Notiziario n. 42 del 23 aprile 2014 –
I colleghi che si fossero trovati, la sera di martedì 22 u.s., di fronte agli schermi televisivi di RAI 3 ad assistere al programma “Ballarò” condotto dal giornalista Giovanni Floris, saranno rimasti letteralmente esterrefatti a sentire alcune affermazioni sulla situazione del personale del Ministero Difesa che sono venute da parte del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ne ha offerto una rappresentazione assolutamente distorta e fuorviante. Ma andiamo ai fatti, innanzitutto.
Nella parte terminale dell’ultima puntata di Ballarò, il conduttore Floris ha intervistato il Ministro Padoan sui temi molto attuali di politica economica e sull’agenda del Governo. Il Ministro in questione è, notoriamente, un tecnico molto apprezzato in alcuni ambienti internazionali (Direttore esecutivo per l’Italia del F.M.I.; vice segretario generale dell’OCSE; etc), ora diventato Ministro dell’Economia. Un tecnico prestato alla politica, dunque, come lui stesso ha sottolineato nel corso della trasmissione.
Ad un certo punto (precisamente al minuto 12.12 dell’intervista, che è visionabile sul nostro sito), con riferimento al dibattito di questi giorni sulle spese della Difesa, il giornalista Floris chiede al Ministro: “Alla fine quanti F-35 compreremo dagli Stati Uniti?”. A questa domanda, il prof. Padoan risponde testualmente: “Non lo so. Bisogna chiederlo al Ministro della Difesa che è bravissima.”. “Ma lei quale suggerimento ha dato?”, rilancia Floris. E Padoan: “Abbiamo ragionato non tanto in termini di F-35. Una delle cose che è stata chiarita nel lavoro che ha condotto a questa operazione è che il sistema di difesa richiede, per esempio, quattro impiegati civili per un soldato, che è un numero che ha pochissimi equivalenti nel mondo avanzato. Quindi ci sono enormi spazi di efficientamento del M.D. senza toccare le armi e la capacità di difesa del Paese”. Ebbene,è ben evidente la castroneria detta dal Ministro. Se il rapporto tra civili e militari fosse di 4 a 1 come lui afferma, essendo noi civili attualmente 28.500 circa (dato Persociv al 1.1.2014), i militari dovrebbero essere di poco superiori alle 7.500 unità. Non è così, ovviamente. I “soldati”, come li chiama il Ministro, appartenenti alle FF.AA. italiane, sono attualmente in numero di circa 183mila unità e dunque, nel raffronto con gli “impiegati civili”, il rapporto vero e’ di 6,4 militari per ogni civile in servizio. Cosa ben diversa, dunque, rispetto alla situazione descritta da Padoan.
I cittadini che avessero ascoltato le parole del Ministro si saranno fatti un’idea balzana del sistema difesa italiano: una realtà fortemente burocratizzata, anche pletorica, strutturata e finalizzata più a gestire carte (impiegati civili) che a difendere il Paese (soldati). La riflessione conseguente dell’ascoltatore è facilmente immaginabile: che vadano a casa questi fannulloni, e ci liberino dell’ingombro.
Anche per questo abbiamo atteso tutta la giornata una smentita, o comunque, una correzione di tiro ufficiale, da parte della nostra Amministrazione che, invece, per quanto ci risulta, non è ancora arrivata. La sollecitiamo fortemente: non si può lasciare che queste visioni distorte della realtà della difesa si consolidino nell’opinione pubblica, e che montino atteggiamenti di ostilità verso un’intera categoria. Intervenga il Ministero e chiarisca al prof. Padoan e all’opinione pubblica che le cose stanno diversamente
C’è però, nel ragionamento del Ministro Padoan, un fondo di verità che vogliamo cogliere e che noi di FLP DIFESA peraltro denunciamo da tempo: ci sono troppi militari negli Uffici, troppo personale con le stellette impiegato in compiti e funzioni di carattere tecnico e amministrativo spettanti alla componente civile (lo dice anche l’art. 1 del D.Lgs. n. 7/2014 attuativo della delega). Con un duplice effetto negativo: l’ingabbiamento del lavoro civile, come ha recentemente denunciato la stessa Ministra Pinotti, e uno spreco di risorse, atteso che, a parità di impiego, il costo di lavoro civile è meno della metà di quello militare. Per questo, da tempo diciamo che la prima spending review da fare è la “civilizzazione” del M.D.
(Giancarlo Pittelli)
Guarda l’intervista del Ministro Padoan a “Ballarò”