Basta con la criminalizzazione dei lavoratori. Riflessioni sulla vicenda di Roma Capitale

Notiziario  FLP DIFESA n. 3 del 5 gennaio 2015 –

imagesRiportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 2  del 2 gennaio 2015  con il quale la nostra Federazione prende posizione in merito alla operazione di disinformazione, strumentalizzazione  e di criminalizzazione  legata alla incresciosa vicenda delle assenze fatte registrare dai Vigili Urbani di Roma l’ultimo dell’anno.

 I giornali (e le televisioni) oggi traboccano di indignazione per il fatto che oltre l’ottanta per cento dei vigili urbani della capitale fosse assente per malattia o per donazione di sangue l’ultimo dell’anno.

Negli stessi giorni, otto vigili del fuoco del Comando Provinciale di Brindisi, venivano spediti d’urgenza sul rimorchiatore che doveva prestare soccorso e poi trainare la Norman Atlantic, sulla quale hanno trovato la morte un numero ancora imprecisato di persone. Gli otto vigili sono rimasti sei giorni in balia del mare in burrasca senza che nessuno abbia dato loro il cambio o li avesse preavvertiti che la missione sarebbe stata così lunga, dando loro la possibilità di portarsi anche solo un cambio di biancheria. Hanno vomitato l’anima per sei lunghi giorni a causa delle condizioni proibitive del mare e del luogo dove si svolgevano le operazioni di salvataggio, con i telefoni cellulari scarichi, costretti ad affidarsi ai telefoni satellitari dei rimorchiatori per comunicare il loro stato di salute ai familiari.

Ebbene, per il trattamento che hanno ricevuto, nessuna indignazione, solo silenzio da parte della maggior parte della stampa e televisione.

Uomini e donne, come i vigili del fuoco di Brindisi, gli ispettori del lavoro, quelli del fisco, le forze dell’ordine, ogni giorno rischiano la vita per assicurare il rispetto delle leggi in Italia, ma in questi giorni la classe politica ha parlato di pubblico impiego solo  per rivendicare la licenziabilità più facile utilizzando in modo assolutamente demagogico   le assenze dal servizio dei vigili urbani capitolini l’ultimo dell’anno senza fare distinzioni tra ferie, congedi, assenze per malattie e mancata prestazione di lavoro straordinario.

Ricordiamo che anche coloro che non rischiano la vita assicurano comunque servizi importanti soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, nei settori della scuola, della ricerca, della sanità, della giustizia, dei beni culturali, ricambiati da anni con insulti dei politici e contratti, carriere, stipendi da fame e, per di più, bloccati da cinque anni.

Lo avevano capito imprenditori certo non illuminati cent’anni fa che se tratti male o li denigri, prima o poi questi tendono a lavorare senza motivazione; lo aveva ribadito Pietro Micheli, dimessosi meno di un anno dopo essere stato chiamato da Brunetta a riformare la pubblica amministrazione, che sbatté la porta affermando che non si potevano fare riforme solo con i tagli e insultando gli attori principali di una riforma del pubblico impiego cioè i lavoratori.

Sono cambiati i direttori d’orchestra ma la musica non è cambiata!

Se ci sono state irregolarità o comportamenti censurabili o sanzionabili lo si faccia, ma basta con le generalizzazioni e gli attacchi ai lavoratori ed alle lavoratrici del pubblico impiego. La disorganizzazione degli uffici, i ritardi, la forte burocrazia, il lassismo e la corruzione sono dovuti alle gestioni clientelari delle strutture pubbliche sia  a livello centrale che locale, volute e  funzionali ai partiti ed alla cattiva politica, spesso e volentieri in accordo con i sindacati compiacenti, i cosiddetti confederali e i sindacati di comodo, quelli gialli  “corporativi”.

Noi della FLP che non abbiamo gestito assunzioni o chiesto promozioni, in questi anni abbiamo denunciato inascoltati le storture e le inefficienze della PA che contemporaneamente penalizzava i cittadini per la scarsa qualità dei servizi ed i lavoratori abbandonati, demotivati e lasciati senza una vera guida all’iniziativa e alla coscienza personale.

E adesso la politica non può certo cavarsela con la criminalizzazione o la denigrazione dei lavoratori. Con la minaccia quotidiana del licenziamento o il blocco reiterato dei contratti e del riconoscimento delle professionalità.

Gli stipendi restano bloccati, gli insulti identici a quelli dell’era Brunetta.

O ”riforme” fatte con decreti legge raffazzonati o Disegni di legge punitivi da far passare sotto l’emozione di casi costruiti ad arte.

 Serve un vero piano industriale capace di definire gli ambiti delle competenze e delle funzioni tra amministrazione centrale e poteri locali, che ridisegni le attività, motivi il personale, investa sulla tecnologia e sui saperi.

Che metta in campo un piano di assunzioni che stabilizzi chi per tanti anni, da precario, ha permesso il funzionamento di scuole, università, enti di ricerca, ospedali e musei. Che riconosca un ruolo e un futuro a chi si è messo in gioco ed ha superato le tante procedure concorsuali indette e non portate a compimento in questi anni.

Che garantisca il giusto equilibrio tra esperienza e nuove professionalità e che trovi le risorse per fare questo da una vera lotta agli sprechi, agli appalti gonfiati, alle esternalizzazioni, alla corruzione  che sono il vero male di questo Paese.

Infine, non possiamo non rilevare come quanto è avvenuto sia il prodotto inevitabile della cosiddetta disintermediazione renziana, della chiusura verso ogni forma di confronto e negoziazione con le forze sociali.

Abbiamo speso mesi e mesi a spiegare che solo il sindacato può rappresentare coerentemente la sintesi delle varie esigenze delle categorie lavorative e che le rivendicazioni vanno ascoltate e non liquidate con un’alzata di spalle.

Se il Governo continua così andrà sempre peggio e sarà sempre più difficile continuare ad usare dipendenti e pensionati come bancomat senza aspettarsi reazioni forti. La motivazione è ormai ai minimi storici, i dipendenti pubblici attingono al loro senso di responsabilità che però è sempre più in contrasto con le tasche vuote e le umiliazioni continue.

Se Renzi e la Madia vogliono punire i lavoratori pubblici per questo, ancora una volta noi di FLP non possiamo che gridare forte il nostro dissenso:

BASTA CON LA CRIMINALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO!

                                                                          LA SEGRETERIA GENERALE FLP “