Il Piano Organizzativo per il Lavoro Agile nella Difesa, approvato dal ministro Guerini lo scorso 9 settembre, è finalmente reso pubblico sul sito della Difesa. Il documento, che fa parte integrante del Piano della Performance 2021-2023, individua le modalità attuative per lo svolgimento del Lavoro Agile (ordinario e non più emergenziale), ne definisce le misure organizzative, i requisiti, i percorsi formativi; e prevede che almeno il 15% del personale che svolge attività smartabili vi possa accedere senza penalizzazioni su professionalità e progressione di carriera

Notiziario FLP Difesa n. 77 del 12 novembre 2021 –

Con circolare del 10.11.2021 Persociv ha reso noto che il POLA (Piano Organizzativo Lavoro Agile)   della Difesa è stato approvato con Decreto firmato dal Ministro Guerini lo scorso 9 settembre, e pubblicato sul sito del nostro Ministero. Ricostruiamone il percorso.

              Nel novembre 2020, la delegazione trattante è stata investita dal Ministro di avviare lo studio per la redazione del POLA al fine di predisporlo entro il termine previsto dalla norma, il 31 gennaio 2021, sentite le OO.SS. A febbraio,  l’A.D. aveva sottoposto alle OO.SS. la bozza di “Regolamento per l’applicazione del lavoro agile nella Difesa”, quale stralcio del POLA, e poi ad aprile la bozza del vero e proprio POLA, per il confronto con le OO.SS. di cui abbiamo riferito con i Notdif. 13 e 27/2021, dopodichè ha prodotto il documento in via definitiva.

                  Detto Piano Organizzativo per il Lavoro Agile – anno 2021 è un documento pubblico che individua le modalità attuative per lo svolgimento del lavoro agile (ordinario e non più emergenziale), ne definisce le misure organizzative, i requisiti tecnici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e verifica periodica dei risultati conseguiti, e prevede che almeno il 15% del personale (impiegato nelle attività smartabili) possa avvalersi del L.A., senza penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e progressione di carriera; e per questo il POLA fa parte integrante del Piano della Performance 2021-2023.

Un documento certamente importante, che conferma che l’esperienza del Lavoro Agile è tutt’altro che conclusa in Difesa, e che, alla luce dei dati emersi dalla sperimentazione del Lavoro Agile, si prefigge l’obbiettivo di stabilizzarlo e di estenderne la possibilità di fruizione su tutto il territorio nazionale

               Questi i punti salienti del documento, che nasce in forza di quanto previsto dalla L.124/2015 (l’attuazione di modelli flessibili di organizzazione del lavoro che consentano la conciliazione dei tempi di vita-lavoro), e dall’art 263 del DL 34/2020, convertito in l. 77/2020 (la redazione del POLA entro il 31 gennaio):

  • La sperimentazione del Lavoro Agile Ordinario : negli anni dal 2018 al marzo 2020 è stata avviata in Difesa la sperimentazione del Lavoro Agile (Ordinario, ancora non era scoppiata l’epidemia da COVID 19) in alcune sedi centrali pilota (Segredifesa, Persociv, SMD e SMM) e con un numero di partecipanti circoscritto a poche decine di dipendenti, scelta da noi fortemente contestata; gli esiti del monitoraggio riferiscono di ottimi risultati in termini di soddisfazione sia del personale coinvolto che dell’Ente interessato, fatta salva la necessità di aggiustamenti quali la necessità che l’Amministrazione potenziasse l’attrezzatura informatica da destinare all’uopo.
  • La sperimentazione del Lavoro Agile Emergenziale: con l’insorgere dello stato di emergenza COVID 19 il Lavoro Agile si è trasformato in una misura di contrasto alla diffusione del virus, e nella prima fase è diventato la modalità ordinaria di espletamento della prestazione lavorativa (art. 87 DL 18/2020), in una forma semplificata, che ha forzato la sperimentazione a pieno regime su tutto il territorio nazionale (1011 Enti, di cui 704 dell’area TO con 7581 civili, 87 dell’area TA con 1630 civili, 22 dell’Area Industriale con 922 civili, 194 dei CC con 402 civili).
  • Il POLA riferisce di un bilancio di 337.215 giornate telelavorate, che consentono di dire che la Difesa sia ad uno stadio avanzato di sviluppo del Lavoro Agile, e che si possa lavorare alla sua implementazione, facendo leva sulla formazione del personale, sul miglioramento dei sistemi informatici, e su modelli organizzativi che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con particolare riguardo ai dipendenti svantaggiati.
  • La mappatura delle attività telelavorabili: in attuazione di quanto previsto dalla circ. 3/2020 della PA, A.D. ha monitorato gli Enti delle diverse macroaree, e individuato la mappatura delle attività espletabili in modalità agile e di quelle potenzialmente non idonee. Ma viene precisato anche che la mappatura deve essere strumento dinamico, suscettibile di aggiornamento, rivisitazione, reingegnerizzazione delle attività..
  • La strategia adottata dal Ministero della Difesa per potenziare il Lavoro Agile: si è investito su tre fronti:
    • La formazione: 98 fra dirigenti e funzionari hanno partecipato alla formazione in materia di lavoro agile, mentre 829 colleghi hanno partecipato a corsi per l’implementazione della digitalizzazione;
    • L’ammodernamento tecnologico: il monitoraggio effettuato in fase emergenziale documenta la fornitura da parte dell’AD di 981 Pc/device e abilitazioni VPN;
    • La digitalizzazione dei procedimenti, dei processi e dei servizi: gli investimenti in supporti HW e infrastrutture digitali funzionali al lavoro agile e alla digitalizzazione hanno ammontato a 905.000 €. .
  • Il nuovo Regolamento per il Lavoro Agile nella fase post-emergenziale: dovrà perseguire l’obbiettivo di applicare il Lavoro Agile ad almeno il 15% dei dipendenti che svolgono attività telelavorabili e in particolare:
    • agevolare la conciliazione dei tempi vita-lavoro, avendo riguardo alla tutela del personale in svantaggio;
    • Favorire la crescita di una nuova cultura gestionale orientata al lavoro per obbiettivi;
    • Promuovere la digitalizzazione;
    • Elevare il benessere organizzativo;
    • Garantire l’equilibrio fra implementazione del lavoro agile, esigenze di funzionalità amministrativa, e riservatezza delle informazioni. .

In merito val la pena ricordare che il DL 56/2021 aveva stabilito che il lavoro agile fosse applicato ad almeno il 15% dei dipendenti impiegati in attività telelavorabili anche in caso di mancata adozione del POLA.

      Fra i principi applicativi del Regolamento citiamo i seguenti:

  • La stabilizzazione del Lavoro agile come modello organizzativo “ordinario”, potenzialmente fruibile a tutti i livelli, misurato su obbiettivi e risultati predeterminati;
  • La flessibilità del lavoro agile come “assenza di precisi vincoli di orario e di luogo”, e valorizzazione dell’autonomia operativa del lavoratore (come da noi sempre rivendicato, a fronte di qualche tentativo di AD di vincolare la prestazione agile ad una sede condivisa e ad un orario apparentato a quello di servizio dell’Ente);
  • La mappatura dinamica delle attività telelavorabili;
  • Il Dirigente è principale soggetto promotore del lavoro agile,
  • Gli strumenti per lo sviluppo del Lavoro Agile: facendo tesoro delle criticità emerse nella fase di sperimentazione pre-emergenziale ed emergenziale, AD intende, fra l’altro:
    • Rendere strutturale il monitoraggio, da ricondurre ad una Cabina di Regia centrale composta dai diversi organismi di vertice, con Persociv nel ruolo di promotore e federatore;
    • Promuovere la sensibilizzazione e la crescita culturale e manageriale a favore del lavoro agile, anche mediante la promozione della formazione nei confronti della più ampia platea possibile;
    • proseguire nella reingegnerizzazione delle procedure e dei servizi.

      Nonostante l’indubbio valore del documento, utile a confermare il positivo approccio della Difesa, almeno sul piano del principio,  sul futuro del Lavoro Agile, il giudizio di FLP Difesa resta comunque critico, per una serie di aspetti che proviamo a riepilogare:

  • non c’è menzione di relazioni sindacali, in barba alla Circ. FP n. 3/2017 e alle Linee Guida FP sul POLA, che invitano le AA.PP. all’esame congiunto e al confronto preventivo, quali “percorsi di condivisione e confronto che, in un’ottica di collaborazione, possano essere utili per l’applicazione di un istituto innovativo come il lavoro agile;
  • I dati relativi alla sperimentazione nell’emergenza avvalorano l’effettivo utilizzo dell’istituto, ma rilevano anche le differenze emerse tra i diversi territori; di qui la evidente necessità di condivisione e confronto con le Rappresentanze sindacali, come già richiamato nella sopracitata circolare della Funzione Pubblica, a partire dai livelli locali con particolare riguardo alla mappatura delle attività telelavorabili e di quelle non idonee a tal fine. E ciò in quanto è ovvia la necessità di evitare che la discrezionalità dei singoli datori di lavoro possa dar luogo, come molte volte si è verificato in emergenza, a situazioni contraddittorie anche all’interno dello stesso Ente. Solo con percorsi condivisi si potrà dare la stura alla corretta quantificazione dei possibili accessi al l.a., e delle risorse necessarie per il supporto tecnologico, le dotazioni informatiche, gli accessi da remoto. In merito osserviamo con soddisfazione il recepimento da parte di AD della nostra proposta di istituire un organismo di Monitoraggio periodico. E, per inciso, per quanto riguarda le attività reputate non idonee al lavoro agile, non troviamo ragione di inserirvi la  “gestione contratti”, che ci risulta invece essere stata ampiamente telelavorata nell’ emergenza.
  • I dati relativi alla digitalizzazione ed all’ implementazione della dotazione informatica fanno desumere che gli interventi registrati siano stati mirati all’area centrale: in periferia infatti si è fatto pressochè totale ricorso alle dotazioni proprie del dipendente, anzi ci risulta che le poche unità che hanno avuto a disposizione accessi da remoto, se li sono visti revocare in vista dei massicci rientri disposti a metà ottobre. Dunque bisognerà vigilare affinché le articolazioni periferiche non siano escluse per il futuro dai finanziamenti e dalle forniture.
  • Non vi è menzione della figura e al ruolo del competente Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD), garante per il Lavoro Agile e per l’acquisizione della strumentazione informatica utile a supportare il ricorso al lavoro agile, previsto dall’art. 17 del DL.vo 82/2005, aggiornato ai DL.vi n.179/2016 e n.217/2017, e dalla circ. FP n.3/2018, garante peraltro contro le discriminazioni nei confronti del personale più svantaggiato.
  • Lavoro agile e performance: i dirigenti sono valutati ai fini della performance sulla base di specifici obbiettivi/indicatori ad hoc. Non può tuttavia sfuggire che la quasi totalità degli enti (a spanne, 1011 meno gli 87 Enti dell’area t.a. centrale) afferisce alla dirigenza militare, che sarebbe determinante per la piena realizzazione degli obbiettivi riguardanti il lavoro agile; ma i militari non vengono valutati per questo nel contesto della performance, e dunque non sono stimolati a far proprio il cambiamento culturale, con la conseguenza di una scarsissima promozione del lavoro agile in periferia (per non parlare di aperta ostilità);
  • la Formazione: i dati relativi alla partecipazione ai corsi organizzati in materia presso SNA e presso DIFEFORM riguardano la componente civile. Ma nulla emerge in merito al coinvolgimento della dirigenza militare, come se la formazione sul lavoro agile non la riguardasse. Il risultato è che dirigenti e funzionari civili, per la gran parte collocati nell’area centrale, hanno correttamente acquisito e promosso il modello nell’area tecnico-amministrativa centrale, mentre scarsa o nulla attenzione si registra nelle restanti Aree, governate da militari.

In  ogni modo oggi il documento è ufficiale, e noi siamo sempre più convinti della necessità di promuoverne quanto possibile la conoscenza e la consapevolezza, affinché POLA non sia un mero acronimo probabilmente incomprensibile ai più, ma diventi nell’accezione comune un concreto ed effettivo piano di modernizzazione e di efficientamento della nostra Amministrazione.

Ovviamente non si potrà ignorare il nuovo orientamento dato alla materia dal nuovo Ministro della Funzione Pubblica, che ha ripetutamente riempito le cronache con dichiarazioni di intenti in totale controtendenza con quanto faticosamente costruito negli ultimi anni in ottica di benessere organizzativo, conciliazione, pari opportunità e tutela delle situazioni di svantaggio, ma anche di evoluzione e digitalizzazione della PA.

Riportati nel settore “news” di questo sito:

  • il POLA approvato dal Min. Guerini il 09.09.2021
  • la circolare Persociv n.73224 del 10.11.2021

Buon lavoro agile, e fraterni saluti a tutti.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA

Maria Pia BISOGNI – Pasquale BALDARI