Gap retributivo. Lettera alla Ministra con la proposta di avviare una iniziativa nelle giuste sedi istituzionali e politiche per il riconoscimento legislativo della ” peculiarita’ ” di compiti e funzioni dei civili, secondo il percorso già sperimentato per i militari, e a premessa e fondamento delle rivendicazioni di carattere economico. Il percorso da noi indicato rimane comunque interno al comparto di contrattazione senza pericolosi salti nel buio, e si pone in linea con il quadro normativo vigente. FLP DIFESA avvierà a breve una grande campagna informativa e di ascolto sui posti di lavoro.

Notiziario FLP DIFESA n. 30 del 21 marzo 2019 –

13.04.2017 – Lavoratori civili nell’assemblea a Taranto indetta da CGIL FP, UIL PA ed FLP DIFESA

Facendo seguito a quanto anticipato nei due precedenti Notiziari, il primo (Notiziario n. 27 del 12.03.20199) relativo all’incontro di pari data con la Ministra e il secondo (Notiziario n, 29 del 18.03.2019) che recava alcune considerazioni sulla proposta fatta da alcune sigle per l’attribuzione  di una indennità di funzione al personale civile della Difesa, riportiamo di seguito il testo della lettera inviata in data di ieri all’attenzione della Ministra con la proposta di FLP DIFESA per la riduzione del gap tra il nostro trattamento economico e quello in godimento presso altre PP.AA.

” Dando seguito a quanto anticipato nel corso della riunione del 12 u.s. con la S.V., la scrivente O.S. formalizza con la presente lettera la propria proposta tesa a recuperare il gap retributivo che colloca il trattamento economico del personale civile del M.D. nelle ultime posizioni nel raffronto con altre Amministrazioni Pubbliche.

Il punto di partenza non può che riferirsi alle risultanze conclusive dello studio (relativo all’anno 2013) condotto dal “Gruppo di lavoro” di cui al DM 16.06.2015, che ha evidenziato il notevole gap esistente tra i trattamenti economici in essere nella Difesa e quelli di altre AA.PP.  Nel settore pubblico contrattualizzato, il  trattamento  nel M.D. presentava un differenziale medio di  -9%  sui  dirigenti  e  di  -15% sul personale non dirigente, e le differenze riguardavano in misura minore il trattamento stipendiale (differenze intorno a -3/4%) e in modo molto più sostanzioso il trattamento accessorio (per il personale delle aree funzionali, il differenziale negativo si attestava  sul –34%).  Sul fronte dei dirigenti, invece, il differenziale risultava addirittura positivo (+ 11%). 

Delle quattro soluzioni ipotizzate dallo stesso “Gruppo di lavoro” (creazione di un fondo speciale; istituzione di una sezione contrattuale specifica presso ARAN; incremento indennità di Amministrazione; transito nei ruoli speciali ex art. 3 D.Lgs. 165), l’opzione prioritaria si era alla fine indirizzata sulla prima soluzione, e dunque sulla costituzione di un fondo integrativo speciale, aggiuntivo rispetto al FUA, sul tipo di quello in essere nel Ministero Salute, alimentato da risorse provenienti in parte dal MD e in parte dal MEF,.

Quanto sopra tenuto anche conto del fatto che la seconda e la terza delle soluzioni prospettate “presentavano la difficoltà di dover essere messe in campo in sede ARAN all’interno del nuovo compartone”, e che la quarta soluzione ipotizzata (transito nei ruoli speciali di cui all’art. 3 del D. Lgs. 165) “non potrebbe essere portata avanti senza coinvolgere giocoforza anche altre PP.AA. ovvero quelle del Comparto Sicurezza e Difesa per analogia con i militari” e che, alla fine, “potrebbe anche non necessariamente dare i benefici economici auspicati” e comunque non avrebbe prodotto “effetti finanziari immediati”.

FLP DIFESA condivise a suo tempo l’analisi e gli approdi conclusivi del Gruppo di lavoro, e sostenne convintamente l’iniziativa posta in essere da Amministrazione Difesa presso F.P. e MEF per la costituzione di quel fondo speciale, che prese il via a seguito dall’accordo politico del 5 aprile 2017 e degli impegni che l’allora Vertice politico assunse con CGIL FP, UIL PA ed FLP DIFESA, e anche con altre OO.SS..

Quell’iniziativa portò poi, alla fine, ad un risultato che, insieme ad altre sigle, considerammo “storico”, in quanto,  a  conclusione di una lunga, complessa e complicata trattativa  con il MEF,  la legge di bilancio 2018 (Legge 27.12.2017, n. 205, comma 590) autorizzò la spesa di 21 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020,  da  destinare, tramite  la contrattazione nazionale,  all’incentivazione della produttività.  Cosa peraltro già  avvenuta e attuata per l’anno 2018, il primo del triennio.

Un risultato “storico” perché, a fronte del lamentato gap già noto da tempo, era la prima volta che veniva assegnata al M.D. una somma di quella entità, pari a oltre il 40% della dotazione 2018 del Fondo Risorse Decentrate, anche se, ovviamente, non ci sfuggono i limiti intrinseci di questa assegnazione, che riguardano la destinazione autorizzata dalla legge di bilancio 2018: il fondo di produttività, appunto, e non già quel “fondo integrativo speciale” che era negli auspici e nelle attese delle lavoratrici e dei lavoratori.

Ma, al contempo, siamo consapevoli che, in quella ma non solo in quella circostanza, la resistenza è venuta in particolare dal MEF, per le motivazioni dichiarate e così riassumibili:

  • il personale civile appartiene al comparto Ministeri, oggi confluito nel comparto FF.CC., “il cui trattamento è definito dai contratti collettivi nazionali “ e pertanto “le istanze relative al trattamento economico accessorio possono essere affrontate solo in tale sede”;
  • l’istituzione di un fondo integrativo speciale “altererebbe gli equilibri di sistema definiti dalla normativa contrattuale” e “determinerebbe rivendicazioni del personale civile del comparto, primo fra tutti quello del Ministero dell’Interno….”.

Le motivazioni di cui sopra, poste a fondamento del “parere contrario” espresso dal MEF all’istituzione del “fondo integrativo speciale”, renderebbero di fatto impraticabile anche la stessa proposta di una ““indennità funzionale…. pari a € 600,00 lordi mensili pro capite e pensionabili” avanzata, nella riunione del 12 u.s., da alcune OO.SS. Non osiamo immaginare quale potrebbe essere il parere del Ministero dell’Economia e Finanze, e gli ostacoli che porrebbe, in ordine all’ipotizzata “indennità di funzione”.

Se questo è il quadro complessivo di riferimento, appare allora evidente come, a premessa di qualsiasi iniziativa credibile e praticabile di riduzione del gap, sia necessario modificare la classificazione indistinta, a noi riservata, di “personale civile appartenente al comparto”, riconoscendo alla nostra categoria quelle connotazioni  che ne fanno davvero un “unicum” nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni.

Sappiamo che le Sue opinioni al riguardo, manifestate apertamente anche in riunione e di cui Le diamo ampiamente atto, sono molto vicine a questa idea, e peraltro l’Atto di indirizzo emanato con direttiva a Sua firma in data 19.09.2018, riconosce che “la componente civile della Difesa…  opera in settori specialistici con professionalità peculiari non facilmente rinvenibili nelle altre Pubbliche Amministrazioni”. 

Occorrerebbe però un riconoscimento pieno e indiscutibile di questa “peculiarità”, attraverso un percorso analogo a quello a suo tempo posto in essere per il personale militare, che si è visto riconoscere la “specificità” del proprio ruolo per via legislativa (art. 19 legge 4.11.2010, n. 183), e dunque indipendentemente dalla sua collocazione nella sfera pubblicistica sancita ex art. 3 D.Lgs. 165/2001.

Ecco allora che, una volta affermata per via legislativa la “peculiarità” del ruolo, delle funzioni e dell’impiego del personale civile, tutte le prime tre soluzioni prospettate dal “Gruppo di lavoro” ex DM 16.06.2015 sarebbero teoricamente perseguibili in costanza di CCNL: sia il “fondo integrativo speciale”, in quanto destinato ad una “categoria speciale”; sia entrambe le soluzioni da affrontare in sede ARAN, e questo alla luce di quanto previsto dall’ultimo periodo dell’art. 40, comma 2, del D. Lgs. 30.03.2001, n. 165 con successive integrazioni e modifiche (“nell’ambito dei comparti di contrattazione, possono essere costituite apposite sezioni contrattuali per specifiche professionalità”).

Dunque, in ragione di quanto sopra esposto Le chiediamo, sig.ra Ministra, l’avvio, il più rapido possibile, di una Sua decisa e autorevole iniziativa nelle giuste Sedi, politiche e istituzionali,  per il varo di una norma di legge che riconosca la peculiarità del ruolo e dei compiti del personale civile della Difesa.

Si ringrazia della cortese attenzione.

F.to: Giancarlo Pittelli – Coordinatore Generale FLP DIFESA “

Questo il testo della lettera inviata ieri alla Ministra, che pubblichiamo su questa stessa pagina anche in formato originale, e dalla quale naturalmente attendiamo a breve una prima risposta, che immaginiamo possa già avvenire nel corso del prossimo incontro.

Su questa nostra proposta, e sugli altri temi che giacciono tuttora irrisolti sul tavolo politico, avvieremo nelle prossime settimane una grande campagna informativa e di ascolto attraverso le numerose assemblee che organizzeremo in giro per l’Italia.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA

Allegato: 20.03.19 – lettera alla Ministra con proposta FLP DIFESA su gap retributivo