Notiziario n. 114 del 3 novembre 2014 –
Ha suscitato molto interesse tra i colleghi (al momento in cui scriviamo, oltre 1.350 contatti sul sito in pochissimi giorni) l’interrogazione parlamentare (n. 3-01219) avanzata da un gruppo di senatori del M5S sulla gestione della mobilità del personale civile, di cui abbiamo riferito nel recente Notiziario n. 108 del 13 ottobre u.s..
I “cittadini” interroganti, presso atto dei ripetuti “no” alla istanze di mobilità di lavoratori civili che vengono dalla nostra Amministrazione e che stanno generando diversi contenziosi, hanno chiesto di sapere “quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di evitare in futuro analoghi provvedimenti contraddittori da parte delle strutture del Ministero deputate alla gestione del personale civile, onde garantire il buon andamento e l’efficienza della pubblica amministrazione”.
A rispondere alla predetta interrogazione, mercoledì 22 u.s., in Commissione Difesa del Senato, è stato sorprendentemente il Sottosegretario G. Alfano, il quale notoriamente non si occupa di questioni relative ai civili. Sorprendono però ancor di più i contenuti della risposta, alquanto generici ed evasivi (vds. allegato pubblicato in questa stessa pagina).
Nella sua risposta, l’on. Alfano parte innanzitutto dal processo di riduzione dello strumento militare (Legge 244/2012 e Decreti attuativi nn. 7 e 8/2014) che, come noto, prevede un consistente taglio di posizioni civili (-7.500 circa, da qui al 2024) con rideterminazione triennale degli organici e gestione delle eccedenze con le procedure di cui all’art. 12 del D. Lgs. n. 8/2014. Trattasi però di un “contesto” ben di là da venire, atteso che all’attuazione di quelle procedure si darà corso solo a partire dal 2016. E allora, cosa c’azzecca questo “contesto” con i problemi di oggi in materia di gestione della mobilità dei civili?
Ma c’è, all’interno di questa risposta francamente sfuggente, un passaggio invece facilmente comprensibile ed illuminante, ed è quello nel quale l’on. Alfano afferma che “la competente Direzione Generale per il personale civile…deve pertanto necessariamente tenere conto dei pareri espressi dai competenti organi programmatori, istituzionalmente deputati a valutare le esigenze funzionali organizzative della Difesa”. Già, i famosi pareri degli Organi Programmatori (OO.PP.: SS.MM.; Cdo Gen. CC; SGD; etc), che sono stati il pomo della discordia e il punto irrisolto nel confronto con l’AD sulla mobilità, poi arenatosi.
Come è ampiamente noto a tutti, in materia di mobilità, la nostra è una D.G. a “libertà vigilata” che, a differenza delle altre DD.GG. di Ministero, non gestisce in proprio l’impiego e la mobilità del personale, rivestendo nei fatti un ruolo sostanzialmente notarile. A decidere in materia di mobilità sono gli Organi Programmatori, che lo fanno appunto fanno attraverso i predetti “pareri”, che vincolano la nostra D.G.: se il loro parere è positivo, Persociv dispone il trasferimento, se invece il parere è negativo, la D.G. dispone il rigetto dell’istanza. E’ ben vero che, alla luce del CCNI Difesa 06.07.2000 (disapplicato anche qui?), esisterebbe uno spazio di autonomia del D.G. in presenza di “casi gravi” o “legge 104”, ma ultimamente, anche su queste fattispecie, Persociv chiede il c.d. “utile impiego” agli OO.PP., che configura un ulteriore “parere” , di fatto anch’esso vincolante ai fini del trasferimento. Non va poi dimenticato che i “pareri” sono resi dagli OO.PP. sulla base degli organici vigenti negli Enti interessati, che l’esperienza di questi anni ci racconta in continuo e non sempre conosciuto divenire, in quanto gestiti in proprio dagli OO.PP., al punto che la D.G. chiede pareri e utili impieghi proprio perché non è a conoscenza degli organici degli Enti del MD.
E, allora, il problema sta a nostro avviso proprio nei “pareri”, e nella “sottoposizione” della D.G. agli OO.PP. E’ un problema che poniamo da tempo immemore, rispetto al quale il vicino confronto sul Regolamento ex art.1 D.Lgs n. 7/2014, che recherà anche la riorganizzazione delle DD.GG., potrebbe offrire materia di attenta riflessione. Noi vorremmo una D.G. con funzioni piene, pari a quelle delle DD.GG. di altri Ministeri, e procedure chiare di mobilità con bandi e interpelli. Sarà interessante comprendere, al riguardo, la posizione del nostro Direttore Generale.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato: La risposta del Sottosegretario Alfano