Notiziario FLP Difesa n. 20 del 08.02.2012 –
Si è tenuta in data odierna , al Palazzo del Quirinale, la riunione del Consiglio Supremo di Difesa (CSD) che è stata presieduta dal Capo dello Stato e alla quale hanno partecipato i Ministri degli Esteri, degli Interni, della Difesa, dello Sviluppo Economico, il Vice Ministro dell’ Economia e Finanze e il Capo di SMD, e che visto anche la presenza del Sottosegretario alla P.d.C. Catricalà, del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Marra e del Segretario del CSD, gen. Mosca Moschini.
La riunione era particolarmente attesa perché si pensava fosse quella la sede per svelare finalmente le linee portanti di questa costruenda riconfigurazione dello strumento militare (140/50mila unità?), più volte e in più sedi preannunciata dal Ministro Di Paola che però non ha mai fornito elementi di dettaglio, e che allo stato non sembra avere ancora un progetto definito, anche nelle sue linee essenziali.
Un’attesa peraltro supportata anche dall’intervento di ieri del Sottosegretario Milone in Commissione Difesa della Camera, che aveva affermato che “le linee guida di questo progetto di revisione dello strumento militare saranno oggetto di esame già nell’ambito del prossimo Consiglio supremo di Difesa in programma domani 8 febbraio, per poi essere sottoposte alle valutazioni del Parlamento” .
Purtroppo, a nostro giudizio, l’attesa è ancora una volta andata delusa. A leggere infatti il comunicato della Presidenza della Repubblica e che alleghiamo ad ogni buon conto al presente Notiziario, ci sembra proprio che siamo ancora fermi al piano degli intendimenti di partenza e delle affermazioni di carattere generale, mancando del tutto qualsiasi riferimento alle direzioni di marcia da imprimere all’intervento riduttivo, ai tagli da operare e ancor di meno agli interventi specifici da porre in essere.
Questa la parte del comunicato della Presidenza della Repubblica riferita al “problema riordino”: “Il Consiglio ha poi concordato sulla necessità di avviare, in tempi contenuti, la razionalizzazione del sistema Difesa, al fine di eliminare ridondanze e inefficienze e correggere con ogni possibile urgenza l’attuale sbilanciamento delle componenti strutturali di spesa, che penalizza fortemente i settori dell’esercizio e dell’ammodernamento. In questa fase, durante la quale dovranno comunque essere garantite le capacità umane e tecnico-militari necessarie ad assolvere i prioritari compiti nelle missioni internazionali, potrà essere necessario rimodulare, laddove consentito dalla possibilità e dalla convenienza economica di mantenere in servizio i mezzi esistenti, alcuni significativi programmi di investimento. Nel contempo, sulla base di un meditato approfondimento, si potrà procedere alla definizione dei lineamenti per la riorganizzazione generale dello strumento militare, da avviare comunque in tempi ravvicinati, per adeguarlo allo scenario odierno e prevedibile nel futuro, finalizzandone la strategia, la struttura e i mezzi agli specifici compiti di prevenzione e di contrasto delle minacce emergenti e incrementandone l’efficacia complessiva rispetto alle crisi con le quali il nostro Paese potrebbe realisticamente doversi confrontare”. Nulla che già non si sapesse, nessun elemento nuovo.
Un po’ poco, francamente, a nostro giudizio, anzi davvero nulla, e dunque ancora una volta una fumata nera dal CSD, come è già accaduto in occasione della precedente riunione (Notiziario n. 88 del 12.07.2012). Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto, e, contrariamente alle previsioni del Sottosegretario Milone, le “linee guida” sono verosimilmente ancora da mettere a punto.
Una annotazione finale, questa volta però in positivo: quel richiamo del comunicato alla possibilità di “rimodulare alcuni significativi programmi di investimento”, ci sembra il preannuncio di un ripensamento sulla vicenda aerei F-35 (vds. Notiziario n. 2 del 9 gen u.s.) e FREMM di cui si è molto parlato. Bene!
(Giancarlo PITTELLI)
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