Le proposte di FLP DIFESA per la gestione della cosiddetta “fase 2” dell’emergenza da Coronavirus. Un protocollo di accordo con le OO.SS nazionali in Amministrazione Difesa e in Agenzia Industrie Difesa è la nostra proposta per la gestione della ripresa delle attività per l’uscita dall’emergenza, che stabilisca misure omogenee di tutela dai rischi epidemiologici per tutto il territorio nazionale, una gradualità di rientro e una stabilizzazione del ricorso al lavoro agile per le attività telelavorabili. FLP DIFESA chiede anche l’avvio della trattativa da remoto per il FRD 2020 e progressioni

Notiziario FLP DIFESA n. 36 del 20 aprile 2020 –

L’on Angelo Tofalo, Sottosegretario di Stato alla Difea

FLP Difesa, in sintonia con il richiamo della Confederazione alla necessità di arrivare organizzati alla “Fase2”, quella della ripresa, che non può essere avviata senza una adeguata rete di protezione, posto che l’epidemia non è ancora debellata, specialmente nei territori più martoriati del nostro Paese, quali la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, e dunque vi è ancora un rischio temibile, nell’attesa che arrivi la convocazione per il confronto previsto in materia, ha scritto ai vertici del Dicastero una nota, nella quale sono riepilogati i temi da mettere prioritariamente in agenda, il cui testo si riporta di seguito:

“In data 8 aprile u.s., è stato sottoscritto, da CSE e dalle più importanti e rappresentative Confederazioni della dirigenza pubblica (CIDA, COSMED e CODIRP) con la Ministra per la P.A., il “protocollo di accordo sulla prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19”. Detto protocollo, a differenza di altri firmati nei giorni scorsi sulla medesima fattispecie, reca in modo esplicito l’affermazione che, nella fase emergenziale che il Paese vive, “sono importanti la valorizzazione e il coinvolgimento del personale, nonché la piena promozione da parte della dirigenza nell’implementazione del lavoro agile quale modalità ordinaria di lavoro”, e ciò anche allo scopo di superare le interpretazioni, in molti casi errate e restrittive, di chi continua a osteggiare il lavoro agile come modalità ordinaria della prestazione lavorativa (e nella Difesa ci sono a tal proposito esempi illuminanti) e ad impegnare in modo esplicito la Dirigenza pubblica a un’azione coerente con i contenuti del Protocollo.

Detto protocollo di accordo impegna inoltre le AA.PP. ad attivare momenti di confronto con le OO.SS. “al fine di condividere informazioni e azioni volte a contemperare la necessità di tutela del personale e dell’utenza, con quella di garantire l’erogazione di servizi pubblici essenziali e indifferibili”.

Per quanto attiene ad Agenzia Industrie Difesa, si chiede che la D.G. si attivi rapidamente per darne informazione a tutti i propri Enti.

Per quanto attiene invece alla Difesa, il Gabinetto ha direttamente investito la Delegazione trattante di parte pubblica del M.D. in ordine alle incombenze informative nei confronti delle OO.SS., ma lo ha fatto solo con riferimento al “protocollo” siglato in data 3 aprile e non anche a quello dell’8 aprile, che alla data di invio della propria nota a SMD, SGD e DG (10.04.2020, prot. n. 14775) era già pubblicato da due giorni sul sito della F.P., e peraltro con tanto di nota aggiuntiva di commento della stessa Ministra Dadone.

A tal riguardo, si deve necessariamente rilevare l’improprietà del comportamento posto in essere nella circostanza da codesto Gabinetto e, nel ricordare la posizione super partes che deve sempre orientare l’operato di una P.A., si chiede che codesto Gabinetto faccia un seguito alla propria nota del 10 u.s. con altra nota riferita questa volta al protocollo dell’8 aprile 2020.

Al momento in cui scriviamo, non ci è ancora pervenuta da parte della Delegazione trattante alcuna comunicazione in ordine a possibili, vicini incontri tra le Parti anche via remoto, e pertanto, in attesa che ciò avvenga, la scrivente O.S. desidera segnalare alcuni aspetti a proprio giudizio di primario interesse.

Informazioni alle OO.SS.

A differenza di quanto fatto da Altre, A.D. ed AID hanno decisamente brillato in tutte queste settimane per la quasi totale mancanza o quantomeno la grave carenza di informazioni alle OO.SS. nazionali in merito alle ricadute e alle problematiche vissute nella Difesa nell’attuale emergenza Covid-19.

Questo enorme gap informativo deve essere, a nostro avviso, rapidissimamente colmato con riferimento:

  • ai diversi versanti nei quali A.D. e AID sono allo stato impegnate sull’emergenza Covid, con le diverse iniziative poste in essere, di cui si ha avuto notizia dai media, con il suo personale, civile e militare;
  • alle eventuali ricadute della pandemia sui propri dipendenti (eventuali casi e sedi di contagio; eventuali casi di quarantena con sorveglianza sanitaria; etc.) in particolare nei territori più esposti alla diffusione del contagio (Lombardia; Piemonte; Veneto, etc.);
  • in terzo luogo, all’acquisto e alla messa in disponibilità di DPI, ed eventualmente di quali, con quali costi e con quali destinazioni;
  • infine, ai presidi di pulizia attivati e alle operazioni di sanificazione periodica degli ambienti di lavoro poste in essere negli Enti e Uffici e alla loro frequenza.

Smart Working

A differenza di quanto avvenuto in altre PP.AA., nella Difesa e in Agenzia Industrie Difesa non è stato fornito alle OO.SS. nazionali alcun dato in merito all’utilizzo del lavoro agile negli Enti della Difesa come modalità ordinaria di prestazione lavorativa, per come previsto dalla Direttiva n. 2 della FP e per come successivamente disposto dall’art. 87, comma 1, del DL 18/2020.  

Di contro, abbiamo assistito in molti Enti alla non corretta applicazione delle disposizioni in materia di S-W.  Il nostro convincimento è che, nei confronti del lavoro agile, vi sia stata da parte di taluni Dirigenti una sorta di approccio pregiudizialmente negativo, che pare originato dall’idea che in ambito F.A. l’istituto in argomento non trovi idonee condizioni di attuazione, idea questa che né l’emergenza e né le disposizioni introdotte dal DL 18 hanno evidentemente incrinato.

La scrivente O.S. ha anche provveduto a segnalare alcune situazioni paradossali che sono maturate in alcuni Enti, come quelle osservate nel PMPN di Piacenza, l’Ente di F.A. a più alta presenza civile, dove il Direttore ha affermato “che la prestazione in S-W incontra presso il PMPN insuperabili preclusioni oggettive”,  o nel 3° CERIMANT di Milano, dove a giudizio del Comandante lo S-W risulterebbe “inattuabile”, pur se in entrambi gli Enti trovano impiego diversi dipendenti civili con profili riconducibili ad attività notoriamente telelavorabili, come quelle amministrative, o ancora nell’Arma dei Carabinieri. Per non parlare di alcune attività di controllo effettuate presso il domicilio di lavoratori in SW per verificare se gli stessi fossero realmente a casa, come accaduto in alcuni Enti quali l’ISMA di Firenze.

Gli effetti prodotti da questo approccio appaiono evidenti a tutti, e consistono nel ricorso agli istituti alternativi previsti dal comma 3 dell’art. 87 del D.L. 18: in primis, le “ferie pregresse”.

A tal proposito, in aggiunta ai dati sull’effettivo utilizzo del S-W in ambito Difesa ed Agenzia , chiediamo una profonda riflessione al riguardo di quanto avvenuto nei nostri Enti e l’avvio degli interventi più efficaci e delle iniziative più idonee al fine di evitare approcci così riduttivi, e anche al fine di traguardare,  al momento del superamento dell’emergenza, la massima utilizzazione possibile dello S-W quale modalità lavorativa per il personale di tutto il territorio nazionale che ne faccia richiesta.

Ripresa delle attività e “fase 2” nel Ministero della Difesa

Giungono alla scrivente Segreteria Nazionale segnalazioni  provenienti  da  alcuni Enti del MD in merito all’intendimento da parte dei rispettivi Dirigenti di riprendere le attività ordinarie alla fine del periodo di “lockdown” previsto dal DPCM 10-04-2020, e dunque alla data del 4 mag. p.v., mentre invece, si ricorda, la data presunta della fine dello stato di emergenza, attualmente prevista, e quella del 31 luglio 2020.  Posto che non pare si possa ancora dire che siamo vicini alla conclusione dell’emergenza, non essendo l’epidemia ancora debellata, considerato che specialmente nei territori più martoriati del nostro Paese quali la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, le strutture sanitarie sono tuttora massicciamente impegnate nelle cure dei pazienti da coronavirus, FLP DIFESA ritiene inaccettabile un ritorno allo svolgimento dell’attività lavorative da rendere in presenza, anziché in smart working, sia nelle suddette aree, sia in quelle meno fittamente colpite dal virus.  Giudica, altresì, in ogni caso, ineludibile che il suddetto ritorno debba discendere solo ed esclusivamente da una disposizione del Governo, così come lo stesso, con il DL 18 all’ art 87, ha disposto che “ Fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica  da COVID-19, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su  proposta  del  Ministro per la pubblica amministrazione, il  lavoro  agile é la  modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche Amministrazioni”.

In ogni caso, in ordine alla ripresa delle attività, noi riteniamo si debba aprire immediatamente il confronto tra AD e Parti sociali per discutere delle ricadute sul personale di questa scadenza, in termini di sicurezza sanitaria e di organizzazione delle attività.

Per quanto attiene AID, abbiamo preso atto dell’Atto Organizzativo 9/2020 del 3.04.2020 e i seguiti che si sono registrati negli Stabilimenti, in primis Capua di cui all’allergato verbale con le OO. SS. Terr. del 14. u.s.  

Ciò premesso, noi chiediamo ad AD e ad AID, ciascuno per la propria parte, di definire e sottoscrivere con le OO.SS. naz. un protocollo d’intesa che, in attuazione dei protocolli 3 e 8 aprile, definisca tutti gli aspetti relativi alla c.d fase 2 e alla tutela della salute, ivi compreso l’adeguamento dei DVR alle esigenze del momento, alle misure da adottare per garantire il rispetto del mantenimento delle distanze, la rarefazione delle presenze del personale negli Uffici e in generale nei diversi luoghi di lavoro, la garanzia della dotazione di adeguati e diffusi presidi sanitari, l’adozione di un regime molto più ampio di flessibilità degli orari di lavoro. E chiediamo la costituzione, sia per AD che per AD, di un Organismo Paritetico ad hoc finalizzato a monitorare periodicamente l’applicazione dei protocolli FP e Difesa ai fini della loro più puntuale attuazione.

Per quanto riguarda le ferie pregresse, preso atto positivamente delle indicazioni fornite da PERSOCIV con nota n. 21054 del 10.04.2020, chiediamo l’assunzione da parte dell’Autorità politica di una chiara ed inequivocabile iniziativa finalizzata al rinvio al 30 giugno, per tutto il personale civile della Difesa che ne gli aggioranfaccia richiesta, delle ferie pregresse non godute per ragioni di carattere personale.

In ultimo, si chiede a AD e ad AID che siano avviati immediatamente i confronti, anche con modalità da aremoto, tra Delegazione trattante pubblica e OO.SS. della Difesa, per la più celere definizione delle rispettive Ipotesi di accordo per la distribuzione del FRD 2020 e, in primis, dei contingenti e dei criteri per le progressioni economiche 2020, al fine di scongiurare il rischio di arrivare tardi alla sigla degli accordi, come già purtroppo avvenuto nell’anno precedente, fatto questo che ha prodotto la mancata effettuazione delle progressioni economiche 2019 con gravissimo danno per i lavoratori interessati. Ciò in via prioritaria, mentre rimangono ovviamente sul tappeto tutte le attività in corso prima dell’inizio della fase di emergenza

Firmato il Coordinatore generale Maria Pia Bisogni.”

Naturalmente restiamo in attesa degli sviluppi, dei quali forniremo aggiornamento.

Cordialissimi saluti

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA.

Allegato:14.04.2020 Verbale di accordo Capua