Notiziario FLP Difesa n. 14 del 27.01.2012
Sin dal momento del suo insediamento, in più sedi e circostanze ivi compreso l’incontro con le OO.SS. della Difesa del 13 dicembre u.s. (vds. Notiziario n. 147), il Ministro della Difesa Di Paola ha espresso il proprio deciso intendimento di procedere ad una riorganizzazione in senso riduttivo dello strumento militare, posto che l’attuale sistema a 190.000 unità non appare più in alcun modo sostenibile alla luce dei tagli corposi che, soprattutto a partire dal 2008 (DL 112), hanno continuamente falcidiato il bilancio del Ministero. A giudizio del Ministro, ridurre l’assetto della Difesa significa in particolare operare dei tagli sul personale, militare (40/50mila?) e civile (9/10mila?), come lo stesso Ministro ha inteso precisare nell’intervista al quotidiano “Il Messaggero” del 29 dicembre u.s.
Allo stato delle cose, non possiamo che prendere solo atto degli intendimenti del Ministro, sospendendo per il momento ogni giudizio in attesa di conoscere nei dettagli il suo progetto, di saperne di più su questa nuova ristrutturazione della Difesa e di capire, in che modo e soprattutto in che tempi, si darà attuazione a quei tagli. Nel frattempo, però, ci sia concesso molto sommessamente di suggerire al Ministro un ordine diverso di interventi: prima di pensare a tagli del personale, a esuberi e a ipotetiche mobilità verso altre PP.AA. che, in particolare per i militari e alla luce delle esperienze sin qui maturate, sono ancora tutte da dimostrar nonostante le novità intervenute con l’art.4, comma 96, della L. 183/2011, forse è meglio avviare l’operazione cominciando ad azzerare gli sprechi esistenti e a cancellare alcuni privilegi davvero fuori luogo e fuori tempo che, nel mentre mancano negli Enti le risorse per le cose più elementari (pulizie dei locali; acquisti materiali ufficio; sfalcio sterpaglie; etc.), vengono incredibilmente mantenuti suscitando la crescente e critica attenzione della pubblica opinione.
Proviamo a indicare qualcuno di questi sprechi e privilegi pescando dalle notizie, non smentite, comparse nelle settimane scorse sui giornali: la proliferazione degli organismi di comando, come ha denunciato recentemente la Fondazione ICSA (“ci sono di fatto cinque stati maggiori, senza contare l’enorme staff del ministro….); le altissime retribuzioni dei responsabili della sicurezza e difesa nazionale che raggiungono livelli incredibili ( ”dai 650mila euro del Capo della Polizia ai 380mila euro dei capi di Stato maggiore”); l’indennità speciale pensionabile pari a € 409.349 a testa annui concessa dopo il pensionamento degli Alti Vertici militari (Capi di SM, Segretario Generale e Comandante dell’Arma); i costi spropositati (3,5 mln all’anno) per la pulizia degli alloggi riservati a 44 ufficiali di vertice, fino a 600 metri quadrati di superficie; l’acquisto di 19 Maserati blindate al costo di 119mila € cadauna, di cui si è tanto parlato; la c.d “ausiliaria”, e cioè la possibilità di una chiamata in servizio di ufficiali e sottufficiali fino a cinque anni dopo il pensionamento, opzione retribuita con regolare compenso a prescindere dall’effettivo impiego dei beneficiari e che costa 326 milioni di euro all’anno; la mini naia, campus addestrativo per 2500 giovanissimi fortemente voluta dal Ministro la Russa che nel triennio 2008-2010 è costata quasi 20 mln. di euro, e che è apparsa solo una grande e costosa operazione promozionale; il numero eccessivo di generali di corpo d’armata, ben 69 (di cui, 50 tra le tre FF.AA., 10 nell’Arma e il resto nella Guardia di Finanza), ossia più del doppio dei corpi d’’armata attualmente operativi in Italia, a cui si sommano 2.700 colonnelli e 13.000 Ufficiali; e, infine, l’ultima notizia apparsa in questi giorni sulla stampa, l’affidamento all’esterno, “a manovali qualificati ed esperti”, delle operazioni di facchinaggio nei diversi siti del Ministero della Difesa attraverso un appalto costato 5 milioni e 617 mila euro!
Sig. Ministro, prima di mandar via il personale, cominci da qui l’operazione tagli… sarà più credibile!
(Giancarlo PITTELLI)