Arriva finalmente in busta paga il “Bonus Maroni”, dal prossimo mese di ottobre (per i privati è già operante da agosto). Si tratta dell’incentivo al posticipo del pensionamento: il lavoratore in dirittura di uscita può scegliere di restare al lavoro optando per la destinazione in busta paga della quota di contribuzione a suo carico. Negativo il bilancio delle uscite di “quota 103”, di molto inferiori alle previsioni in ragione dei nuovi e peggiorativi vincoli introdotti con la legge di bilancio per il 2024 (il ricalcolo in modalità totalmente contributiva; l’abbassamento del limite dell’impoto massimo).

Notiziario n. 46 del 2 settembre 2024 –

Trattamento economico di pensione

Trattamento economico di pensione

Riportiamo di seguito il testo del notiziario CSE-FLP Pensionati n. 14/2024, che fa il punto di situazione sullo stato di attuazione delle uscite in base alla “quota 103 e del “Bonus Maroni”.

La legge di bilancio per il 2024 (L-30.12.2023, n. 231) ha confermato, per l’anno in corso, la c.d. “quota 103” varata nell’anno 2022, che consente agli interessati di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età (62+41 = 103), ma con nuovi e peggiorativi vincoli rispetto al 2023: ricalcolo interamente contributivo che ridurrà l’assegno pensionistico a regime; importo massimo erogabile  fino al raggiungimento del requisito di vecchiaia (67 anni) in misura pari a 4 volte il trattamento minimo INPS invece di cinque volte come avveniva fino al 2023, e dunque fino ai 67 anni si riceverà una pensione inferiore; infine, la c.d. “finestra mobile”, che segna il tempo fra il momento di maturazione del diritto a pensione e quello della sua decorrenza, che nel 2023 era pari a 3 mesi per i lavoratori privati e 6 mesi per i pubblici, e che nel 2024 è lievitata a 7 mesi per i primi e a 9 mesi per i secondi.

Questi inasprimenti, da noi fortemente condannati, hanno disincentivato l’utilizzo di quota 103, come dimostrano i dati forniti da INPS e ripresi dai media in questi giorni: solo 7.000 le domande per quota 103 nel 2024, molto meno della metà di quelle stimate (17mila), dunque un mezzo flop.

La legge di bilancio ha inoltre confermato anche per l’anno in corso l’incentivo al posticipo del pensionamento, e dunque la possibilità di scelta per il lavoratore di restare al lavoro optando per la destinazione in busta paga della quota di contribuzione a suo carico (di regola, il 9,19%), che però ridurrà poi la pensione a regime.

Detto incentivo per ritardare il pensionamento (c.d. “bonus Maroni” dal nome del Ministro del welfare dell’epoca, che introdusse per primo questo tipo di misura, in vigore dal 2004 al 2007) viene attribuito dall’INPS solo a domanda del lavoratore interessato, e lo stesso istituto ha fornito istruzioni per la domanda telematica del lavoratore nel Messaggio n. 2426 del 28 giugno 2023; successivamente, sempre INPS con Messaggio n. 1107 del 14 marzo 2024, ha reso noto le date relative alle prime decorrenze dell’incentivo, che coincidono con quelle teoriche di decorrenza di “quota 103” e che risultano differenziate per i settori pubblici e privati. Li richiamiamo di seguito, anche per dare risposta ad alcuni chiarimenti che ci sono stati richiesti:

  • Per le domande prodotte entro il 31 luglio 2024:
    • Per i lavoratori privati: 2 agosto 2024 se il trattamento da liquidare è a carico della gestione AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), e invece 1° settembre 2024 se a carico di gestioni diverse da AGO;
    • Per i lavoratori pubblici: 2 ottobre 2024 se il trattamento da liquidare è a carico della gestione AGO e invece 1° novembre 2024 se a carico di gestioni diverse da AGO;
  • Per le domande prodotte entro il 31 luglio 2024: l’incentivo sarà erogato in busta paga a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda telematica.

Come sempre succede, alla ripresa delle attività dopo la pausa agostana, si rincorrono numerose le anticipazioni e le voci sulla prossima manovra di bilancio, quest’anno particolarmente difficile e complessa, e come sempre l’argomento pensioni occupa i primi posti di questa particolare classifica. Anticipazioni e voci alquanto preoccupanti in ordine a possibili, ulteriori inasprimenti delle uscite dal lavoro nel 2025, che tali appaiono ancor più in assenza oggi di qualsiasi confronto del Governo con le OO.SS. Ne riparleremo a breve.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CSE FLP PENSIONATI

Restiamo dunque in attesa che comincino a trapelare le intenzioni del Governo nella elaborazione della legge di bilancio per il 2025. E’ tutto, cordialissimi saluti a tutti.

Il COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA