Si celebra ancora una volta la festa delle donne. Usiamola come spunto per fare il punto di situazione: si stanno sgretolando diversi tetti di cristallo, due donne sono al vertice della politica, Giorgia Meloni capo del Governo ed Elly Schlein del maggior partito dell’opposizione, ma anche Margherita Cassano alla guida della Corte di Cassazione, e ancora Ilaria Capua e Antonella Viola esprimono una prestigiosa presenza femminile in un campo, quello scientifico, che non è più appannaggio esclusivo dei maschi. Ma nella media la situazione non è soddisfacente, e ancora molto c’è da fare, a partire dalla formazione dei nostri bimbi

Notiziario FLP Difesa n. 19 del 8 marzo 2023 –

Ha ancora senso oggi parlare della festa della donna, istituita il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti  in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi? La risposta  arriva da sè in conclusione delle riflessioni sullo stato dell’arte ai giorni nostri: le cronache degli ultimi tempi ci aggiornano sui nuovi importanti incarichi a cui per la prima volta ha avuto accesso una donna: Giorgia Meloni Presidente del Consiglio, ed Elly Schlein è la nuova Segretaria del più importante partito di opposizione; Margherita Cassano prima donna nella storia a guidare la Corte di Cassazione. E altre donne italiane si sono distinte a livello internazionale per l’eccezionale livello di professionalità raggiunto, basti pensare alla dott.ssa Ilaria Capua, virologa di fama internazionale sostenitrice della “Salute circolare”, che dopo aver Diretto il Centro di Eccellenza One Dealth dell’Università della Florida, ha annunciato “di aver fatto pace con l’Italia”, per cui tornerà a lavorare qui, e alla dott.ssa Antonella Viola, immunologa notissima ai media, professoressa di Patologia Generale dell’Università di Padova.

Dunque i tetti di cristallo sembrano cominciare a sgretolarsi. Eppure continua ad essere di attualità il concetto ampio della violenza, come riconosciuto e ratificato dalla convenzione di Istanbul del 2011: “violazione dei diritti umani che può provocare danni o sofferenze  di natura fisica, sessuale, psicologica e/o economica”; e sulla violenza economica è stato pubblicato dalla Global Thintings  Foundation, nata nel 2016, un manuale che ne individua l’evoluzione: in termini pratici l’uomo mette in atto nei confronti della compagna il controllo sullo stipendio, sulle spese e sul c/c, magari vieta l’uso della carta di credito/bancomat; l’accompagna in ogni sua spesa, può arrivare ad occultare il denaro, utile poi in caso di separazione. Una condizione di isolamento della donna che si associa ad altri dati ISTAT: solo il 53% delle donne in Italia oggi lavora (65% al nord, 36% al sud), contro il 64% della media europea, mentre il 44% delle donne è inattivo, cioè neanche lo cerca, il lavoro. Eppure il lavoro porta denaro, e il denaro la libertà di scelta.

Ma la statistica ci dice anche che solo il 20% delle donne ha un c/c personale, mentre l’80%, se lo possiede, l’ha in condivisione col marito/compagno, al quale spesso è delegata la gestione di soldi, investimenti e risparmi. E la dipendenza porta alla sudditanza. Per contro le buone pratiche suggeriscono alle donne di non rinunciare mai al proprio conto corrente, di tenerlo separato da quello del compagno, e di mantenere la propria autonomia lavorativa, condizione indispensabile per una vita di libere scelte. E’ anche per questo che nel 2021-2022 il Governo dell’epoca aveva finanziato il “Reddito di Libertà” (400 euro al mese per 12 mesi) per consentire le donne vittime di violenza di provare ad uscire dal rapporto “malato” e ricostruirsi una vita.

Dall’altra parte le  cronache di questi giorni riportano i dati delle previsioni statistiche che indicano nel 2050 l’anno in cui avremo la nascita dell’ultimo bimbo italiano: in Italia non si fanno più figli, nonostante non si sia mai smesso di desiderarli. Già nel 2022 il tasso di fertilità era di 1,3 figli per donna. Se non cambia qualcosa, la tenuta di welfare, sanità, pensioni, in pratica il sistema paese, è a rischio. Ma quali le cause della denatalità? Servizi primari come l’asilo nido soddisfano solo il 26% dell’utenza, l’assegno unico non basta a sostenere i costi della genitorialità, il congedo di paternità di 10 giorni è molto al di sotto della media Europea. In assenza di significativi interventi pubblici, il costo di un figlio diventa motivo di rinvio a tempi migliori, così l’età media delle puerpere è andata oltre i 32 anni, le probabilità di infertilità crescono, e per le più coraggiose si crea un significativo squilibrio fra lavoro, vita sociale e cura. E capita pure che le esigenze di cura non siano tenute in debita considerazione neppure quando specificamente tutelate dalle norme, come nel recente caso della dipendente del Ministero della Giustizia (proprio la Giustizia!), madre di un bimbo portatore di handicap grave, che non riusciva ad ottenere il trasferimento verso la residenza del figlio. Meno male che in quel caso una giovane avvocata appassionata e una Giudice sensibile abbiano risolto favorevolmente la questione in sede giudiziale…

Eppure un figlio non è solo un fatto privato, ha riflessi sulla vita della comunità, e dunque chi lo genera e lo cura sta lavorando per tutti…

E la scelta di non fare figli è comunque poi foriera di sensi di colpa da parte della donna rispetto al suo ruolo, che lo stereotipo vuole realizzata solo se moglie e madre (e non importa se intanto ha realizzato i suoi progetti e i suoi sogni professionali), come recitato dall’attrice Chiara Francini in un monologo dedicato al suo bambino mai nato: “Da qualche parte penso di essere sbagliata perché non ho avuto figli… …ma io volevo solo essere brava, volevo essere preparata, volevo che tu fossi fiero di me..”.

Ecco perché non bisogna smettere di lottare, partendo dalle scuole, dalla formazione, e ancor prima dall’alveo familiare e dall’educazione impartita ai nostri bambini.

Buon 8 marzo a tutte le donne, e un pensiero triste va ai naufraghi di Crotone, alle studentesse avvelenate in Iran, ai popoli di Turchia e Siria colpiti dal terremoto; va infine a quelli della martoriata Ucraina, e alle sue donne, oggi che invece delle mimose continuano dopo un anno di invasione a ricevere le bombe !!!

 LA COORDINATRICE GENERALE FLP DIFESA  – Maria Pia BISOGNI