Il no secco della FLP alla malaugurata ipotesi di silenzio-assenso per l’adesione alla previdenza complementare dei lavoratori neo assunti nei comparti del Pubblico impiego. Inammissibili i trucchi di questo genere, che mettono le mani nelle povere tasche dei lavoratori pubblici

Notiziario n. 126 del 12 dicembre 2017 –

Si riporta il testo del Notiziario FLP n. 31 del 7 dicembre u.s. che reca la nota diffusa dall’Ufficio Stampa FLP  in merito alla malaugurata ipotesi di “silenzio assenso” per l’adesione ai fondi integrativi.

Ci risiamo! Ciclicamente i “soliti noti” provano a mettere le mani sui nostri Trattamenti di Fine Servizio (TFS), cercando ogni scusa per introdurre nella legislazione cavilli buoni a scipparci la nostra buonuscita, meglio se a nostra insaputa. Questa volta la scusa è la riforma del sistema pensionistico (l’ennesima) che i sindacati confederali hanno prima discusso con il Governo, firmando unitariamente l’APE (ricordate? È quell’animale che toglie i soldi ai lavoratori e li porta a banche e società di assicurazione), mentre, nel prosieguo della discussione si sono spaccate e hanno preso strade diverse.

Ebbene, una delle due sigle confederali che hanno trovato l’intesa con il Governo, ha scritto un volantino entusiasta sugli accordi raggiunti con il Governo nel quale, tra le altre cose, si può leggere (citiamo testualmente): “Verranno proposte forme di silenzio-assenso per incentivare l’adesione alla previdenza complementare dei lavoratori e delle lavoratrici neo-assunti nei comparti del P.I.”

È chiaro che si tratta dell’ennesima “testa di ponte” che questi sindacati, che non si sa bene se fanno gli interessi dei lavoratori o i propri (la domanda è ovviamente retorica), tentano di usare per ovviare al fatto che i lavoratori continuano a non iscriversi ai fondi di previdenza complementare, gestiti dagli stessi sindacati, perché non si fidano. E fanno bene.

Vi fidereste voi di un’azienda che vi proponesse di investire nelle sue azioni senza chiedervi il permesso, con una forma di silenzio-assenso? Una roba del tipo: “Vuoi comprare obbligazioni della mia azienda? Se non mi rispondi entro dieci giorni vado dalla tua banca e mi prendo i tuoi soldi?” 

Sarebbe anche solo pensabile una cosa del genere in un settore qualunque dell’investimento? Ed è normale che invece una cosa del genere la proponga un sindacato che dovrebbe, al contrario fare gli interessi dei lavoratori e non scippar loro soldi con la formula del silenzio-assenso?

Bisogna assolutamente bloccare questa deriva che, chiaramente, sarebbe solo un punto di partenza da applicare oggi ai neo-assunti e domani a tutti i lavoratori pubblici.  Ricordiamo, per memoria, a tutti i lavoratori che i Fondi di Previdenza Complementare pubblici sono peggio del tunnel della droga visto che dalla dipendenza si può sperare di uscire mentre dai Fondi integrativi pubblici no, a meno di non accettare di perdere tutto ciò che si è versato sino a quel momento.

Ci sarà un motivo se i fondi di previdenza complementare del pubblico impiego sono sull’orlo del fallimento e addirittura già due di essi (Perseo e Sirio) sono stati costretti a fondersi perché non avevano un numero di iscritti sufficiente a giustificare la loro esistenza. Ed evidentemente, se i metodi per l’adesione che questi “sindacati” vogliono proporre sono così truffaldini, fanno bene i lavoratori a continuare a non fidarsi e a tenere al sicuro le loro buonuscite.

Quel che è certo è che, se proveranno una manovra come quella che, senza vergogna, dichiarano pubblicamente di voler fare, troveranno la FLP, come sempre, a sbarrargli la strada.

Se qualcuno vuole rischiare volontariamente i propri soldi in un’avventura come quella dei Fondi di Previdenza Complementare pubblici, faccia pure.

Ma nessuno si permetta di mettere le mani sui nostri soldi con trucchi come il silenzio-assenso! “

IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA