Notiziario FLP Difesa n. 24 del 15.02.2012 –
Come da noi anticipato nel precedente Notiziario n. 23 di ieri, dopo il passaggio in Consiglio Supremo di Difesa dell’8 u.s. e quello in Consiglio dei Ministri del 14 u.s., nel corso della audizione di oggi, il Ministro della Difesa amm. Di Paola ha illustrato alle Commissioni Difesa di Camera e Senato riunite in seduta congiunta le linee guida del suo progetto di revisione dello strumento militare.
Questi i passaggi più significativi e di maggiore interesse per il personale civile:
– A fronte del quadro geo-strategico attuale, “discende il requisito di un sistema militare nazionale che sia pienamente interoperabile ed integrabile con quello degli alleati, quindi tecnologicamente avanzato, che sia proiettabile là dove necessario, che sia sostenibile”;
– rispetto alle predette esigenze, “le risorse di bilancio destinate alla Funzione Difesa sono passate nello stesso periodo dall’1,01% del PIL del 2004 allo 0,84% del PIL del 2012 con una riduzione del 16%. Ciò significa che in termini monetari l’incidenza della Funzione Difesa è diminuita in 8 anni di oltre il 30%. Anche il valore della Funzione Difesa in termini reali è diminuito significativamente”. Infatti si registra “una diminuzione in termini reali della funzione difesa del 25/30%”. Inoltre, “la media europea dei bilanci per la difesa, come percentuale del PIL, è di 1,61%. Il dato italiano della Funzione Difesa nel 2010 era 0,9% (percentuale tra le più basse in assoluto). La media europea della spesa del personale rispetto al totale della spesa per la difesa è del 51%; per l’Italia siamo oggi al 70%.. Per il Ministro, “qualsiasi struttura organizzata in queste condizioni non ha futuro e finirebbe col fare default funzionale”
– Queste le linee di intervento: 1) stabilizzare le risorse destinate alla Funzione Difesa (14,1 mld annui); 2) ridurre la spesa del settore personale (tendenzialmente verso il 50%) e riorientare le risorse così ottenute a vantaggio del settore operatività, il più sacrificato (oggi al 12%), e dell’investimento (oggi al 18%). Il dimensionamento attuale di riferimento dello strumento è di 190.000 militari e 30.000 civili. La realtà oggi è di 183.000 militari e 30.000 civili circa. Per ricondurre lo strumento ad un dimensionamento più corretto e sostenibile con le disponibilità programmatiche di riferimento, dovremo progressivamente scendere a 150.000 militari e 20.000 civili”. A giudizio del Ministro, in base alle attuali regole, un’operazione del genere avrebbe bisogno di venti anni. Per contrarne i tempi a dieci, “bisogna quindi agire non solo sugli ingressi (-30%) ma anche sui deflussi (le uscite)….Gli strumenti più importanti potenzialmente disponibili, qualora condivisi, sono la mobilità verso altre amministrazioni centrali e locali e (per i militari) verso la componente civile della Difesa, anche mediante riserve e preferenze…non escludendo a priori, ove fattibile e conveniente, l’applicazione di forme di part time per talune funzioni e categorie di personale. A tal proposito, “è però indispensabile che la Difesa possa contare sull’aiuto e la collaborazione di tutte le Amministrazioni”.
– Bisognerà anche agire riducendo il dimensionamento delle strutture: “si ridurrà il numero delle basi, caserme ed enti contraendo la presenza territoriale su un numero più ristretto di poli di presenza ed unificando per quanto possibile le diverse funzioni (formativa, territoriale/operativa, logistica) che oggi sono molto ramificate sul territorio, questo per tutte le componenti, l’obiettivo minimo è quello di una progressiva ma celere riduzione strutturale del settore dell’ordine del 30% nell’arco di un quinquennio o poco più”. E occorrerà agire in riduzione anche sul settore investimento.
Oggi il Ministro incontrerà le OO.SS., e in quella sede proporremo le nostre considerazioni.
In allegato, il testo completo della relazione del Ministro.
(Giancarlo PITTELLI)