Prima riunione all’ARAN, avviato il confronto per il CCNL 2016-2018 del nuovo comparto Funzioni Centrali. L’atto di indirizzo della Ministra Madia, che non dice nulla sulla sterilizzazione del bonus fiscale degli 80 € e presenta poche aperture, e il nodo di sempre: non ci sono sufficienti risorse per l’ipotizzato aumento di 85 €. Il giudizio di FLP

Notiziario n 71 del 19 luglio 2017 –

La Ministra M. Madia e, subito dietro, il Presidente dell’ARAN  S.Gasparrini

Si riporta di seguito il testo del Notiziario FLP n. 14  diffuso in data odierna dalla nostra Federazione e relativo ai contenuti e agli esiti della riunione di stamattina in ARAN, che segna di fatto l’avvio della contrattazione collettiva  per il nuovo C.C.N.L. del personale non dirigente del nuovo comparto Funzioni Centrali (che ricomprende il vecchio comparto Ministeri, quello delle Agenzie Fiscali e quello degli Enti Pubblici non economici-EPNE ed altri “pezzi” minori).

“Se qualcuno si aspettava decisi passi in avanti già dalla prima riunione svoltasi in Aran nella giornata di oggi relativamente al rinnovo con CCNL del Comparto Funzioni Centrali, rimarrà deluso perché nonostante tutti questi anni senza contratto e la sentenza della Corte Costituzionale del 2015 ottenuta dalla FLP, l’apertura della stagione contrattuale si è svolta in linea con le “peggiori” tradizioni.

Infatti il Presidente Aran, con un lungo e dettagliato excursus ha ripercorso l’articolato dell’atto di indirizzo (che pubblichiamo in allegato su questa stessa pagina) che traccia per la predetta Agenzia i termini e i vincoli di parte datoriale per il rinnovo del contratto del Comparto Funzioni Centrali, primo dei cinque comparti previsti dal nuovo modello, e per certi versi quello più articolato in quanto comprende realtà complesse e disomogenee come Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non Economici.

Una lettura, quella del Presidente Gasparrini, che ha intrinsecamente evidenziato le pecche, le difficoltà e i limiti che come FLP abbiamo previsto da tempo e che purtroppo si collocano in un contesto nel quale:

  • i margini di manovra di carattere economico sono allo stato fermi agli incrementi previsti per il 2016 e 2017, con una dotazione di circa 40 euro, in attesa degli stanziamenti previsti per il 2018: quanto sopra per arrivare almeno agli 85 euro, mentre di fatto, nessuna novità in ordine alla necessaria defiscalizzazione degli 80 euro concessi dal Governo Renzi e spacciati in allora come un vero e proprio aumento contrattuale;
  • nonostante le modestissime aperture riscontrabili nei due nuovi decreti legislativi modificativi del 165/2001 e del 150/2009, appare tutto da costruire sul fronte delle relazioni sindacali dove l’atto di indirizzo non innova realmente nel rapporto fra legge e contratto quale condizione necessaria per avviare una seria e condivisa riforma della PA nell’interesse dei cittadini;
  • in tema di rapporto di lavoro, niente di nuovo, vengono elencati gli istituti vigenti e viene inserita quella parte relativa ai provvedimenti disciplinari che abbisogna del passaggio attraverso il CCNL;
  • stessa cosa dicasi per il salario accessorio e per l’ordinamento professionale, sul quale viene precisata la necessità di una possibile ed evidente rifasatura in ragione delle diverse tipologie attualmente previste dai sistemi di classificazione dei tre ex comparti ora diventati comparto unico.

In più il Presidente Aran, ripetendo una prassi oramai consolidata, ha proposto la costituzione di quattro tavoli tecnici per approfondire le tematiche di cui sopra delle quali, per altro, ha elencato solo i titoli senza alcuna auspicata indicazione, quanto meno sul fronte della parte giuridico – ordinamentale e si è impegnato a far pervenire un primo canovaccio con i “titoli di testa” del rinnovo contrattuale.

Francamente poco per iniziare una trattativa che, dopo otto anni, doveva a nostro avviso segnare quanto meno qualche passo in avanti dalla parte del datore di lavoro pubblico colpevole di un pesante blocco economico, caratterizzato non solo da una perdita del potere di acquisto delle retribuzioni del settore, ma anche da  un blocco delle carriere ed un arretramento sul fronte dei diritti e delle tutele.

Ecco perché la posizione della FLP e della Confederazione CGS, presenti in delegazione all’incontro, è stata caratterizzata da una posizione di franco dissenso rispetto al tentativo di rinchiudere la trattativa negli ambiti angusti dell’atto di indirizzo che può valere per l’Aran ma a cui noi contrapponiamo la nostra piattaforma sindacale con le nostre proposte e le nostre idee.

Ovviamente non ci riteniamo soddisfatti neppure dei limiti di carattere economico che sembrano essere imposti e insuperabili per il nostro Comparto, limiti che, di fatto, non raggiungono neppure i tetti previsti dal fantomatico accordo pre referendum sottoscritto il 3O novembre 2016 da altre confederazioni sindacali, e francamente ci lascia alquanto perplessi il fatto che per altri (comparti) sembra possano essere trovate risorse aggiuntive (…) alla faccia della perequazione e delle piramidi retributive.

In ogni caso, non ci sottrarremo al confronto nei tavoli di carattere tecnico che eventualmente l’ARAN deciderà di costituire, e sui quali ci riserviamo di fornire puntuale e dettagliata informazione ai lavoratori, così come su tutto il percorso che si è avviato.

Auspichiamo un fronte quanto più compatto possibile da parte delle Confederazioni e delle Federazioni rappresentative per traguardare il superamento dei limiti imposti dall’atto di indirizzo, limiti che riteniamo insopportabili dopo tutti questi anni di blocco contrattuale.

                                                                                                        LA SEGRETERIA GENERALE FLP “

In allegato: Atto di indirizzo Funzione-Pubblica-riavvio Contrattazione-Pubblico-Impiego