Quarto incontro con il Capo di SME, gen. Carmine Masiello. Insieme alle altre problematiche ben note da tempo e che tuttora mancano di risposte risolutive (riordini, mobilità; FRD; ex militari transitati; etc.), abbiamo posto la questione, tutta politica, del ruolo e delle prospettive del personale civile nel medio periodo nel contesto di una Difesa che si va profondamente modificando in ragione delle mutazioni del quadro europeo e internazionale. Gli altri contenuti del confronto, interessante ma ancora pourtroppo interlocutorio

Notiziario n. 44 del 26 novembre 2025 –

Foto dell’incontro del Capo di SME gen. Carmine Masiello con le OO.SS. del Ministero Difesa

Nella mattinata di oggi, nella sala Montezemolo di palazzo Esercito, il Capo di SME, gen. CA Carmine Masiello, ha incontrato per la quarta volta le OO.SS. del personale civile della Difesa, a distanza di oltre un anno dal nostro precedente incontro avvenuto in data 4 dicembre 2024 (vds. Notiziario n. 73/2024).

Si è trattato di un incontro certamente interessante e ricco sul piano della discussione e del confronto con i Vertici della F.A. peraltro arricchito da alcuni importanti elementi informativi, ma che ha però seguito l’identico clichè dei precedenti sotto il profilo delle mancate soluzioni rispetto a problemi per noi decisivi.

Nel suo intervento, la nostra O.S. è partita da una constatazione frutto di quanto avvenuto di recente negli incontri di vertice di diverso livello, politici e tecnici: in tutte le occasioni di incontro, i Sindacati hanno posto, in generale, le medesime questioni, che verranno riproposte verosimilmente anche nell’incontro odierno, atteso che nessuna delle questioni poste ha trovato nel frattempo una benché minima soluzione, pur a carattere parziale.

Da questa amara constatazione, nasce una domanda precisa e per noi assolutamente ineludibile e centrale: l’Esercito, ma anche le altre FF.AA., stanno affrontando una trasformazione importante, l’ennesima per la verità, ma in un contesto internazionale sempre più complesso e complicato, che chiede alla nostra Difesa, ancor più che in passato e alla luce del nuovo quadro in essere, sul piano europeo e internazionale che si vanno progressivamente modificando, precisi impegni e risposte decisamente all’altezza e non rinviabili nel tempo, e una postura nuova che si accompagna a corposi investimenti e a modifiche organizzative importanti.

All’interno di questa nuova Difesa, più evoluta e in linea con i tempi, ci sarebbe la necessità di ripensare il ruolo e l’impiego del personale civile, in primis in termini quantitativi superando una volta per tutte la legge 244 ma anche parallelamente in termini qualitativi, definendo meglio il quadro delle professionalità che servono oggi e serviranno di più nei prossimi anni, e le relative e connesse competenze. Ebbene, a tal proposito, in questa discussione sulla nuova Difesa in un contesto più europeo, è mancata sinora una discussione seria e all’altezza dei tempi finalizzata alla ridefinizione, quanti-qualitativa, della presenza civile all’interno del Ministero difesa, che continua purtroppo a registrare i vuoti di organico, tecnici e oggi anche amministrativi. Vuoti che certamente non potranno trovare soluzione attraverso le attuali procedure concorsuali in corso, che da una parte rappresentano una piccola goccia nell’oceano, peraltro potenziata ed esaltata dalle ripetute rinunce dei vincitori in considerazione della scarsa attrattività del nostro Ministero nei confronti del settore privato sia in termini di carriera professionale che in termini di retribuzione.

Servirà certamente un piano straordinario di assunzioni, più volte segnalato in passato oramai da tanti anni ma, sarebbe a nostro avviso assolutamente necessario, prima ancora di parlare di numeri e di professionalità, aprire una discussione seria e approfondita sul ruolo che dovrà avere il personale civile nel contesto della nuova F.A. Esercito e della nuova Difesa che si va a delineare, i compiti e le responsabilità ad esso assegnate all’interno della FA e più in particolare di alcune aree, in primis quella industriale. Se, come si afferma spesso, il personale civile è una risorsa importante e insostituibile della FA, dobbiamo allora ben comprendere che il combinato disposto tra le criticità attuali (pensiamo al trend di pensionamenti, che al 2028 ci porterà ad essere una razza in via di estinzione, cui corrispondono numeri del tutto inadeguati in termini di assunzioni) e le necessità di un impiego nuovo e diverso dei civili, impongono una discussione urgente sul “che fare”.

Dopo questa apertura tutta politica, abbiamo ovviamente riproposto i temi e le questioni ancora tutte sul tappeto e tuttora in cerca di soluzioni:

  • non sono stati in alcun modo avviati i tavoli tecnici di confronto su alcune materie, preparatori a successivi incontri con il Capo dell’Esercito, come avevamo richiesto nell’incontro precedente e sulla quale lo stesso Capo di SME aveva espresso una certa disponibilità, in primis le sessioni informative vecchio modello DIPE sui riordini, oggetto oggi solo di semplici comunicazioni via mail, quasi sempre rituali e con moduli ripetitivi;
  • nessun confronto, come pure avevamo chiesto, per fare un punto di situazione attuale attraverso la quantificazione, dal 2012 a oggi, dei transiti del personale ex militare nei ruoli civili, e l’approfondimento delle importanti problematiche che vivono a fattor comune i colleghi ex militari transitati;
  • l’assenza, che si protrae da anni, di procedure annuali di mobilità ordinaria in ambito Difesa, come avviene sistematicamente in altre Amministrazioni Centrali, con l’unica opzione della mobilità straordinaria (casi gravi, 104, maternità), che corre però su binari discrezionali e poco trasparenti, che fanno spesso a pugni con le regole democratiche;
  • la necessità di un ulteriore aumento progressivo e stabile del Fondo Risorse Decentrato, che quest’anno ha offerto una buona boccata d’ossigeno con le risorse rese disponibili, ma occorre che queste risorse entrino stabilmente all’interno del nostro Fondo e anche che continui comunque ad essere alimentato il percorso di perequazione;
  • l’inadeguatezza delle risorse destinate al lavoro straordinario, che necessitano in maggiore quantità per far fronte ai crescenti oneri di lavoro al fine di sopperire al binomio pensionamenti/mancate assunzioni;
  • il persistente vergognoso disallineamento delle regole in materia di trattamento di missione del personale civile rispetto a quello militare incomprensibilmente favorito (per esempio, può spendere somme superiori per il pasto, incredibile a dirsi!), che continua a menare scandalo nella colpevole indifferenza dei Vertici del Ministero;
  • l’inadeguatezza delle risorse destinate alla formazione continua dei lavoratori e gli altrettanto inadeguati piani attuali di formazione, spesso limitati a corsi generici o a quelli obbligatori come l’antinfortunistica o corsi syllabus, che poco hanno a che vedere con le nostre esigenze rispetto alle quali servirebbero invece piani di formazione strutturati e permanenti, finalizzati alla crescita professionale dei lavoratori e orientati anche in relazione a specifiche esigenze (nuovi assunti; personale ex militare transitato all’impiego civile; altri);
  • infine, le difficolta che, a tutt’oggi, esiste in ambito F.A. per il pieno utilizzo di smart working e lavoro da remoto, che spesso sono da riferire, più che a elementi oggettivi e strutturali, ad approcci culturalmente inadeguati che non valorizzano appieno queste fattispecie lavorative nella direzione indicata dai CCNL.

Dobbiamo dire che le questioni da noi poste, quella “politica” sul ruolo del personale civile nella Difesa che va cambiando ma anche quelle più specifiche e tecniche, hanno suscitato molta attenzione nel Capo di SME, che per questo abbiamo ringraziato, ma non hanno sortito risposte in termini di impegni precisi e di soluzioni, anche perché il livello di interlocuzione è certamente superiore trattandosi di questioni a fattor comune con altri ambiti del Ministero Difesa.

Diamo però conto di alcune risultanze conclusive dell’incontro, nel quale il Capo di SME e i suoi collaboratori hanno presentato dati e prospettive che, almeno in parte, rispondono ad alcune delle sollecitazioni avanzate dalle OO.SS..

È stata confermata la possibilità di bandire concorsi su base regionale entro la fine dell’anno, un passo importante verso una maggiore apertura e trasparenza. Inoltre, è stata individuata una soluzione per garantire la disponibilità degli alloggi di servizio anche al personale neo-assunto e transitato, superando le limitazioni prevista dall’articolo 279 del Codice dell’Ordinamento Militare (Decreto Legislativo 66/2010) che ne vincolava l’utilizzo solo a specifiche qualifiche. La circolare MD n. 4045, pubblicata a febbraio 2024, che riguarda la gestione e l’uso degli alloggi di servizio per il personale militare, consentirebbe infatti l’accesso agli alloggi, gestiti da Difesa Servizi e prevederebbe in futuro anche la costruzione di nuove strutture alloggiative affidate alla gestione dei Comandanti Territoriali.

Un altro punto centrale è stato il riconoscimento del ruolo del personale civile, considerato essenziale per garantire continuità e competenze, soprattutto nelle aree logistiche e tecnico-operative. A tal riguardo, è stato sottolineato che la mancanza di turn over ha spesso indebolito queste competenze, e che la formazione rappresenta l’unico strumento per recuperarle. Per questo SME intende investire sempre di più in percorsi formativi mirati.

Si è parlato anche di incentivi tecnici, descritti come un’opportunità da gestire con attenzione. L’obiettivo sarà coinvolgere il maggior numero possibile di lavoratori attraverso una corretta rotazione e un’adeguata formazione. A supporto di questo, è già stata attivata una procedura informatica da parte di SMD che consentirà, a partire da gennaio 2026, l’erogazione delle spettanze direttamente nei cedolini.

Nonostante queste aperture, dal nostro punto di vista rimane forte la sensazione che si stia procedendo con troppa lentezza e senza soluzioni realmente operative. Le criticità segnalate negli incontri precedenti restano irrisolte, e l’aumento dei concorsi, pur positivo, appare ancora insufficiente rispetto alle necessità reali. Inoltre, il Ministero non risulta più attrattivo, né dal punto di vista economico né per le prospettive di carriera, e questo rischia di compromettere la capacità di reclutare e trattenere personale qualificato.

Ribadiamo con fermezza che la riorganizzazione e l’ammodernamento dello strumento militare non possa prescindere dal pieno coinvolgimento delle OO.SS. e dalla piena valorizzazione del personale civile. La società e la tecnologia evolvono rapidamente, e i profili professionali dei dipendenti civili devono necessariamente essere aggiornati con nuove competenze e valorizzati integrando negli organici anche le Elevate Professionalità, evitando che figure qualificate vengano sminuite nel loro ruolo o bloccate da una norma sulla mobilità ormai in stallo da anni.

Sebbene il Generale Masiello abbia in più occasioni sottolineato la sua incapacità di incidere a livello politico, noi riteniamo invece che temi come l’aumento dei fondi per lo straordinario, l’equiparazione dei trattamenti di missione tra civili e militari e la stabilizzazione delle risorse FRD, siano argomenti che la Forza armata possa sollevare con forza all’attenzione del Vertice politico e richiedere su questo una forte iniziativa sui livelli decisionali di Governo.

Sotto questo aspetto, la nostra O.S. continuerà ad operare per dare ruolo, futuro e prospettive economiche e professionali alla componente civile all’interno di una Amministrazione Difesa nuova e più al passo con i tempi.

p. LA SEGRETERIA NAZIONALE – Maria Teresa D’Urzo e Ilaria Gualtieri