.000 euro.

Ma aspettiamo il decreto…

IL DIPARTIMENTO POLITICHE PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI FLP “

Restiamo dunque in attesa degli annunciati decreti (reddito/pensione di cittadinanza e “quota 100”), aggiungendo che per quanto riguarda l’erogazione del TFS, da quanto si legge su alcuni organi di stampa, il Governo starebbe studiando forme di anticipazioni garantite dallo Stato attraverso apposite convenzioni con  Istituti di credito

COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA