Notiziario n. 175 del 18 dicembre 2012 –
E, così, alla fine, la Camera ha approvato il disegno di legge delega (DDLD) sul riordino dello strumento militare nazionale, senza introdurre alcuna modifica rispetto al testo votato dal Senato il 6 novembre u.s.. Il Ministro Di Paola ce l’avrebbe dunque fatta, e potrebbe essere oggi soddisfatto perché la mission che si era dato appare alla fine compiuta. Ma, forse, a guardar bene le cose, potrebbe non essere proprio così… La legge è passata, certo, ma la cornice di fondo appare notevolmente diversa da come il Ministro l’aveva forse immaginata. Proviamo a ricordare i diversi passaggi e a rifletterci sopra.
Sin dalla sua prima dichiarazione dopo la nomina a Ministro, l’amm. Di Paola aveva indicato con estrema chiarezza la mission che attribuiva al suo mandato: far votare dal Parlamento una legge delega per il riordino in chiave riduttiva dello strumento militare. Tutta la prima parte del suo mandato è stata impegnata, in tutte le Sedi e in ogni occasione, a convincere gli interlocutori sulla necessità di una profonda riforma della Difesa, cosa sulla quale tutti erano scontatamente d’accordo. Il problema era un altro: in che modo, e rispetto a quali obiettivi, quella riforma dovesse essere strutturata. Ed è qui che purtroppo sono sorte le difficoltà: il Ministro ha fatto finta di coinvolgere tutti, ma alla fine ha deciso tutto lui, tenendo in nessuna considerazione le osservazioni e i contributi dei diversi interlocutori.
In ogni caso, dopo alcuni mesi di lavoro nel chiuso delle secrete stanze del Ministero, in data 6 aprile il Ministro Di Paola presenta in Consiglio dei Ministri la propria proposta. Non incontra molto entusiasmo tra i suoi colleghi, se è vero come è vero che il testo che approda in Senato appare modificato in molti punti importanti, e peraltro alla fine reca solo la sua firma. In Commissione Difesa, l’esame del provvedimento procede a rilento, molte le posizioni discordanti, e ad un certo punto viene accantonato perché la Commissione ha altro di ben più importante e urgente cui pensare (D.L. 95 sulla spending review). Il lavoro riprende dopo la pausa estiva e il 6 novembre il Senato approva il DDLD: il testo votato reca significative modifiche, in primis la soppressione dei poteri straordinari del Ministro della difesa che, nel testo presentato dal Governo, poteva svolgere, anche per conto di altri Paesi, attività negoziali per la commercializzazione di sistemi d’arma prodotti dall’industria nazionale. Molte sono comunque le posizioni discordanti, in particolare sul fronte del personale. Il giudizio che viene dalle Rappresentanze dei lavoratori, civili e militari, risulta decisamente negativo: FLP DIFESA organizza una manifestazione nazionale, tutte le OO.SS. appaiono critiche, e altrettanto critici il COCER interforze e i COCER di Forza Armata. Come si può pensare in queste condizioni di portare avanti una riforma che tocca in primo luogo il personale in totale dissenso?
L’interrogativo se lo pongono certamente in Commissione Difesa della Camera, ma fortissime pressioni per far presto vengono da tante parti: dai più alti livelli istituzionali, allo stesso Ministro; dai Vertici militari a settori importantissimi dell’ industria privata della Difesa. Prende allora corpo e consistenza un’altra ipotesi: dare il via libera alla delega nel testo varato dal Senato (non ci sarebbe stato tempo sufficiente per una seconda lettura del Senato), ma creare le condizioni affinché il Ministro non possa esercitare nei fatti detta delega durante il corso del mandato. Una soluzione tipicamente all’italiana, dunque, e peraltro anche nel bel mezzo di una crisi politica irreversibile, che si è tradotta nel “si” dei tre partiti della “strana maggioranza” (PDL, PD e UDC), ma che viene accompagnata anche dall’approvazione di alcuni ordini del giorno (o.d.g.) , il più politicamente pesante dei quali appare quello con il n. 22, che reca la firma di Cirielli e di esponenti di primissimo piano tutte le forze parlamentari presenti in Commissione Difesa, e che peraltro è stato votato all’unanimità.
Proviamo a leggere i passaggi centrali dell’o.d.g. Cirielli, che si leggono a pg. 54 del file nominato “Documenti esaminati nel corso della seduta dell’11 dic. 2012”), che pubblichiamo sul nostro sito web:
– “a garantire, nelle fasi di predisposizione degli schemi dei decreti legislativi, la consultazione, tramite l’acquisizione dei rispettivi pareri, dei sindacati e del COCER su tutte le materie che afferiscono alle loro competenze e a dare attuazione con specifici provvedimenti” ;
– “tenendo conto del prossimo scioglimento delle Camere e dei tempi di ricostituzione delle Commissioni parlamentari, ad adottare i decreti legislativi in modo da consentire che il nuovo Parlamento possa pienamente esplicare i propri poteri di indirizzo e di controllo in relazione ai contenuti degli atti attuativi della delega conferita con il provvedimento in esame”.
Tradotto in parole povere, significa che il Ministro Di Paola non potrà chiedere, a Parlamento sciolto come sarà a giorni, il varo dei Decreti delegati recanti i diversi pacchetti di riordino delle Forze Armate e dei settori in cui sono articolate, già messi a punto dallo Stato Maggiore Difesa dopo un lavoro di parecchi mesi, e che ora dovranno necessariamente essere riposti nel cassetto. E se questi pacchetti verranno mai recuperati (la storia d’Italia è comunque piena di deleghe accantonate…), lo saranno ad opera del nuovo Ministro (si spera non tecnico, l’esperienza fatta non è apparsa molto positiva), che sicuramente vorrà vederci più chiaro (e noi lo chiederemo), e poi esaminati dal nuovo Parlamento, che speriamo lo faccia con più attenzione.
Va a tal riguardo anche aggiunto che, sulla base di una precisa sollecitazione venuta da alcuni Deputati, il Ministro Di Paola, nel suo intervento del 5 u.s. in Aula, aveva testualmente dichiarato ”Io non sono un parolaio ! Io posso dare la parola, la mia parola può essere creduta o meno, ma io non sono un parolaio e la mia parola l’ho data in Commissione e la do in quest’Aula, che i provvedimenti, i decreti, non saranno da me proposti in assenza delle Camere e, quindi, approfittando del silenzio assenso. Questo non avverrà mai!” (vds. Resoconto sommario del 5 dicembre 2012, p. 29, anch’esso pubblicato sul nostro sito). E’ di tutta evidenza che la rassicurazione del Ministro ha fatto da battistrada all’odg Cirielli.
Ma se detto odg. (votato all’unanimità!) contiene senza alcun dubbio l’impegno politicamente più rilevante, va detto che anche in altri ordini del giorno votati dalla Camera si leggono impegni significativi per il Governo. Proviamo a leggerne i passaggi più interessanti: “Il Governo è impegnato a:
– “ad assumere iniziative urgenti, anche di carattere straordinario che accelerino le procedure per l’attuazione del piano Brin, ivi compresi lo sblocco delle risorse ad esso già destinate, risorse che, attraverso la normativa sulla perenzione, rischiano di essere irrimediabilmente perdute” (o.d.g. n. 4 a firma on. Vico, pg. 38 dei “Documenti esaminati nel corso della seduta dell’11 dic. 2012”);
– “ a prevedere, nell’attuazione dei decreti legislativi di cui alla delega in premessa, ogni utile iniziativa idonea a sopprimere l’istituto dell’ausiliaria, i richiami in servizio, le promozioni all’ultimo giorno di servizio, l’omogeneizzazione stipendiale e le indennità antiesodo per i piloti e controllori di volo” (o.d.g. n. 10 a firma on. Bernardini e altri, pg. 42, “Documenti esaminati…”);
– “a non emanare i decreti in premessa senza aver acquisito il parere che le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari saranno chiamate ad esprimere quale sintesi dei pareri e delle proposte formulate dagli organismi di base e intermedi” (o.d.g. 11 on. Farina etc., pg.43, “Documenti esaminati..”);
– “per l’insieme delle questioni che riguardano il personale, a riconoscere agli organismi di rappresentanza del personale militare e ai sindacati del personale civile un effettivo ruolo negoziale dando luogo, per gli aspetti di competenza degli organismi citati, a una fase di interazione ai sensi di quanto disposto dall’articolo 19, comma 3 della legge 4 novembre 2010 n. 183, al fine di raggiungere risultati di comune soddisfazione” (odg.11 a firma on. Rugghia e altri, pg.51 “Documenti esaminati…”): al Ministro Di Paola sarà venuta sicuramente l’orticaria a leggere del “ruolo negoziale” da riconoscere alle OO.SS… .
Il quadro che allora emerge dalla lettura dei documenti parlamentari disegna una situazione decisamente diversa da quella verosimilmente auspicata dal Ministro Di Paola, rispetto alla quale anche il Sindacato, tenuto da Di Paola rigorosamente fuori da ogni confronto vero, rientra pienamente in partita. L’approvazione della delega è una vittoria del Ministro? Forse, ma una vittoria di Pirro, che di fatto lo esclude dalle decisioni vere ed effettive, che vengono rinviate al prossimo Ministro.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato 1: Resoconto sommario Aula Camera 5 dic. 2012
Allegato 2: Resoconto sommario Aula Camera 11 dic. 2012
Allegato 3: Documenti esaminati seduta 11 dic. 2012