L’analisi della Confederazione CSE sulla inadeguatezza delle misure finora adottate dal Governo e le proposte per la gestione della cosiddetta fase 2 dell’emergenza da coronavirus. E’ innanzitutto necessario che, con il Decreto Legge in predisposizione, il Governo cambi passo e metta insieme iniziative eccezionali di sostegno al reddito, con altre capaci di rimettere in moto l’economia, agendo su più direttrici. Le criticità nel Ministero della Difesa. Urge avviare un confronto con l’Amministrazione anche per definire il quadro di interventi in previsione della ripresa delle attività.

Notiziario FLP DIFESA n. 35 del 16 aprile 2020 –

La sede della Direzione Generale per il Personale Civile

In data odierna è stato diffuso il comunicato stampa della confederazione CSE, nel quale sono riportate le valutazioni e le critiche rispetto ai limiti delle misure finora adottate dal Governo, e sono formulati alcune proposte in merito agli interventi che necessitano.

Questo il testo del comunicato:

“Le misure economiche a sostegno delle imprese e delle famiglie finora adottate dal Governo si sono dimostrate insufficienti nella loro entità e, soprattutto, ancora non erogate, a causa della farraginosità delle procedure burocratiche e dei vincoli europei che ne hanno rallentato l’attivazione”.E’ quanto ha dichiarato Marco Carlomagno, Segretario generale della CSE che oggi ha riunito, in conference call, gli Uffici di staff e i responsabili dei Dipartimenti economici, fiscali e previdenziali della Confederazione, per fare il punto sulla gestione della fase 2 dell’emergenza economica a seguito della pandemia da COVID19.

 “Ancora troppe sono le risposte che bisogna dare alle imprese, agli artigiani, alle famiglie duramente colpite dall’emergenza economica. Bisogna velocizzare i pagamenti del bonus, l’erogazione della Cassa Integrazione, adottare urgenti iniziative per sostenere il reddito delle famiglie e di chi ha perso il lavoro a seguito del blocco delle attività produttive, prevedere iniziative economiche adeguate a sostegno degli artigiani e delle piccole e medie imprese, così come dei commercianti, delle imprese legate al settore turistico e a quelle dello spettacolo” ha proseguito Carlomagno.

Per la CSE è necessario che con il Decreto Legge in predisposizione il Governo cambi passo e metta insieme iniziative eccezionali di sostegno al reddito, con altre capaci di rimettere in moto l’economia, agendo su più direttrici:

  • La prima è quella di sostenere e implementare le misure economiche a sostegno di famiglie e imprese, allargandone la platea e gli importi, rendendo le somme immediatamente esigibili, sia quelle a fondo perduto che quelle di prestito garantito dallo Stato; un sostegno necessario per tutte quelle attività che per loro stessa natura non possono beneficiare di una graduale ripresa essendo legate in particolare ai settori della ristorazione, del turismo, della ricezione alberghiera, della cura delle persone, del cinema e dello spettacolo, e delle altre che versano in analoghe condizioni;
  • La seconda è quella di prevedere una riapertura delle attività produttive, a partire da quelle collegate alle filiere dell’agroalimentare, della sicurezza sanitaria, delle apparecchiature elettromedicali, della componentistica e della logistica, garantendo la piena sicurezza degli operatori;
  • La terza è l’immediato sblocco delle opere infrastrutturali e dei cantieri che potrebbero mettere in campo risorse fino a 150 miliardi di euro sbloccando gli investimenti fermi, quelli già finanziati dall’Unione Europea e quelli che potrebbero essere attivati con le risorse della Cassa Depositi e Prestiti;
  • La quarta è l’immediato pagamento dei crediti delle imprese vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione.

“Queste” – conclude Carlomagno – “sono le proposte che la Confederazione CSE sottoporrà al Governo, a tutte le forze politiche, alle Associazioni imprenditoriali e sindacali, alla società civile per affrontare insieme questa difficile fase di gestione della ripresa, in un momento in cui la pandemia è tutt’altro che sconfitta”.

 Roma, 16 aprile 2020 “

FLP Difesa condivide totalmente il richiamo della Confederazione alla necessità di arrivare organizzati alla “Fase 2”, quella della ripresa seppur parziale, che dovrà essere definita e organizzata in modo da azzerare i rischi, posto che l’epidemia non è ancora debellata e che dunque, specialmente nei territori più martoriati del nostro Paese, quali la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, dove ancora le strutture sanitarie sono massicciamente impegnate nelle cure dei pazienti da coronavirus, la ripresa delle attività è ancora un rischio temibile.

A tal proposito, invieremo nei prossimi giorni all’ Amministrazione una lettera con alcune nostre riflessioni e proposte in previsione del tavolo di confronto che dovrebbe essere avviato a breve.

Anche per questo, FLP DIFESA ribadisce ancora una volta la necessità che l’Amministrazione Difesa, ai diversi livelli nazionali e territoriali, dia seguito alle indicazioni venute dal Gabinetto del Ministro, laddove “…si chiede alla delegazione trattante di parte pubblica … … di fornire riscontro a tutte le organizzazioni sindacali, nella convinzione che il particolare momento emergenziale in atto richiede un dialogo costante con le parti sociali.”, e contestualmente dia attuazione a modalità di confronto, compatibili con le limitazioni alla mobilità in atto, mediante il ricorso agli strumenti informatici più adatti.

Con l’occasione, pubblichiamo su questa stessa pagina in allegato la circolare PERSOCIV n 21415 in data odierna avente per oggetto il pagamento residui straordinari 2019

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA

Allegato: 15.04.2020 – circ. PERSOCIV n. 21415 pagamento residui straordinari 2019