La festa del lavoro cade quest’anno in un momento drammatico della vita del Paese, che sta affrontando la più grande emergenza dal dopoguerra ad oggi. Per questo, una festa senza bandiere, manifestazioni, parole d’ordine, ma che offre però l’occasione per alcune riflessioni. La prima è quella di essere orgogliosi della prova data in questa circostanza dal lavoro pubblico; la seconda, la necessità di una profonda riorganizzazzione della P.A.; la terza, il valore dell’unità per essere all’altezza delle sfide. Buon 1° Maggio alle lavoratrici e ai lavoratori della Difesa

Notiziario FLP DIFESA n. 40 del 30 aprile 2020 –

Domani, 1° Maggio, è anche la festa delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero Difesa.

Una festa, val la pena di ricordarlo sempre, nata dal grande movimento di lotta di fine XIX secolo che mobilitò milioni di lavoratori, in Europa e in America, per la conquista delle otto ore lavorative, e che ebbe la sua pagina di sangue con l’eccidio di Chicago del 4 maggio 1886, dove una irresponsabile carica della polizia su un presidio inerme di lavoratori lasciò sul terreno decine di morti e di feriti.

Una festa, quella del 1° Maggio, che mantiene ancora oggi una straordinaria forza evocativa, in quanto serve a ricordarci la centralità del lavoro nella vita di una democrazia per poter ottenere più sviluppo, più crescita e più progresso sociale, ed è da qui che nasce il dovere di continuare a lottare per estendere i diritti delle lavoratrici e dei  lavoratori.

La ricorrenza 1° Maggio cade però quest’anno nel momento in cui il Paese sta vivendo una fase drammatica della propria vita, verosimilmente la più dura dal dopoguerra ad oggi, che ha prodotto sinora oltre 27.500 vittime alle quali va il  nostro più deferente ricordo, e oltre 200mila positivi al contagio cui esprimiamo solidarietà e vicinanza, e che sta mettendo in grandissima difficolta tutto il Paese nei suoi diversi pezzi ed articolazioni, tutta la nostra economia e la nostra società, e in particolare le sue fasce più deboli.

Il Paese sta fortunatamente reagendo con un grandissimo senso di responsabilità, e pare proprio che la fase più dura sia fortunatamente dietro di noi, anche se siamo tutti ben consapevoli delle difficolta di una ripresa che si annuncia non facile e gravida di preoccupazioni e di problemi.

La Difesa sta dando un grande contributo in questa emergenza, con le sue strutture organizzative, con i Suoi Stabilimenti Industriali e le loro produzioni, ma anche con i suoi Operatori, lavoratori militari e civili, che vogliamo qui ringraziare e salutare.

Ci chiediamo, di fronte a questi problemi e a questa emergenza, quale possa essere il significato della festa dei lavoratori di domani 1° maggio 2020, che sarà senza bandiere, manifestazioni, parole d’ordine.

Noi pensiamo che il nostro primo dovere sia quello di essere orgogliosi di quello che il lavoro pubblico ha fatto vedere in questa circostanza drammatica, l’impegno eroico dei lavoratori della Sanità in primo luogo, ma anche dei tantissimi lavoratori che, in presenza o in lavoro agile, hanno continuato a far camminare le AA.PP. e anche il M.D. per dare servizi. Altro che fannulloni!

Il secondo dovere è quello di un impegno che deve essere di tutto il Sindacato nella direzione di una profonda riorganizzazione della macchina pubblica, con meno burocrazia, più semplificazione, più risorse e soprattutto più valorizzazione dei lavoratori.

Infine, un ultimo pensiero. Quando vediamo che, anche di fronte a questa emergenza, continuano a vivere nella Difesa (nella riunione di oggi ad AID, il 5 p.v. anche a PERSOCIV)  i tavoli separati – ancorchè virtuali e da remoto – tra le OO.SS. che rappresentano legittimamente tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori della Difesa, comprendiamo bene che il riscatto del lavoro pubblico, rispetto a chi lo ha sempre considerato una palla al piede del Paese, passa anche attraverso l’unità di tutti i lavoratori e delle loro Rappresentanze. 

Viva il 1 Maggio!  Viva le lavoratrici e i lavoratori del Ministero della Difesa.

IL COORDINATORE GENERALE FLP DIFESA – Maria Pia Bisogni